
09/08/2025
La pausa estiva è sempre momento di separazione fisica ed emotiva.
E la separazione è parte integrante di qualsivoglia percorso di crescita.
E di vita.
È darsi la possibilità di stare senza, di non appoggiarsi a qualcuno o qualcosa.
E questo è un atto di fede e speranza.
È credere fortemente che se togli, per la miracolosa autoregolazione organismica, spuntano risorse che manco lontanamente si pensava di avere.
È credere che se ti sperimenti da solo, sei realmente pronto ad accogliere l'altro.
È un risveglio.
Che non consola ma incendia.
Che non accarezza ma attraversa.
Che non giustifica ma rivela.
Ogni ferita diventa fuoco sacro.
Ogni maschera, cenere.
E solo allora, quando non resta più alcunché da difendere, che emerge ciò che è autentico.
Potente.
Invincibile.
Ed è arrivato anche per me il momento di separarmi dal mio piccolo angolo di mondo magico che ha accolto mille storie, tra le più disparate.
I viaggi tra le pieghe (e le piaghe) del cuore sono stati molti.
Passeggiate in luoghi mistici, immersioni negli abissi più profondi.
Ne sento, qui, ora, tutta la fatica.
La fatica di un anno personale, professionale, fisico, emotivo, relazionale, amicale, di delusioni, di ingiustizie, di sorprese, piacevoli, spiacevoli, incontrollabili.
Un campo torna a dare un raccolto abbondante solo dopo aver riposato (Ovidio).
E fermandomi, prendo per me e per l'universo che mi circonda, tempo.
Affinché possa creare dentro di me e intorno a me un vuoto.
Sì, spaventa sempre inizialmente, ma restando, l'augurio è che possa divenire creativo e fertile.
Auguro a voi e a me stessa il coraggio di varcare le soglie delle proprie prigioni dorate, che ogni tanto, ahimè, ricostruiamo con le maschere rassicuranti e mortifere dei "devo" e dei "non posso".
Buon agosto!
💚🍀👣🌓🎭✨️