21/10/2019
Corte di Cassazione, Ordinanza 15 ottobre 2019, n. 26050/19.
L'Inps non può sopprimere l'indennità di accompagnamento o altri trattamenti di invalidità già riconosciuti in tribunale procedendo ad una nuova valutazione, ma solo in caso di dimostrato miglioramento (improbabile per gli anziani!).
La Corte di Cassazione si è pronunciata con ordinanza 26090 del 15 ottobre 2019 su un ricorso di una cittadina, assistita dall’avvocato Massimo Mazzucchiello del foro di Napoli, che si era vista revocare dall’Inps l’assegno mensile di invalidità civile in seguito a visita di revisione disposta a distanza di diversi anni dal precedente riconoscimento ottenuto in tribunale per supposti miglioramenti delle condizioni di salute.
Ebbene la Corte ha appena accolto il ricorso ritenendo i motivi manifestamente fondati applicando l’importante principio di diritto secondo cui, quando si contraverta in materia di soppressione, per asserito miglioramento, di pensione di invalidità civile, di assegno di invalidità civile o di indennità di accompagnamento che siano state conseguite in forza di una sentenza passata in giudicato, è necessario condurre una comparazione tra le condizioni di salute esistenti all’epoca della sentenza e quelle riscontrate in occasione della visita Inps di revisione, dal momento che il “giudicato” si estende anche alla valutazione del carattere invalidante delle malattie che, se invariate, non possono essere diversamente valutate.
D’ora in avanti, quindi, sarà decisamente più difficile per l’Istituto previdenziale sopprimere una pensione di invalidità per motivi di supposti miglioramenti delle condizioni di salute quando il pregresso riconoscimento sia stato ottenuto in via giudiziaria e non solo su semplice domanda in via amministrativa. Quindi i cittadini saranno più tutelati nei loro diritti, posto che la stragrande maggioranza delle malattie tende ad aggravarsi e cronicizzarsi con il trascorrere del tempo con ulteriori complicazioni! Il prinicpio di diritto qui affermato assicura quindi tranquillità e serenità proprio agli anziani, in quanto soggetti più deboli, che stanno ora godendo dell'indennità di accompagnamento riconosciuta giudizialmente!