Dott.ssa Imma Zarrella Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Imma Zarrella Psicologa Psicoterapeuta Mi occupo di psicopatologia dell'età adulta e dell'adolescenza, sia in presenza che online.

 La psicoterapia a volte è come fare un puzzle. Ogni persona arriva con i suoi pezzi da mettere insieme. Alcune svuotano...
26/09/2024


La psicoterapia a volte è come fare un puzzle.
Ogni persona arriva con i suoi pezzi da mettere insieme. Alcune svuotano subito il sacco, altri prendono un pezzo per volta. Possono esserci parti già costruite, oppure si parte da zero. All'inizio, spesso, si girano tutti i tasselli, uno per uno: è la fase dello sfogo, del raccontarsi, dell'osservare ogni singolo pezzo.
Poi si inizia a costruire, un pezzo alla volta: la persona può decidere di cominciare dalla cornice o dalla parte che sembra piu semplice, qualcun altro decide di occuparsi solo di un angolo, dipende da tanti fattori.
Il ruolo dello psicoterapeuta è quello di accompagnare, sostenere e, a volte, proporre tasselli. Facciamo domande, ipotizziamo, offriamo nuove possibilità per rimettere insieme i pezzi della vita.
E quando alcuni pezzi sembrano mancare, li inventiamo insieme. Come l'arte giapponese del kintsugi, dove le crepe vengono riparate con l'oro, anche le ferite, i tasselli rotti o dispersi, possono diventare uno spazio dove ricostruire la bellezza che ci portiamo dentro.

Quando un bambino sente che le sue esigenze e i suoi desideri non trovano ascolto, non tanto nel vederli esauditi, ma ne...
22/09/2024

Quando un bambino sente che le sue esigenze e i suoi desideri non trovano ascolto, non tanto nel vederli esauditi, ma nel condividere la sua pena e nel ricevere aiuto a gestire la frustrazione del “no”, impara, silenziosamente, che i bisogni e i sogni – propri e altrui – non siano di valore. Questo silenzio cresce, intrecciandosi con radici invisibili che, col tempo, soffocano l'empatia, la reciprocità e il rispetto, sia per sé che per chi lo circonda, aprendo la porta a una solitudine interiore e a relazioni spezzate che possono, inevitabilmente, scatenare ciò di cui oggi "non ci si spiega".

Illustrazione di Lorenzo Sangio.

22/08/2024

La psicoterapia a volte è come entrare in una casa e osservarla, conoscerla, ambientarmi a poco a poco. All'inizio, qualcuno ti fa entrare nel salone, ti mostra i ricordi che vuole tenere, le cose più intense che sente in quel particolare momento della vita. A volte, è la stanza più bella, piena di oggetti e fotografie, tenuta a lucido e pronta a essere mostrata. Altre, invece, è già disordinata, bisogna trovare un senso a tante cose che sembrano essere state buttate lì per caso, condividendo con l'altro significati ed emozioni per ogni pezzo che ti capita a tiro. Come mi piace questo momento, anche se lungo e faticoso. Ogni cosa ha un inizio, e se mai si inizia, mai si raggiunge un risultato. In altre case non c'è neanche un ingresso, solo un giardino per distrarre gli ospiti. Va' a cercare una porticina tra quei rovi! Non è detto che si trovi sempre e che l'altro voglia farti entrare! Quanto è bello, però, quando sento il permesso di accomodarmi, la fiducia dell'altro di farmi entrare, quel bisogno di condividere senza sentirsi giudicati... una sensazione impagabile di amore per l'altro, il desiderio di poterlo accompagnare nella risignificazione di ciò che ha accumulato volontariamente e involontariamente, nella ricognizione di ciò che è è di ciò che ha perso, senza alcuna pretesa di sistemare secondo una logica universale. Quello che è valido per me, non significa che sia giusto per l'altro. A volte cado nell'errore di contrattare una sistemazione nuova per quell'oggetto che sembra lasciato lì a prendere polvere, magari il suo senso è proprio quello per l'altro, o forse no. Sento allora che il mio compito è solo illuminarlo, semplicemente, poi sarà l'altro a capire cosa farne. Sono così sorprendenti le soluzioni che possono essere prese dagli altri! Mi meravigliano sempre! Per non parlare poi quando compaiono nuove porte e altre stanze si aprono alla nostra vista... sento una fiducia immensa e quella paura di vedersi che piano, piano scivola via nella rassicurazione di poter esistere comunque, qualunque senso abbia.

Dal 18 marzo si riaprono le domande per il bonus psicologo
17/02/2024

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... A cosa serve quel fare "semplicemente" domande nel mio lavoro...
05/02/2024

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https://www.psicologiafenomenologica.it/crisi-di-mondo/“La cura fenomenologica, come sulla scorta dell’insegnamento di L...
20/09/2023

https://www.psicologiafenomenologica.it/crisi-di-mondo/

“La cura fenomenologica, come sulla scorta dell’insegnamento di Lorenzo Calvi (2013) amiamo definirla, non è animata da istanze strutturali e processuali forti, né si assesta su recondite architetture di significato predefinite, giacché si limita a navigare a vista, apparentemente senza meta, per scorribande e placidi vagabondaggi. Eppure, fondandosi su strati originari della mente in maniera pre-riflessiva, è capace di indurre quella condizione di grazia dinamizzata che chiamiamo mutamento”. 😲😍

Sovviene l’immagine di un bambino sulla spiaggia, intento a scavare la sua buca; egli è attratto dall’immergersi via via sempre più in quel vuoto in cui deve

"Non è mai troppo tardi per cominciare a lavorare a una propria narrazione autobiografica, e mentre lo farete i vostri f...
16/09/2023

"Non è mai troppo tardi per cominciare a lavorare a una propria narrazione autobiografica, e mentre lo farete i vostri figli ne raccoglieranno i frutti".
("12 strategie per favorire lo sviluppo mentale del bambino", Siegel & Payne Bryson)

La fenomenologia è una parte essenziale della mia pratica, perché mi aiuta a esplorare l'esperienza soggettiva dell'altr...
14/09/2023

La fenomenologia è una parte essenziale della mia pratica, perché mi aiuta a esplorare l'esperienza soggettiva dell'altro e a comprendere come si percepisce e come interpreta il mondo intorno senza pregiudizi. Questo approccio filosofico arricchisce la terapia, consentendo una visione più profonda delle sfide e degli obiettivi che ci si pone, attraverso l'osservazione e la narrazione di ciò che accade e la restituzione della propria soggettività... perché migliorare la consapevolezza di sé significa prima di tutto sentirsi ed essere presenti, rispettare la diversità che ci appartiene, legittimare le scelte che ne conseguono e vivere senza troppe resistenze i cambiamenti.

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Caserta
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