16/12/2015
MA COSA E' LA "TERAPIA DEL DOLORE" ?????
Mentre da sempre il dolore ha preoccupato il genere umano ed è stato oggetto di un ubiquitario impegno per comprenderlo e controllarlo, è purtroppo pur vero che il dolore, sia esso acuto o cronico, affligge ogni anno milioni e milioni di persone ed è spesso inadeguatamente trattato.
A testimonianza di quanto sopra molteplici sono le conferme storiche che sono giunte ai nostri giorni come quelle dell’antica Grecia, dell’antico Egitto, dall’India e della Cina antiche.
In Grecia è appassionante la diatriba nata tra il primo grande pensatore greco, Pitagora ed il suo successore, il grande e terribile Aristotele. Infatti, questi è considerato non solo uno dei più innovativi e prolifici uomini di cultura del mondo antico e una delle menti filosofiche più stimate e influenti, ma anche un importante precursore in svariati campi della conoscenza tanto che anche Dante lo cita come “il maestro di tutti color che sanno, a seder tra la filosofica famiglia ove tutti lo mirano e tutti onor gli fanno”.
Grande e terribile perché, nonostante Pitagora avesse indirizzato le sue teorie nella giusta direzione, affermando, innovativamente per quell’epoca, che era il cervello e non il cuore il centro delle sensazioni e della ragione, egli, Aristotele, il cosiddetto "filosofo dell'immanenza", anche con aspre vere e proprie lotte, minacce, pubblici comizi, creazione di fazioni, e quanto di più l’uomo per l’affermazione delle sue idee può fare, riesce a contrastare fermamente la sensazionale e veritiera teoria del suo immediato predecessore Pitagora e riesce a convincere la popolazione che è il cuore il sensorium commune e quindi il centro delle sensazioni. Ma non solo!
Riesce tanto bene nel suo intento che per rivalutare la teoria di Pitagora si dovette aspettare la debole controffensiva di Teofrasto, suo diretto successore, che iniziò a gettare dei dubbi sulla teoria aristotelica; non a caso alcuni limiti della biologia aristotelica (come, difatti, la generale sottovalutazione del ruolo del cervello, che Aristotele credeva destinato addirittura a raffreddare il sangue) furono superati con la scoperta e lo studio (avvenuta in epoca ellenistica) del sistema nervoso dell’uomo, ma in molti altri casi, per arrivare ad un superamento della biologia aristotelica, si è dovuto attendere lo sviluppo scientifico del pieno Settecento.
Già in quei tempi, comunque, come riportato anche da Plinio il Vecchio, in tutti i modi si cercava di combattere il sintomo dolore che all’epoca riguardava un’elenco molto lungo di malattie, ovviamente per scarsa conoscenza di terapia farmacologica e chirurgica adeguata rispetto a quella moderna.
L’immagine della torpedine all’inizio dell’articolo è stata messa proprio per richiamare quest’ultimo concetto. Già all’epoca di Aristotele i dolori cronici da artrosi, venivano curati con bagni in vasche dove nuotavano libere delle torpedini che, notoriamente, riescono ad emettere scariche elettriche anche di 220 Volt. Ovviamente tali scariche, anche se, credo, molto dolorose e traumatizzanti al momento, risultavano essere miracolose per l’effetto narcotizzante e quindi neutralizzante sui dolori artrosici continui ed altamente invalidanti: si sta facendo riferimento ad un periodo in cui non esistevano né farmaci né altre terapie.
Oggi, fortunatamente, abbiamo tante possibilità di stare bene.
Abbiamo, infatti, i farmaci dagli antinfiammatori agli oppioidi come la morfina e simili, le sostituzioni delle superfici articolari delle grosse articolazioni come le protesi di anca e di ginocchio quando non c’è più nulla da fare con altri mezzi perché le articolazioni stesse sono oramai gravemente danneggiate e non più idonee alle proprie funzioni, infiltrazioni intrarticolari o mesoterapiche, metodiche manipolative osteopatiche, l’agopuntura, la TENS, etc.
In buona sostanza i mezzi ci sono! Il difficile ancora oggi, per fortuna in una percentuale di casi relativamente bassa, rimane la corretta diagnosi e la adeguata terapia.
Il dolore, quindi, è sempre espressione di una sensazione spiacevole per l’organismo e deve essere trattato raggiungendo la causa che lo produce.
Ma la maggior parte delle persone, specie quelle che abitano regioni civilizzate come la nostra, non sanno una cosa fantastica ed importantissima: < il corpo umano è talmente tanto perfetto ed equilibrato da avere anche la possibilità di auto-guarire>.
Si proprio così auto guarire!
Ritroviamo questo concetto in una pratica medica che non utilizza nè farmaci, né terapie chirurgiche quale la “osteopatia” dove non è il terapeuta che guarisce, ma il suo ruolo è quello di eliminare gli “ostacoli” alle vie di comunicazione delle varie strutture del corpo al fine di permettere all’organismo, sfruttando i propri fenomeni di autoregolazione, di raggiungere la guarigione. L’osteopatia mira a ristabilire l’armonia della struttura scheletrica di sostegno al fine di permettere all’organismo di poter trovare un proprio equilibrio ed un proprio benessere.
Quindi, eliminando i conflitti che possono nascere, come, per esempio, tra un nervo ed una arteriola nel caso di alcune cefalee vasomotorie, o di alcune nevralgie, o come un piccolissimo spostamento di qualche corpo vertebrale è all’origine delle più comuni lombo-sciatalgie, in un periodo di tempo molto più breve del normale decorso di una normale e convenzionale terapia farmacologica o fisioterapica e con semplici manovre che vanno ad agire direttamente sulla struttura che governa la funzione (e quindi il conflitto che genera la patologia), avremo una risoluzione del problema dolore.
Avendo fin qui cercato di spiegare che il dolore, oltre che un sintomo, è l’espressione di un insieme di contingenze e circostanze, ovviamente va detto, per concludere, che quest’ultime vanno messe allo scoperto e trattate li dove nascono e, più vicino saremo alla sorgente della sintomatologia dolorosa, più breve sarà la strada per lo stato di benessere.
Un esempio??
“In pieno benessere si va ad alzare un peso e si rimane piegati in due con un violento dolore alla schiena dopo”. Accertato che non vi siano cause da aggredire necessariamente con una manipolazione chirurgica di qualche struttura (vedi ernia paralizzante, raccolta di sangue, etc) abbiamo a disposizione essenzialmente due percorsi noti.
I Percorso: pomata massaggi medicofarmaciricovero in struttureeventuali terapie chirurgicheriposo a lettoinabilità, etc. risoluzione.
DURATA: da circa una diecina di giorni ad addirittura, in taluni casi, a alcuni mesi.
II Percorso: medicotrattamento delle strutture in conflittorisoluzione.
DURATA: da quasi subito dal momento del trattamento del conflitto delle strutture a circa, al massimo, una quindicina di giorni.
Dr. Lucio Romandino