14/05/2025
Sono seduto davanti alla Reggia, al solito posto, casa mia. Prendo fiato. Questi ultimi sono giorni di viaggi, incontri, separazioni, legami; frammenti di vita che ti ri-velano chi sei mentre sei impegnato a diventarlo. Un labirinto di specchi che si fa direzione, destino, storia.
Benevento, Pomezia, Napoli, Firenze: credo di non aver mai viaggiato così tanto, almeno non in così poco tempo; la giusta compensazione di un periodo di immobilità, passato ad aspettare il momento per rischiare; quello giusto, inevitabilmente, è sempre ADESSO.
Sono stanco, ma felice: volevo vivere più o meno così: in bilico sulle possibilità, affacciato sull'orizzonte degli eventi, libero di scegliere se appartenere o meno; senza catene, almeno non quelle auto-imposte. Devo ri-conoscere che sono molto fiero di me.
Domani sarà una giornata importante: dopo l'ennesima scuola da incontrare in mattinata, sarà la mia prima volta all'università; stava per succedere l'anno scorso a Bari ma evidentemente non doveva andare così; le radici sono radici e il mio primo laboratorio accademico sarà a Napoli che, in fondo, è dove tutto è cominciato; domani potrò dire finalmente di aver lavorato nelle scuole di ogni ordine e grado ma, sopratutto, di aver cancellato un'altra voce dalla lista delle cose da fare, nata quando è morto papà: in fondo tutto quello che facciamo è un modo per ringraziare i nostri genitori per la Bellezza che ci hanno permesso di ri-conoscere insegnandoci a guardare, ad osservare per imparare a 'vedere'.
Forza.