22/10/2025
Ho scattato una foto dallo stesso punto dopo ciascuna seduta del lunedì.
Volevo osservare i lievi cambiamenti visibili ad occhio e il trascorrere ciclico del tempo all'interno della stanza di terapia.
Ognuno abita questa stanza in un modo unico e curioso.
Talvolta la stanza è fredda, talvolta è troppo calda.
Talvolta la poltrona è comodissima, talaltra non c'è pace in alcuna posizione.
Talvolta si trattiene il fiato delle emozioni per finalmente entrarci, talaltra si vorrebbe scivolare via appena possibile.
E mentre osservavo ciò che è visibile cambiare, notavo cosa resta di invisibile dopo ciascuna seduta, cosa custodisco dentro, come ogni persona abita la mia stanza interiore, come la accolgo e la rispecchio, come danziamo la delicata danza della relazione terapeutica e come questa trasformi entrambi, costantemente.
Su tutto ciò, ciclicamente e inevitabilmente, il sole sorge e tramonta. Le stesse pietre cambiano sfumature con la luce e gli stessi ricordi cambiano tonalità con le emozioni, che salgono e scendono, e con cui lottiamo sempre un pochino meno e accogliamo sempre un pochino di più.