06/03/2025
➡️Chi sono?
In generale, si definiscono “late-talkers” o “parlatori tardivi”quei bambini che sviluppano il linguaggio tra i 2 e i 3 anni, periodo in cui la maggior parte dei coetanei è già in grado di utilizzarlo per comunicare con gli altri.
Diversi autori riferiscono che la prevalenza di bambini late talkers tra 24 e 29 mesi è compresa tra il 13 e il 20%. Nonostante la percentuale di bambini con queste caratteristiche tenda a diminuire con il crescere dell’età, molti lavori hanno evidenziato che i bambini che presentano un ritardo di linguaggio nei primi anni di vita risultano a rischio per successivi disturbi specifici di linguaggio (DSL) e di apprendimento (DSA).
➡️Quali sono i criteri che definiscono il ritardo di linguaggio?
Per identificare il ritardo di linguaggio esistono prove e questionari strutturati, che tengono in considerazione diversi parametri. I più importanti sono sicuramente il numero di parole prodotte dal bambino, la capacità di formare frasi e la lunghezza di queste ultime.
➡️Quali sono le indicazioni nel caso di ritardo di linguaggio?
Ad oggi le ricerche sono concordi nel dire che un riconoscimento precoce e, dunque, un’attenzione mirata possono offrire al bambino maggiori occasioni di sfruttare al massimo le sue potenzialità e quelle offerte dall’ambiente. Infatti, l’età della diagnosi e la precocità dell’intervento sono considerati, al momento attuale, come due dei criteri centrali per la buona riuscita di un progetto di educazione al linguaggio.