Studio di Psicologia Casteggio

Studio di Psicologia Casteggio Dott.ssa Elisa Pagliarini
Psicologa-Psicoterapeuta
Lavoro con adulti, adolescenti e famiglie, in ter

Dott.ssa ELISA PAGLIARINI
- Laurea in Psicologia presso l’Università degli Studi di Pavia
- Iscrizione all’Albo professionale dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia n° 03/9081
- Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica presso la scuola quadriennale di formazione psicoanalitica “Il Ruolo Terapeutico” di Milano
- Iscrizione all’elenco degli Psicoterapeuti (autorizzazione all’esercizio dell’attività psicoterapeutica)
- Corso di perfezionamento in Psicopatologia dell’Apprendimento presso l’Università degli Studi di Pavia
- Corso di formazione in Tecniche di Rilassamento: Training Autogeno di Schultz e Rilassamento Progressivo Muscolare di Jacobson
- Corso di specializzazione sulla clinica psicoanalitica del disagio infantile contemporaneo (disturbo dell'attenzione da iperattività, disturbi dell'alimentazione, aggressività, disagio e insuccesso scolastico, disturbi del linguaggio, dipendenze)

25/10/2025

✒️"La depressione si configura come un singolare stato d’animo che costringe la persona in una condizione di prigionia emotiva e di allontanamento dal mondo.
La “prigione” è data dall’individuo stesso, dal suo mondo interno che lo inghiottisce ogni giorno di più, dalle tenebre dentro le quali precipita accompagnato solo dalla spiacevole sensazione di non poter più fare ritorno.
Non c’è nulla, ma proprio nulla, nella realtà esterna che possa sollecitare l’interesse del depresso, men che mai accendere un barlume di progettualità.
Quando sentiamo parlare della cosiddetta “mancanza di interessi” che caratterizzerebbe le persone depresse, non facciamo altro che confrontarci con un banalissimo luogo comune, un buffo eufemismo che riesce a spostare l’attenzione solo sulla punta dell’iceberg.
La depressione distrugge gli interessi della persona, li sgretola fino al punto di farli diventare finissima sabbia.
E per quanti sforzi l’individuo compia, per quanto impegno possa metterci, per quanto aiuto possa ricevere, i suoi granitici interessi e le sue solide attività sono ora solo sabbia che sfugge tra le sue dita.
Uno stato depressivo non lascia spazio alla forza d’animo, alle motivazioni, alla capacità di progettare.
In questa cupa sensazione di disperato abbandono l’unico “desiderio” che è possibile avvertire è che l’incubo finisca il prima possibile.
E per un buffo scherzo del destino è il depresso stesso a procrastinare sempre più il risveglio dall’incubo: dormendo quasi tutto il giorno — oppure aspettando con ansia di poterlo fare — la persona depressa si arrende supina alla letargia della sua vita.
Eppure, sebbene possa sembrare paradossale, soprattutto quando sopraggiunge una depressione profonda è il caso di dire “non tutti i mali vengono per nuocere”.
Lo stato di grave prostrazione e l’abbattimento che si vengono così a creare, infatti, costringono gioco-forza l’individuo a confrontarsi con gli aspetti più oscuri, segreti e imprevedibili della sua personalità.
Sprofondando fino negli abissi dell’anima, prima o poi giunge il momento in cui “si tocca il fondo”.
Gli elementi che permettono di comprendere di aver “toccato il fondo” variano da persona a persona, ma in genere è la consapevolezza di aver calpestato se stessi, di essersi lasciati risucchiare da una condizione di degrado personale e psicologico, a far si che il depresso si senta percorso da un brivido raggelante.
È questo un breve ma preziosissimo momento, in cui una flebile luce rischiara per qualche istante il buio in cui si è immersi.
Sono attimi da prendere al volo, in cui si deve decidere rapidamente se distendersi su quel fondale attendendo la morte dell’anima o, viceversa, se trasformare quello stesso fondale in una piattaforma di lancio da cui ripartire ed emergere. Soltanto chi avrà vissuto sulla propria pelle l’avventura spaventosa e affascinante di un viaggio nei sotterranei della propria anima potrà capire questo discorso, tutti gli altri dovranno accontentarsi di assistere increduli alle evoluzioni della psiche altrui.
Un aspetto veramente interessante della depressione è dato dallo sfacciato contrasto tra la sterilità di giorni trascorsi come creature prigioniere della propria vita, e la grande fertilità del momento in cui si decide di ricominciare a vivere.
In quel momento, infatti, l’individuo porta sulle proprie spalle un pesante carico: si tratta di tutte le esperienze psicologiche e delle riflessioni generate dalla depressione stessa.
Che non sono una zavorra, ma un prezioso bagaglio che l’individuo potrà decidere di mettere a frutto.
Da una depressione non si emerge mai come si era prima di sprofondarvi, la depressione è soprattutto metamorfosi e, spesso, arricchimento interiore.
La sofferenza dell’anima e la depressione, che di essa costituisce uno dei più “illustri” rappresentanti, divengono spesso scintille da cui divampa un vero incendio creativo, o la volontà di occuparsi di rinnovati interessi"

Aldo Carotenuto, "Il Fondamento della Personalità", Bompiani

13/08/2025
11/06/2025

“Niente influisce tanto sulla vita di un bambino quanto la vita non vissuta dei suoi genitori.”

Carl Gustav Jung

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05/06/2025

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L’iper-attenzione non è una amplificazione dell’attenzione, ma la sua più totale disattivazione. Tutto sembra scorrere in una superficie senza rilievi e addensamenti, senza pause e discontinuità. Si tratta di una vera e propria cultura della sovrastimolazione che finisce per disturbare l’attenzione e, di conseguenza, la possibilità stessa del pensiero.

Al link, "Quello che resta dell'intelligenza", il mio articolo apparso ieri su la Repubblica: https://drive.google.com/file/d/1Z_oEPemifzrMW97sMG3xhYqA_-d9Yjp4/view?usp=sharing

07/03/2025

"I figli non sono cerotti per cuori infranti, né sostituti di sogni infranti. Non esistono per riempire il vuoto della nostra esistenza.
Sono piuttosto un richiamo alla responsabilità più pura, un dovere sacro che trascende l'ego. Sono i fiori più generosi dell'amore vero e incondizionato, germogliano dalla libertà e non dall'obbligo.
I bambini non sono giocattoli nelle mani dei genitori, né proiezioni delle loro ambizioni frustrate o un'estensione delle loro aspettative.
Non sono venuti al mondo per esaudire i nostri desideri o per compensare le nostre mancanze. Sono individui unici, portatori della loro stessa essenza, e spetta a noi la nobile missione di guidarli affinché siano felici, consapevoli e liberi."

Simone de Beauvoir

24/02/2025

"Se è vero che la mente non si apre se non si è aperto il cuore, quanti sono gli insegnanti che aprono il cuore degli studenti?
Quanti sanno comunicare, affascinare e suscitare l'interesse dei loro allievi?

Là dove il sapere diventa lo scopo, e il profitto il metro per misurarlo, qualunque siano le condizioni d'esistenza in cui una vita è riuscita ad esprimersi, la scuola fallisce perché livella, quando non mortifica, soggettività nascenti, in nome di un presunto sapere oggettivo che serve a dare identità più agli insegnanti che agli studenti in affannosa ricerca."

Umberto Galimberti

24/01/2025

19/01/2025

" Parlare d’amore non è mai semplice. L’amore è forse il sentimento più discusso, raccontato e frainteso nella storia dell’umanità. Eppure, ci troviamo spesso a viverlo senza comprenderlo pienamente. Quando parlo d’amore, non mi riferisco solo alla passione romantica o all’attrazione fisica, ma a quell’esperienza che ci mette di fronte alla parte più profonda e vulnerabile di noi stessi.

L’amore è, prima di tutto, un rischio. Amare significa consegnare una parte di noi a un’altra persona, sapendo che potremmo soffrire, che potremmo non essere ricambiati o, peggio, che potremmo perderci nell’altro fino a smarrire noi stessi. Questo, però, non è un limite dell’amore, ma la sua essenza. Amare significa accettare che l’altro esiste non come proiezione dei nostri desideri, ma come individuo autonomo, con i suoi bisogni e i suoi limiti.

Nel mondo contemporaneo, l’amore si scontra con le dinamiche di un’epoca che tende a ridurre tutto a consumo, persino i sentimenti. La velocità con cui viviamo ci porta spesso a confondere l’amore con l’eccitazione del momento o con il bisogno di riempire vuoti emotivi. Ma l’amore, quello vero, richiede tempo. È un sentimento che cresce, si trasforma e resiste alle tempeste della vita. È un atto di pazienza, di ascolto e di cura.

Una delle grandi illusioni dell’amore è l’idea che l’altro possa "completarci". Questa è una trappola pericolosa. Nessuno può completare nessuno. Siamo individui con un’identità che va costruita, giorno dopo giorno, attraverso le nostre esperienze, le nostre scelte e i nostri fallimenti. L’amore non deve annullarci, ma arricchirci. Deve essere un incontro tra due interezze, non tra due metà mancanti.

C’è poi l’aspetto della responsabilità. Amare non è solo un’emozione, ma una decisione. È un impegno che prendiamo verso l’altro, e che ci richiede di essere presenti, di prenderci cura, di dare senza pretendere sempre qualcosa in cambio. La responsabilità nell’amore è quella che ci permette di superare le difficoltà, di restare anche quando sarebbe più facile andarsene.

Non possiamo, però, ignorare che l’amore porta con sé anche un margine di sofferenza. Amare significa esporsi al dolore della perdita, al rischio dell’abbandono, alla consapevolezza che tutto ciò che abbiamo potrebbe finire. Ma è proprio in questa fragilità che l’amore trova la sua forza. Accettare il rischio dell’amore significa accettare la vita nella sua pienezza, con tutto il suo carico di bellezza e di imperfezione.

L’amore, in fondo, è un’occasione unica per uscire da noi stessi, per entrare in relazione con un’altra persona e, attraverso di essa, con il mondo. È un’esperienza che ci ricorda quanto siamo umani, quanto siamo fragili, e quanto abbiamo bisogno degli altri per dare senso alla nostra esistenza.

Ecco perché credo che l’amore non sia qualcosa da rincorrere o da possedere, ma da vivere. È una scoperta continua, una danza tra due persone che scelgono di camminare insieme, pur sapendo che ogni passo è incerto. Amare, in definitiva, significa accettare la vita in tutta la sua imprevedibilità e imparare, giorno dopo giorno, ad essere più veri, più autentici, e, forse, anche più felici. "

Umberto Galimberti

06/01/2025

"La fragilità è un valore umano. Non sono affatto le dimostrazioni di forza a farci crescere, ma le nostre mille fragilità: tracce sincere della nostra umanità, che di volta in volta ci aiutano nell’affrontare le difficoltà, nel rispondere alle esigenze degli altri con partecipazione.
La fragilità è come uno scudo che ci difende dalle calamità, quello che di solito consideriamo un difetto è invece la virtuosa attitudine che ci consente di stabilire un rapporto di empatia con chi ci è vicino.
Il fragile è l’uomo per eccellenza perché considera gli altri suoi pari e non potenziali vittime, perché laddove la forza impone, respinge e reprime, la fragilità accoglie, incoraggia e comprende."

Vittorino Andreoli

06/12/2024

"Vivere a lungo è diventato il nostro ideale, non vivere bene. Ormai della vita abbiamo solo una concezione quantitativa. Perché il contatto con noi stessi si è perso nel rumore del mondo. Gli sguardi si incontrano solo per evitarsi. Al lavoro ci attacchiamo come naufraghi. La storia non racconta più la vita dei nostri padri, e la parola che rivolgiamo ai figli è insicura e incerta.

Il bisogno di essere accettati e il desiderio di essere apprezzati ci fanno percorrere strade che non sono nostre, strade che imbocchiamo perché altri ce lo chiedono, e noi non sappiamo dire di no. Smarriamo noi stessi nell’inutile fatica di compiacere agli altri. E nel rincorrere la ricchezza, il successo, la fama, il potere, cose che ci permettono di comprare «cose».

Ma non conta la quantità, ma la qualità. Non quanti siete, ma chi siete. Non numeri ma efficienza, non fretta ma costanza. Dobbiamo impegnarci non per vivere a lungo, ma per vivere abbastanza; per vivere a lungo c’è bisogno del destino, per vivere abbastanza c'è bisogno dell'animo. La vita è lunga se è piena; ed è ricca per chi ha trovato se stesso ed è contento di ciò che è."

Umberto Galimberti

31/10/2024

"Per crescere i figli in modo felice c'è una sola soluzione: le relazioni d'affetto, sia che si tratti di una coppia etero sia che si tratti di una omosessuale.
Là dove vige l'amore si cresce bene, là dove vige la violenza o il gelo emotivo si cresce male.
Che la smettano di dire che la famiglia è fatta da un uomo e da una donna, perché questa è una visione fondamentalmente materialista. Lo stare insieme non è semplicemente mettere al mondo i figli, ma ha anche il significato di volersi bene, di dedicarsi a un'opera educativa. [...] i figli sono figli non perché vai a letto con una donna e la donna va a letto con un uomo, sono figli perché li cresci, perché stai insieme a loro, perché rispondi alle loro domande, perché stai attento ai loro bisogni. Questo significa "paternità" e "maternità", da chiunque sia svolta."

Umberto Galimberti

Indirizzo

Via Anselmi 11
Casteggio
27045

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 17:00
Mercoledì 16:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 16:00

Telefono

+393487658843

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