17/09/2025
La farmacia al centro della prevenzione cardiologica, al fianco del medico: che si parli di prevenzione primaria, con un ruolo educativo e di sensibilizzazione, o di prevenzione secondaria, con l’impegno verso l’aderenza alle terapie e la facilitazione alla loro reperibilità, il farmacista in farmacia è in una posizione chiave al fianco del cittadino. È quanto emerso al convegno “Prevenzione cardiologica: strategie integrate per la salute del cuore”, che si è tenuto ieri al Senato.
Nel portare i saluti istituzionali, Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, ha ricordato come la prevenzione sia strategica in questo momento storico. “L’istituzione del Servizio sanitario nazionale pubblico e universalistico che abbiamo in Italia è stata una rivoluzione, ma i tempi sono cambiati – ha dichiarato Gemmato -: le persone invecchiano e il nostro Paese è caratterizzato da un inverno demografico. Se vogliamo che il Ssn resti sostenibile bisogna puntare sulla prevenzione tenendo conto che, anche il più cospicuo finanziamento rischia di fallire senza un cambio di modelli organizzativi”.
In rappresentanza della rete delle farmacie italiane, Marco Cossolo, presidente di Federfarma, ha ricordato il ruolo di questo presidio sanitario capillarmente presente sul territorio nella prevenzione cardiovascolare. “Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte, ma ciò che le rende particolari è il fatto che, in modo scientifico, siano stati individuati degli interventi a livello di stile di vita che possono ritardarne l’insorgenza”, ha affermato Cossolo. Il presidente di Federfarma ha quindi citato i tre strumenti attraverso i quali la farmacia può offrire un supporto alla prevenzione cardiovascolare. Prima di tutto c’è l’erogazione dei servizi di telemedicina, che ha anche un impatto positivo sui tempi di attesa per l’accesso alle medesime prestazioni presso le strutture sanitarie pubbliche: “Nel primo semestre di quest’anno, nelle quasi 12mila farmacie aderenti, sono state erogate oltre 530mila prestazioni tra Ecg, Holter cardiaco e pressorio, che hanno permesso di rilevare circa 60mila anomalie, con rinvio al medico o al pronto soccorso”, come ha spiegato Cossolo. Il secondo strumento è il counseling: “Il farmacista è abituato a parlare con il cittadino” ha proseguito il presidente di Federfarma. In ultimo, vi è il contributo alla dispensazione del farmaco che è sempre stata la caratteristica chiave della professione e che deve tornare ad essere una dispensazione attiva. In questo senso, ben venga il passaggio dalla distribuzione per conto alla distribuzione convenzionata; un passaggio che aumenta l’aderenza alle terapie e, dunque, il successo terapeutico, a beneficio delle casse dello Stato”.
Anche Andrea Mandelli, presidente della Fofi, ha parlato di prevenzione come “iniziativa strategica e importante”, mentre il cardiologo Claudio Ferri, nel suo intervento sulla prevenzione primaria e secondaria, ha più volte citato i farmacisti ricordando il loro ruolo nel monitoraggio e nella individuazione di persone a rischio attraverso le analisi di prima istanza, insieme al medico: “Le farmacie sono presidi fondamentali – ha sottolineato nel suo intervento - perché rendono possibile la realizzazione di studi con migliaia di persone, valutando tanti parametri, in poco tempo”. Anche il cardiologo Pasquale Perrone Filardi, responsabile scientifico dell’incontro, ha osservato come la farmacia sia “in prima linea nella prevenzione cardiovascolare o tale dovrebbe diventare nel prossimo futuro se si vuole contrastare l’incidenza delle malattie cardiovascolari.”