24/09/2025
I miei laboratori scolastici sul bullismo affrontano queste tematiche. Ancora oggi però dinamiche interiori di cui sono inconsapevoli insegnanti, genitori e adulti in genere rendono difficile il diffondersi di questa cultura. Di fronte ad atti di bullismo e cyberbullismo dobbiamo metterci in discussione e affrontare certi schemi mentali rigidi che si sono formati durante la nostra esperienza di vita. E questo è difficile.
Bullismo e dintorni
Partiamo dalla base: il bullismo si riconosce da tre elementi fondamentali ossia intenzionalità, reiterazione e squilibrio di potere.
Non è una lite tra pari, non è un diverbio occasionale. È un’azione sistematica, costruita per umiliare, dominare, annientare l’altro. Il bullo non cerca un confronto, cerca una vittima. E la vittima è scelta perché percepita come più fragile, isolata, diversa. Questo è il cuore oscuro del bullismo.
Cyberbullismo
Il cyberbullismo è il volto più subdolo e vigliacco del bullismo.
Lo chiamo il ‘killer silenzioso’ perché colpisce senza tregua, senza limiti di tempo e di spazio, e soprattutto senza metterci la faccia.
Dietro uno schermo chiunque può trasformarsi in carnefice, moltiplicando l’impatto delle aggressioni, perché i contenuti restano online e continuano a ferire anche quando l’aggressore ha smesso di scrivere.
La strategia educativa? Mostrare ai ragazzi che il cyberbullismo non è ‘virtuale’ e che le ferite che lascia sono reali, profonde e spesso permanenti.
Chi agisce nell’ombra deve capire che non è invisibile, né innocuo ma è un aggressore a tutti gli effetti.
Agli adulti chiedo di non minimizzate mai, non cercate scuse, intervenite subito.
Genitori di ieri e di oggi
Ogni generazione di genitori cresce con un’ombra alle spalle, quella del modello che ha rifiutato.
Ieri prevaleva l’autorità cieca, oggi rischiamo l’opposto: la fragilità nell’assumere un ruolo educativo saldo.
Non esiste il genitore perfetto, ma deve esistere il genitore presente: colui o colei che sa dire no, che pone confini, che non delega lo smartphone o la scuola al posto suo.
Un adolescente senza limiti cresce senza bussola e, senza bussola, spesso, diventa lui stesso fonte di pericolo per sé e per gli altri.
Crescere il bullo
È più facile immedesimarsi nel dolore di chi subisce. Ma c’è un’altra verità che dobbiamo affrontare ossia che i bulli crescono in case reali, con genitori reali.
Nessuno sogna di crescere un carnefice, ma quando un figlio mostra tratti di prevaricazione, aggressività, disprezzo, l’unica strategia è riconoscerli e affrontarli, non negarli.
Il genitore di un bullo deve avere il coraggio di specchiarsi nelle azioni del figlio e chiedersi: dove ho lasciato vuoti?
Dove non ho posto limiti? Dove ho fallito nel mostrargli il valore della responsabilità?
Un bullo non è mai un incidente casuale. No, è il prodotto di un contesto che non ha funzionato.
E se non lo fermiamo, quel ragazzo che bullizza a scuola può diventare l’adulto che umilia, aggredisce, uccide.
Chiudo con due domande che ogni genitore dovrebbe porsi un po’ più spesso:
• Che cosa sto facendo, oggi, per insegnare a un ragazzo a rispettare i limiti, gli altri e se stesso?
• E cosa sto tollerando, per paura o per pigrizia, che invece dovrebbe essere fermato subito?
….un bullo non cresce da solo, così come una vittima non si difende da sola….
La responsabilità è nostra, di tutti noi adulti.
Sta a noi decidere se essere spettatori o attori del cambiamento.