03/12/2024
La leader perfetta? Non esiste.
Ho scritto un nuovo post sul blog, e ho parlato di leadership, trovi l’articolo intero nel mio blog, al link in bio.
1. “Non c’è un solo modo di essere leader, i principali sono il leader-capo, il leader-amico, il leader-coach (e poi c’è la leadership distribuita)”
- la leadership autoritaria (leader-capo) è accentratrice, incute timore, però anche molto veloce ed efficace
- la leadership permissiva (leader-amico) lascia estrema libertà, non corregge gli errori, è molto dispersiva in team non autonomi mentre può essere efficace con team esperti
- la leadership democratica coinvolge molto il gruppo anche nel processo decisionale, facilità le relazioni. Crea team coesi ma a volte può essere più lenta nell’arrivare agli obiettivi
- la leadership distribuita si basa sulla condivisione e distribuzione delle responsabilità (e quindi di successi e fallimenti), anziché sul comando e controllo da parte di una singola persona.
1. “La competenza emotiva è fondamentale quanto quella tecnica: conoscere e saper incanalare le proprie emozioni è chiave per una leadership efficace”
Una leader veramente efficace sa riconoscere le proprie emozioni, gestirle con consapevolezza e utilizzarle come strumento di comunicazione e motivazione. Non si tratta di sopprimere le emozioni, ma di comprenderle e indirizzarle positivamente.
Con una leadership emotivamente competente, è più semplice creare un ambiente di lavoro dove le persone si sentono ascoltate, comprese e valorizzate.
2. “Leader efficaci alternano ascolto attivo, facilitazione delle relazioni e delega per creare squadre responsabili e autonome.”
Una leader efficace sa quando intervenire e quando invece è il momento di occuparsi del suo gruppo in modo diverso.
Le skill (chiamiamole soft che va di moda) che servono sono:
- L’ascolto attivo: non solo delle parole, ma delle dinamiche e delle necessità
- La facilitazione delle relazioni: creare un ambiente dove la comunicazione è naturale e serena
- La delega consapevole: dare fiducia e strumenti, non solo compiti
Non si tratta di controllare tutto, ma di creare le condizioni perché il team possa esprimere il proprio potenziale in autonomia.