05/05/2025
[ POSTURA, CATENE MUSCOLARI E “BITE FAI DA TE” ]
Il corpo si muove adeguatamente grazie ai muscoli, a condizione che siano ben organizzati e coordinati ("catene neuro-muscolari"). È sufficiente la presenza di un solo anello muscolare perturbato (per qualsiasi ragione), per avere l'intera catena perturbata. I movimenti del corpo che dipenderanno da questa catena non potranno che subirne le conseguenze: tensioni, rigidità, limiti articolari, disarmonie, dolori, etc. La postura risulterà inevitabilmente modificata, adattata, compensata, vittima della catena perturbata. Le catene gestiscono ogni articolazione ed ogni movimento, bocca compresa; senza il sinergismo dei muscoli (catene neuro-muscolari), il corpo si muoverebbe in modo scoordinato (bocca compresa). Dal momento che i recettori dentali sono estremamente sensibili (percepiscono i micron), ogni alterazione del tono delle catene, si riflette e viene percepita anche in bocca. Se ”bocca e postura” sono in armonia, "l’ingranaggio dentale" (cuspidi e fosse), rappresenta una buona guida in fase di chiusura e tutto funziona bene; ma se vi sono catene muscolari perturbate, la chiusura della bocca, anziché essere fonte "stabilizzante", diviene "destabilizzante". I denti (almeno nella fase iniziale), non sono facilmente disposti a compensare: la loro sensibilità fa scattare immediatamente un allarme di disagio e di rigetto neuro-sensoro-motorio. Tale disagio e non accettazione dell'alterato "serraggio", fa rimbalzare l'informazione perturbatrice (di provenienza extra orale) di nuovo verso l'esterno della bocca, investendo e modificando i rapporti dell'ATM, del tratto cervicale, del dorso..., fino ai piedi, al suolo (pedana stabilometrica). Se però la bocca non è in grado di respingere tale informazione di nuovo lungo le catene di provenienza, la bocca stessa diviene definitivamente "vittima predestinata". Inizia così un calvario, in cui non si sa più "dove" e "come" tenere i denti e la bocca: voglia di mordere, di stringere i denti, di spianare le cuspidi, di creare svincoli, di far "scrocchiare" l'ATM ed il collo, etc. Tutto pur di trovare sollievo. Questo è un modo in cui può avere inizio una forma di "bruxismo", di "serraggio". Molti pensano che il problema del bruxista sia solo endorale, ma, a meno di cause iatrogene, il problema del bruxista è extrastomatognatico (disbiosi, epatomegalie, ernie iatali, problemi visivi, podalici, cicatriziali, forti stress, rabbia inespressa, etc., ovvero posturale). Ed ecco che interviene il bite. Il dentista spesso lo prescrive e lo realizza per evitare un danno peggiore di quello che già è stato fatto e che si sta prospettando. Ma, bisogna fare inevitabilmente i conti con "l'informazione" che il bite stesso costituisce, proiettandosi come tale, anche a livello posturale extrastomatognatico. E qui va fatta particolare attenzione per due ragioni fondamentali: la prima è che il problema posturale iniziale (extrastomatognatico) deve essere risolto nel punto in cui nasce, non con rimedi attuati dove si proietta l'effetto, ovvero in bocca. La seconda ragione è che la bocca, con il bite, modifica la sua postura, modifica la posizione della mandibola, del cranio, degli occhi, del vestibolo, dei recettori occlusali a causa del suo spessore e dei contatti che non sono quelli originali. Nulla da eccepire invece nella misura in cui si "tampona" e si "riorganizza" la corretta informazione con il bite in presenza di un problema di reale malocclusione o di origine iatrogena, o problemi dell'atm ad origine buccale, in cui la postura non potrà che giovarne. Mai trattare l'effetto (bocca), lasciando indisturbata e nascosta la causa. Mai lasciare troppo tempo "informazioni in ingresso" senza sapere poi come "ripulirle" (modifiche dello schema sensoro-motorio-posturale). Quando si tratta l'effetto (bocca) e si lascia attiva la causa (anche se silente), la bocca stessa inizia a vivere disagi difficili poi da risolvere. È per questo che ci sono pazienti che iniziano il pericoloso percorso del "bite-fai-da-te": "bite di svincolo", di "cambi di posizione"' "di riposo", etc., nel tentativo di allentare l'ipertono delle catene e ridurre il disagio. Se il paziente non può "svincolare", allora inizia a "farsi spazio" cercando di abradere le cuspidi: ecco il bruxista. Il "serratore" invece, cerca di attutire il disagio (sempre di provenienza extrastomatognatica), attraverso l'inganno dei fusi muscolari (azione "dissipatoria"). Questo, per moltissimi hobbysti, è l'inizio di un calvario che renderà davvero difficile la riabilitazione. Quando si trova un danno in bocca (come effetto), bisogna assolutamente rintracciare la "causa primaria": la tecnica delle "posture decompensate" è molto utile e permette poi di trattarla per rendere "disponibile la bocca" alla riabilitazione occluso-posturale. Il lavoro coordinato fra dentista e posturologo (ed ovviamente tutte le figure affini, dal logopedista all'optometrista...) con la giusta sinergia, risulta la migliore soluzione; la stessa coordinazione e sinergismo che dovrebbe esserci fra "postura della bocca" e "postura del corpo". (D. Raggi). Prof. Daniele Raggi