20/07/2025
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Un narcisista patologico è un artista del disastro emotivo, un illusionista dell'amore che sa esattamente come intrattenere il pubblico… e torturare il privato. In pubblico, è tutto un sorriso scolpito, charme prestato, e atteggiamenti degni di un Oscar. Fa apparire la persona che lo ama come un trofeo vivo: da esibire, lucidare e, soprattutto, usare come specchio per riflettere la propria brillantezza immaginaria. È gentile, attento, anche affettuoso – ma solo se ci sono occhi che lo guardano. Gli altri devono credere alla favola, così lui può continuare a vivere nella sua personale fiction psicotica.
In privato? Si trasforma. No, non nel senso magico. Parliamo più di uno smottamento geologico dell'anima. Lì, il partner non è più una persona ma una funzione. Un'estensione. Un telecomando emotivo da pigiare quando serve. Se l'amore si aspetta reciprocità, qui si ottiene solo l'eco del proprio dolore.
La sostituibilità? Fulminante. Chi ama un narcisista è intercambiabile come una batteria scarica. Quando non servi più, vieni tolto come un’app obsoleta: niente aggiornamento, niente spiegazioni. Solo disinstallazione silenziosa. Peggio ancora, una volta sostituito, smetti proprio di esistere. Sei un nome che non si pronuncia, una presenza cancellata come cronologia compromettente. Se provi a tornare, lui o lei ti guarda come se fossi un fastidioso popup. E sì, questo perché non sa amare. Non in quel modo umano, imperfetto, compassionevole. Lui sa desiderare, controllare, consumare. Ma amare? No. L’amore richiede un’identità stabile. E il narcisista ha solo un vuoto rivestito da una maschera ben stirata.
E se ti stai chiedendo se ha sofferto quando ti ha perso, la risposta è no. Ha sofferto solo l’imbarazzo di dover trovare un nuovo specchio. Uno che lo riflettesse abbastanza bene da non far notare quanto è rotto dentro.