19/09/2025
ACCOGLIENZA SENZA AMBIGUITÀ
Come per ogni altra questione, stanno girando in rete notizie non vere, in una Babele informativa senza controllo, che disorienta e condiziona molta gente. È vero che la rete permette anche di cercare e trovare fonti attendibili per verificarle, ma una persona dovrebbe mettersi a farlo come lavoro principale e “campare” solo con questo.
Vengo alla questione di questa premessa, applicabile a molti altri temi e questioni.
A proposito di omosessualità, coppie gay e omogenitorialità, la Chiesa ha una posizione chiara e legittima, cercando di far dialogare fede e scienza. Allo stato attuale delle conoscenze, si può affermare che la questione del genere, e più ampiamente dell’identità umana, non dipende da una singola causa, ma da un insieme complesso di fattori biologici, psicologici, sociali e culturali.
La scienza ha cercato di comprenderli meglio, ma non esiste tuttora una spiegazione univoca o definitiva. Tantomeno su base genetica, come qualcuno va blaterando, quasi a giustificare e chiudere il discorso: “Sono nato, nata così!” Da credente, aggiungerei anche che dipende pure dalla dimensione spirituale. Dimenticata da molti, eppure oggi altrettanto abusata dentro le variegate religioni dell’io, dei miti antichi e della dipendenza.
La Chiesa non vuole imporre nulla, ma, per dialogare, è necessario che abbia una posizione chiara per i credenti, aperta a chi vuole. Apertura sia teologica che antropologica. Papa Francesco ha spinto più sulla seconda dimensione, che ha connotato anche quella pastorale, cioè l'azione concreta di evangelizzazione della Chiesa nel mondo. Papa Leone, mi sembra di poter dire, sta spingendo più sulla prima e sulla irrinunciabile dimensione spirituale. Ritrovare una sapiente integrazione tra tutte queste dimensioni è strada per costruire un’unità di fronte alle polarizzazioni presenti anche dentro la Chiesa, non sempre messe in scena per dialogare, ma per dividere e dividersi.
La fede, che va ben oltre la teologia e l’antropologia e dalla quale certamente deriva anche un’etica, può essere proposta, mai imposta.
In Papa Leone XIV rilevo un’accoglienza universale e una dottrina su questi aspetti chiara. Non come certi scritti che leggo da tempo. Egli ha ribadito che la Chiesa è aperta a “tutti, tutti, tutti”, riprendendo l’espressione di Papa Francesco. Tuttavia, ha chiarito che è “altamente improbabile” che la dottrina cattolica sul matrimonio e sulla sessualità venga modificata nel prossimo futuro.
“Il matrimonio resta definito come una famiglia composta da un uomo e una donna in un impegno solenne, benedetti nel sacramento del matrimonio.”
A proposito delle benedizioni alle coppie omosessuali e del documento Fiducia Supplicans, Leone XIV, in continuità con Francesco, ha riconosciuto il documento che permette la benedizione delle coppie omosessuali, ma non in forma rituale o simile al matrimonio. Anche qua tanta confusione.
Ha criticato le iniziative ecclesiali che cercano di ritualizzare queste benedizioni, affermando che ciò contraddice lo spirito del documento. Aggiungo, oggetto di molte strumentalizzazioni, non solo fuori della Chiesa, ma anche da parte di alcuni credenti.
Già nel 2012, da vescovo, Prevost aveva espresso preoccupazione per la promozione di “modelli di famiglia alternativi” e “ideologie di genere” che, secondo lui, creavano confusione. E lo aveva detto anche Papa Francesco, definendola uno dei “pericoli più brutti”, perché “annulla le differenze e rende tutto uguale”, e che “cancellare la differenza è cancellare l’umanità”. Fino a dire che l’ideologia gender rappresenta una “colonizzazione ideologica”, uno “tsunami” e una “guerra al matrimonio”.
Papa Leone ha mantenuto una linea pastorale di ascolto e rispetto, ma senza cedere su principi evangelici da cui, per i credenti, devono derivare quelli dottrinali e pastorali.
Riguardo alla famiglia e alla società ha affermato: “Investire sulla famiglia, fondata sull’unione stabile tra uomo e donna, è essenziale per costruire società civili armoniche e pacificate.” Cose che troviamo anche nella nostra laica Costituzione. Molti dicono di conoscerla e rispettarla, sicura guida al bene comune. A me non pare, e su più fronti. Non mi nascondo quando affermo, già da un po’, che Leone si distingue, rispetto a Francesco, per uno stile più riflessivo, sobrio e fermo: accoglienza senza ambiguità, azione pastorale senza rotture dottrinali. Sarà il suo pontificato, via via, a svelarlo meglio.
Questo riguarda anzitutto il cammino della Chiesa che guarda al mondo e ai segni dei tempi. I quali non sono, per i cristiani cattolici, tutti da abbracciare, piuttosto da conoscere, valutare, discernere, portando un contributo interno ed esterno alla Chiesa, sempre con gli occhi della fede e aperti a un dialogo con il mondo. Senza pericolosi sincretismi, falsi adattamenti, discutibili integrazioni, “simpatiche” compiacenze. Dialogo realistico, laddove si riesce a realizzarlo, non chiudendo mai in modo definitivo le porte.
È questa la Chiesa che amo. Solida, capace di accogliere tutti, capace di rilevare i segni buoni del tempo che attraversa, capace di prendere le distanze da ciò che tradisce proprio quell’umano che Dio ama e ci invita a custodire. Senza paura, senza nascondersi.