29/07/2024
https://www.msn.com/it-it/notizie/italia/turetta-il-padre-e-l-alleanza-narcisistica-con-il-figlio-la-psicologa-sannini-ha-una-visione-idealizzata-di-filippo/ar-BB1qLIbw?ocid=msedgntp&pc=U531&cvid=c954d2a1539e4c77a5b3cdd742b3b03b&ei=40
L'argomento è scottante e ficcarcisi dentro, andando contro il pensiero di massa, comporta i pecoroni da tastiera, quelli che, nascosti da uno schermo, dispensano insulti e minacce.
Tuttavia l'argomento mi sta troppo a cuore per non proporre una riflessione su quanto il pensiero scientifico, critico e di buon senso rischiano di essere sopraffatti da onde di emotività sapientemente pilotate dai media e dai social.
Ci propongono un filmato in cui l padre di un assassino, nel privato della saletta dei colloqui, luogo intimo e personale, cerca di consolare un ragazzo smarrito, angosciato, che probabilmente sta prendendo consapevolezza dell'enormità del gesto da lui compiuto.
Il ragazzo è visibilmente sofferente, depresso, e probabilmente, come poi confermerà il padre stesso, induce i pensieri più foschi sui poveri genitori.
Cosa deve fare un padre del figlio assassino?
Desiderare la sua morte? Ucciderlo con le proprie mani? Amarlo lo stesso?
E se decide di amarlo lo stesso cosa mai può dire per scongiurare il rischio che il ragazzo possa farsi del male?
Può mentire, al ragazzo più che a sè stesso, cercando di sminuire la portata di quanto è accaduto. Un tentativo goffo di lenire un dolore che il figlio dovrà attraversare in tutta la sua intensità.
E' giusto fare ciò?
Posso dire che è umanamente comprensibile. In certe circostanze, di dolore immenso, non prevale il giusto e il politicamente corretto ma l'umano errare e la fragilità del nostro essere.
Sono invece certo che è disumano rubare questi momenti di dolore ed esibirli in pubblico per fare audience!
E' ingiusto pilotare le coscienze per fare scandalo e costringere quest'uomo a scusarsi pubblicamente, a dar conto delle sue debolezze e dei modi in cui deve gestire il dolore di avere un figlio assassino e volerlo comunque vivo, poterlo abbracciare ancora, anche se tra le mura di un carcere.
Poi, e qui viene, il passo fondamentale, chi legge deve sapere che gli psicologi che su una frase imbastiscono diagnosi e trattamenti ad uso della stampa sono lontani mille miglia da una professione che è ben più seria del loro agire.
Un persona è un entità complessa che non può essere valutata sull'onda di una frase e di un gesto. Gli psicologi seri questo lo sanno.
E forse l'ordine dovrebbe vigilare meglio sul numero crescente di colleghi che si prestano a squalificare una professione molto seria dando in pasto al pubblico giudizi e diagnosi contro persone che non conoscono e sulle quali non hanno titolo ad emettere giudizi professionali.
Stabilire "l'alleanza narcisistica" sull'onda di un frase ha più il sapore di una psicologia prèt a porter che di una seria considerazione scientifica
Infine due parole sull'assassino!
Siamo il paese che ha dato vita alla legge Gozzini. Il nostro sistema carcerario è improntato al recupero del reo.
La comprensibile reazione di sgomento e dolore per la sorte della povera Giulia non è in contraddizione con il fatto che si debba proteggere questo ragazzo da sè stesso e dal gesto efferato che ha combinato.
Non è buonismo! Non è rinuncia alla necessità della pena!
E' una scelta di civiltà! La scelta etica di dare dignità anche alla persona più efferata!
Difficile!
Specie di fronte all'orrore!
Però il nostro paese l'ha fatta tanti fa e ne ha goduto i benefici.
Il valore dell'etica non trova la sua grandezza quando tutto scorre con facilità ma quando il dissidio diventa atroce e violento dentro le nostre coscienze.
Il moto di orrore per l'efferatezza del delitto contro Giulia risveglia sentimenti di vendetta e di repulsione.
La necessità di sostenere questo ragazzo che forse sta capendo l'orrore del suo crimine non attutisce la gravità e l'orrore del suo gesto ma eleva la nostra umanità rendendola capace di andare oltre il gesto per cercare la persona che ancora esiste e guidarla verso un percorso di redenzione.
Sono i valori dell'occidente cristiano. Spesso dimenticati da giornalisti, leoni da tastiera, psicologi e quanto altro.
«Il padre di Turetta collude con il narcisismo del figlio». La psicoterapeuta Emilia Sannini (ospite di "Estate in...