Dott.ssa Tria Biologa Nutrizionista

Dott.ssa Tria Biologa Nutrizionista Sono una biologa nutrizionista con esperienza nel campo nutrizionale sia in condizioni fisiologiche che patologiche.

Credo che la “dieta”,come corretto stile di vita, sia alla base del benessere psicofisico.

Che le noci facciano bene alla salute perchè ricche di speciali sostanze nutritive antiossidanti, antinfiammatorie e ant...
07/11/2024

Che le noci facciano bene alla salute perchè ricche di speciali sostanze nutritive antiossidanti, antinfiammatorie e antitumorali è noto a tutti, ma sono sufficienti piccole quantità al giorno per trarne beneficio.

Quante noci mangiare al giorno?

Da nutrizionista vi dico che la porzione giornaliera dovrebbe aggirarsi intorno ai 25 grammi (ossia circa 4/5 noci di media dimensione). In questo modo si apportano all'organismo circa 150-180 calorie.

Il tarassaco è l'unico fiore che rappresenta i tre corpi celesti: il sole, la luna e le stelle. Il fiore giallo ricorda ...
01/11/2024

Il tarassaco è l'unico fiore che rappresenta i tre corpi celesti:
il sole, la luna e le stelle.
Il fiore giallo ricorda il sole,
il soffione la luna e i semi dispersi le stelle.
Il fiore di tarassaco si apre per salutare il mattino e si chiude la sera per andare a dormire.
Ogni parte del tarassaco è utile: radice, foglie e fiore.
Può essere usato per cibo, medicina e come colorante.
Fino al 1800, le persone rimuovevano l'erba dai loro prati per fare spazio ai tarassachi e ad altre "erbacce" utili come la stellaria, la malva e la camomilla.
Il nome tarassaco deriva dal francese "dent de lion", che significa dente di leone,
riferendosi alle foglie dentate.
Il tarassaco ha una delle stagioni di fioritura più lunghe di qualsiasi pianta.
I semi di tarassaco sono spesso trasportati via dal vento e viaggiano come piccoli paracaduti. I semi possono essere trasportati fino a cinque miglia dal loro punto di origine!
Uccelli, insetti e farfalle consumano il nettare o i semi del tarassaco. Il miele prodotto dalle api che impollinano i tarassachi è molto delizioso.
I fiori di tarassaco non hanno bisogno di essere impollinati per formare i semi.
La radice del tarassaco può essere utilizzata come sostituto del caffè.
Il tarassaco è utilizzato nella medicina popolare per trattare infezioni e disturbi del fegato.
Il tè fatto di tarassaco agisce come diuretico.
Se conosci i tarassachi, cresceranno steli più corti per ripicca.
I tarassachi sono, probabilmente, le piante di maggior successo che esistano. Sono maestri della sopravvivenza in tutto il mondo.

Con la fine dell'estate riprendono i buoni propositi! 🥰Ecco alcuni consigli per iniziare un programma alimentare al megl...
27/09/2024

Con la fine dell'estate riprendono i buoni propositi! 🥰

Ecco alcuni consigli per iniziare un programma alimentare al meglio e ricorda che un percorso alimentare NON significa PRIVAZIONE, SACRIFIO E SOFFERENZA.

Non lasciarti condizionare da esperienze negative e dicerie ma scegli un professionista con cura e attenzione.

📌 Per intraprendere un corretto percorso alimentare inviami un messaggio per richiedere informazioni.
👩🏻‍⚕️

Dott.ssa Lucrezia Tria
(Biologa e Nutrizionista)

Vit D e protocollo del dottor COIMBRA (neurologo).Il protocollo del dottor Coimbra prevede elevati dosaggi di vitamina D...
14/09/2024

Vit D e protocollo del dottor COIMBRA (neurologo).

Il protocollo del dottor Coimbra prevede elevati dosaggi di vitamina D per combattere numerose patologie. Questo modo nuovo di utilizzare la D, sfruttandone le enormi potenzialità di riequilibrio del sistema immunitario, soprattutto nelle malattie autoimmunitarie.
Il metodo di cura con alte dosi di vitamina D è stato sviluppato dal neurologo Cicero Galli Coimbra. Diversi anni fa, cercando nuove possibilità terapeutiche nelle malattie neurodegenerative, Coimbra ebbe la possibilità di conoscere una gran mole di dati scientifici riguardanti la vitamina D, la maggior parte dei quali non era minimamente utilizzata nella comune pratica clinica. Si rese conto allora che un grande numero di pazienti avrebbe potuto trarre grandi giovamenti dall’applicazione di quei dati su loro stessi. Così cominciò a somministrare delle dosi considerate piuttosto alte (10.000 UI) di vitamina D a pazienti affetti da malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson.
Il suo semplice ragionamento era: non è possibile che la natura possa creare spontaneamente una condizione di tossicità con queste dosi, considerato che il corpo umano è in grado di sintetizzare 10.000 UI e più di vitamina D dopo circa 20 minuti di esposizione al sole. Inoltre, negli ultimi anni c’era un comune accordo tra gli scienziati sulla revisione delle vecchie RDA di 400/600 UI giornaliere, considerate per lo più inefficaci, a favore delle 7000 UI, dose considerata utile e sicura.
Uno dei pazienti di Coimbra, affetto da Parkinson e al quale era stata prescritta la dose di 10.000 UI, tornato al controllo dopo alcuni mesi mostrò, oltre al miglioramento delle condizioni cliniche, anche la regressione di alcune chiazze di vitiligine da cui era affetto.
Questo fu il punto di partenza per un approfondimento degli studi sul sistema immunitario in relazione all’efficacia della vitamina D nelle malattie autoimmuni. Infatti tale sostanza è un potente regolatore del sistema immunitario, in grado di calibrare la funzione di migliaia di geni in ogni cellula immunitaria.
Coimbra cominciò dunque a sperimentare su tutti i pazienti affetti da patologie autoimmuni la somministrazione di 10.000 UI di vitamina D3, constatando benefici più o meno grandi, ma si rese conto che questa dose non influiva sul decorso della malattia. Allora provò ad aumentare gradualmente i dosaggi, adattandoli alla resistenza individuale del paziente monitorata sul valore del paratormone (PTH).
Il neurologo ha usato un dosaggio iniziale modulandolo dopo pochi mesi (cioè aumentandolo o diminuendolo) in base al valore del PTH, che dovrebbe attestarsi intorno ai minimi del range.
L’importanza della misurazione del paratormone (PHT) per la D e il calcio
Sostanza secreta dalle ghiandole paratiroidi, il PTH regola il metabolismo del calcio e funge da interfaccia della vitamina D; più alta è quest’ultima (come valore ematico), più si abbassa il PTH. Tale abbassamento a opera del livello di vitamina D è il risultato finale di una catena di eventi che includono tutti i processi di attivazione di quest’ultima (idrossilazione, trasporto, attivazione dei recettori VDR ecc.); l’ultimo di questi è la riduzione del PTH, a testimonianza della piena attività della vitamina D.
Una cosa da evitare è che il PTH scenda a livelli talmente bassi da essere indosabile: questo evento porterebbe al rischio di deplezione di calcio dalle ossa, con conseguenze pericolose per lo scheletro e i reni. Pertanto, se non viene soppresso il PTH possiamo avere la sicurezza che le alte dosi di vitamina D somministrate non sono tossiche.
Dobbiamo inoltre sapere che il calcio ematico influenza il PTH ancora più della vitamina D. Pertanto, adottando la dieta con restrizione di calcio necessaria allo scopo di evitare una possibile ipercalcemia (data l’elevata quantità di vitamina D usata), dobbiamo controllare che essa non sia eccessivamente povera di questo minerale in assoluto.
Tale misura è necessaria per evitare che un’eventuale ipocalcemia stimoli troppo il valore ematico del PTH; in questo caso ciò dipenderebbe molto più dal calcio e poco dalla vitamina D, falsando l’interpretazione dei risultati. Quindi se un paziente adotterà una dieta troppo povera di calcio, il PTH ematico salirà per ripristinare il normale livello della calcemia, mentre se assumerà una dieta con troppo calcio il PTH si abbasserà indipendentemente dalla vitamina D, dando perciò un risultato falsato per gli scopi che ci si prefigge.
Gli esiti del protocollo
Con questo protocollo le malattie autoimmuni, secondo l’esperienza del dott. Coimbra e di altri medici che lo applicano – compreso il sottoscritto – possono andare in emissione, cioè fermare la loro progressione, approssimativamente nel 95% dei casi, nei quali la malattia rimane silente, senza nuovi segnali né clinici né radiologici di avanzamento.
Ovviamente i soggetti che hanno già manifestato gravi e inveterati danni causati dalle loro malattie, pur avendo dei benefici o fermando la progressione della patologia ne conserveranno i deleteri risultati.
Invece, in circa il 5% dei casi si può assistere a qualche piccolo miglioramento ma non alla remissione dell’attività della malattia.
Le cause della scarsa responsività alla vitamina D possono essere solo ipotizzate. La più importante di esse è rappresentata da alti livelli di stress. Infatti questa condizione può influire direttamente e negativamente sulla malattia, come anche studi recenti testimoniano.
Altri elementi poco meno importanti dello stress sono il fumo di sigaretta, l’abitudine a un ampio consumo di alcolici, i bagni troppo caldi e le frequenti infezioni, sia urinarie che di altro tipo. Queste condizioni, se presenti, possono continuare ad aggravare l’evoluzione della patologia, indipendentemente dalla vitamina D così come da altre terapie tradizionali.
A chi si rivolge il protocollo
Il protocollo del dott. Coimbra è adatto per curare tutte le malattie autoimmuni, in quanto non è specifico per una di esse ma serve a regolare fisiologicamente il sistema immunitario, interrompendo la spesso devastante reazione autoimmune. Durante l’esecuzione di questo protocollo il sistema immunitario aumenta la quota dei cosiddetti linfociti T regolatori, che bilanciano appunto tutta l’immunità dell’organismo e, allo stesso tempo, inibiscono l’iperreattività dei linfociti Th17, responsabili come abbiamo visto della risposta autoimmune. In seguito a entrambe queste azioni, la malattia va in remissione e il paziente, se non ha ricevuto gravi danni in precedenza, diviene in grado di condurre una vita piena e normale. Infatti dobbiamo considerare che negli individui affetti da patologie invalidanti progressive, come la sclerosi multipla o l’artrite reumatoide
di vecchia data, le suddette malattie possono aver causato danni pressoché irreversibili come la paralisi nel primo caso o le deformità articolari nel secondo.
In questi casi interrompere la progressione della malattia o provocarne la remissione non significa far scomparire i vecchi sintomi ormai strutturati ma la vitamina D è, comunque, in grado di apportare benefici e miglioramenti specie sulla stanchezza e l’infiammazione in tutte le sue forme. Generalmente i sintomi molto più recenti, per lo meno inferiori a un anno, possono essere suscettibili di regressione.
Ovviamente questo protocollo non porta a una guarigione ma a una costante remissione della malattia e dei sintomi per un tempo indefinito sino a che si continua a seguirlo. Ciò non significa necessariamente che esso debba essere protratto per tutta la vita. Possiamo pensare e sperare che il sistema immunitario, con il tempo, “dimentichi” il suo passato autoimmune e proceda nella regolarità, in modo tale che si possa fare a meno delle alte dosi di vitamina D.
Ulteriori studi sono in corso ma, per il momento, possiamo accontentarci dei notevoli risultati ottenuti.
Il protocollo con la vitamina D necessita anche di altri integratori, come abbiamo detto in precedenza, quali il magnesio, minerale da cui gli enzimi che convertono e attivano la vitamina D sono in larga parte dipendenti; e siccome una carenza di magnesio è difficiÌe da diagnosticare, a dispetto dei suoi valori nel sangue, è quanto mai utile fornire una piena e costante supplementazione di questo elemento fondamentale.
Degli altri integratori, quali la vitamina B2 (importante per gli enzimi idrossilasici che scandiscono le tappe di attivazione della vitamina D), gli omega 3, lo zinco, il selenio, la vitamina K2, l’acido folico ecc. abbiamo parlato in precedenza.
Dobbiamo solo ricordare che ogni malattia autoimmune necessita di un adattamento della terapia e dei suoi dosaggi.
Precauzioni indispensabili
Le alte dosi di vitamina D utilizzate in questo protocollo possono essere considerate tossiche per la medicina convenzionale, ma si deve considerare che esse non vengono prescritte per una persona sana, caratterizzata da una normale metabolizzazione o priva di una particolare resistenza alla vitamina D. I soggetti affetti da patologie autoimmuni, invece, necessitano di alti dosaggi e, per evitare qualunque rischio, devono come detto in precedenza sottoporsi a una dieta con restrizione di calcio e, soprattutto, a un’abbondante idratazione (con almeno 2,5 litri di acqua o liquidi al giorno) utilizzando necessariamente un’acqua a basso contenuto di calcio. Oltre a ciò essi devono essere strettamente monitorati da un medico esperto in questo tipo di protocollo ed eseguire periodicamente dei test ematici legati al metabolismo fosfo-calcico. Tutte queste misure devono essere adottate allo scopo di proteggere i reni che, in caso contrario, potrebbero soffrirne. Inoltre è altrettanto necessario che questi pazienti facciano del movimento fisico di tipo aerobico per mantenere una normale mineralizzazione ossea, monitorando lo scheletro con periodiche densitometrie in quanto, nel lungo periodo, l’inattività e l’alto dosaggio della vitamina D somministrata potrebbe condurre a una maggiore demineralizzazione ossea.

INTESTINO PARKINSON ALZHEIMER. Sono due patologie sempre più diffuse che si manifestano in età avanzata ma che originano...
12/09/2024

INTESTINO PARKINSON ALZHEIMER.
Sono due patologie sempre più diffuse che si manifestano in età avanzata ma che originano anni prima. Sono patologie che colpiranno sempre di più nel prossimo futuro. Scrivo sul Parkinson e del suo rapporto tra l’intestino e il cervello, mediato dal nervo vago. I neuroni sono le cellule che costituiscono il sistema nervoso. Sono le cellule più vecchie del nostro organismo. Sono state create quando eravamo nell’utero della nostra mamma. La sede anatomica con il più alto numero di neuroni e’ il cervello contenuto nella teca cranica. Si chiama cervello cranico. Bisogna andare oltre al cervello cranico e iniziare a parlare di cervello diffuso. Tutti i neuroni presenti nel nostro corpo costituiscono il cervello diffuso. L’intestino e’ una sede anatomica che contiene il più alto numero di neuroni dopo il cervello cranico. E’ stato definito anche il secondo cervello, come se fosse un cervello separato e meno importante del cervello cranico. L’intestino e’ un organo che guida l’intero organismo. Nella parete del nostro lungo sistema gastro-enterico sono collocati milioni e milioni di neuroni. Sono cellule che percepiscono tutti gli odori, i sapori, le stimolazioni meccaniche degli alimenti ingeriti. Sono neuroni che non rispondono alla nostra volontà. Essi agiscono e decidono in base a reazioni biochimiche programmate e codificate senza alcun intervento della nostra volontà. Noi non possiamo comandare le funzioni dell’intestino perché’ è sotto il controllo del sistema nervoso autonomo enterico. All’ interno del sistema intestinale c’è un altro organo biologico: il microbiota, che vive e cresce in noi non controllato dalla nostra volontà. Ma i neuroni posti sulla parete intestinale conoscono e controllano i miliardi di batteri che vivono nell’intestino. La qualità del cibo scelto da noi agisce sui neuroni enterici e sul microbiota. E dopo questo viaggio di presentazione arrivo a parlare di morbo di Parkinson e del morbo di Alzheimer. Queste due patologie degenerative stanno aumentando sempre di più. Sono patologie degenerative che nascono dapprima nell’intestino e poi si diffondono nel cervello cranico. La qualità molecolare nutrizionale della nostra alimentazione quotidiana può far degenerare i neuroni enterici, con la comparsa in loro di due molecole: alfa-sinucleina (Morbo di Parkinson), amiloide (Morbo di Alzheimer). Il Parkinson nasce nella parete intestinale compromessa da una errata alimentazione troppo ricca di acidi grassi saturi a lunga catena contenuti in alimenti di origine animali, da una grave e continua carenza di fibra alimentare vegetale, da alimenti ultra processati con additivi chimici. Il Parkinson parte dall’intestino per poi manifestarci nel cervello cranico. L’attuale modello alimentare contribuisce alla comparsa di queste due patologie.
Prof. Pier Luigi Rossi

- Sapevi che il miele contiene una sostanza che aiuta il cervello umano a funzionare meglio?- Sapevi che il miele è l'UN...
19/08/2024

- Sapevi che il miele contiene una sostanza che aiuta il cervello umano a funzionare meglio?
- Sapevi che il miele è l'UNICO cibo sulla terra che da solo può sostenere la vita umana?
- Sapevi che un cucchiaino di miele è sufficiente per sostenere la vita umana per 24 ore?
- Sapevi che la propoli prodotta dalle api è il più potente ANTIBIOTICO naturale?
- Sapevi che il miele non ha una data di scadenza?
- Sapevi che per guadagnare 1 kg. di tesoro, hai bisogno del nettare di più di 1.000.000 di fiori?
- Sapevi che c'è un cucchiaio di legno speciale per il miele, e non uno di metallo?
- Sapevi che i pascoli di api sono il cibo più salutare del mondo?
- Sapevi che Il polline può avere più di 1500 colori e sfumature?
- Sapevi che i corpi dei grandi imperatori del mondo sono stati sepolti in bare d'oro e poi ricoperti di miele per evitare il marcimento?
- Sapevi che le api sono gli UNICI insetti che producono cibo per l'uomo?
- Sapevi che mamma (regina) depone il doppio del suo peso nelle uova in un giorno?
- Sapevi che le api battono le ali più di 11.000 volte al minuto?
- Sapevi che l'unico miele che può essere apprezzato da persone allergiche ai prodotti dell'apicoltura è il miele di manna (manuka).
- Sapevi che il miele manuka è il miglior miele per le donne?
- Sapevi che il miele di acacia non è dolcificato?
Lo sai questo?

Un'ape vive meno di 40 giorni, visita almeno 1000 fiori e produce meno di un cucchiaino di miele, ma per lei è tutta la vita!

GRAZIE APINE LABORIOSE... 🐝🧡🐝

Quanta frutta e verdura consumare al giorno? Le raccomandazioni per la salute suggeriscono almeno 5 porzzioni di frutta ...
19/08/2024

Quanta frutta e verdura consumare al giorno?

Le raccomandazioni per la salute suggeriscono almeno 5 porzzioni di frutta e verdura, che arrivano in media a 400 g. Meglio sarebbe consumare almeno 600 g al giorno.

Verdura e frutta sono infatti ricchi di sostanze antiossidanti, che ci proteggono da patologie degenerative. Ovviamente senza esagerare con la frutta (per la quale consideriamo circa 2 porzioni al giorno.... una porzione è di circa 150 g).

Peccato che solo il 7% degli italiani consumi le fatidiche 5 porzioni. Qualcuno addirittura non ne consuma affatto, in particolare nelle regioni del centro-sud, in particolare in Campania, la patria della vera dieta mediterranea.

Ma oggigiorno il cibo vero è stato sostituito con la "cultura" del fast food e del cibo trash. Con grande gaudio di chi vende farmaci...

Eppure si potrebe tornare al cibo medicina... ci sarebbe più salute per tutti.

DOTT.SSA LUCREZIA TRIA

Mi chiedono spesso: "se faccio bollire la pasta (di frumento), durante la bollitura aumentano gli zuccheri?"1. La pasta ...
16/08/2024

Mi chiedono spesso:
"se faccio bollire la pasta (di frumento), durante la bollitura aumentano gli zuccheri?"

1. La pasta di frumento (o altri cereali) non contiene zuccheri (ovvero carboidrati semplici) ma AMIDI (ovvero carboidrati complessi).

2. Durante la bollitura, una parte di amido si trasferisce nell'acqua di cottura, essendo l'amido un composto idrosolubile. Quindi, possiamo affermare che si riduce la quantità di carboidrati dell'alimento. E non certo che aumentino gli zuccheri... che neppure ci sono oltretutto, a parte qualche minimo e irrilevante redisuo dell'idrolisi degli amidi a seguito dell'azione delle amilasi endogene del grano (consideriamo inoltre che le amilasi engogene, in quanto enzimi, sono proteine e quindi perdono la loro azione, ovvero vengono denaturate a temperature superiori a 60°C, quindi decisamente durante la bollitura).

3. Durante la cottura di alimenti contenenti amido, avviene la gelitinizzazione degli amidi. Che vuol dire? Semplicemente che gli amidi saranno più esposti all’azione digestiva degli enzimi, rispetto a un amido non gelatinizzato. Quindi, saranno digeriti più velocemente quando li mangeremo.
Ma questo non vuol dire che aumentano gli zuccheri durante la bollitura. Facciamo attenzione! Se sentite affermazioni del genere è chiara evidenza che vi sia totale assenza di cultura di chimica degli alimenti e di scienza della nutrizione.

In sintesi.
👉 La pasta la preferiamo assolutamente di grani antichi.
👉 La consumiamo al dente.
👉 Se la mangiamo fredda, gli amidi si saranno retrogradati (processo inverso alla gelatinizzazione) e si sarà formato amido resistente che, oltre a nutrire i batteri buoni dell'intestino, riduce il carico glicemico dell'alimento.
👉 Ovvimante non la mangiamo tutti i giorni. Per la quotidianità preferriamo il cereale (non raffinato) in chicco.

FARINA O SEMOLA. CONOSCI LA DIFFERENZA?La farina è lo sfarinato di un grano tenero. Può essere farina integrale, tipo 2,...
14/08/2024

FARINA O SEMOLA. CONOSCI LA DIFFERENZA?

La farina è lo sfarinato di un grano tenero. Può essere farina integrale, tipo 2, tipo 1, tipo 0 e tipo 00 (praticamente senza fibra e senza germe).

Per gli sfatinati di grano duro (dal colore più giallino) si parla invece di semola, che possiamo trovare nelle seguenti forme:
👉 Semola integrale di grano duro
👉 Semolato di grano duro
👉 Semola di grano duro

La semola integrale ha il maggiore contenuto di fibre, la semola ha il contenuto minore mentre il semolato ha una quantità di fibre intermedia tra le due.

Che sia semola o farina, importante è scegliere da Grani Antichi.





DORMIRE e SOGNARE. “ SOGNI d’ORO”.  Succede a molte persone, succede anche a me: d’estate dormo meglio, più ore di sonno...
12/08/2024

DORMIRE e SOGNARE.
“ SOGNI d’ORO”.

Succede a molte persone, succede anche a me: d’estate dormo meglio, più ore di sonno, e più sogni.
La causa?
Il sole sulla nostra cute produce vitamina D, che agisce sul l’ipotalamo, regista delle nostre funzioni vitali, come il sonno e il sogno. Dormire e sognare fanno molto bene al cervello perché durante la notte hanno la funzione di “ pulire” i neuroni cerebrali da scorie metaboliche e psichiche, formatesi durante la vita da svegli. Il sonno non e’ sempre accompagnato dal sogno. Sognare e’ un indicatore di salute fisica e psichica. Possiamo avere sogni variabili nei contenuti e nella emotività, in rapporto alle stimolazioni sensoriali arrivate dentro di noi attraverso i nostri sensi durante la giornata. La vitamina D agisce sul metabolismo del calcio determinando condizioni metaboliche positive per un sonno, per un sogno ristoratore.

Russare e’ una patologia che danneggia il sonno e il sogno. Le cause principali del russare: avere una circonferenza del collo superiore a 40 cm - avere una circonferenza addominale sopra a 100 cm. Il grasso addominale fa russare.
Dimagrire aiuta a dormire e a sognare. Occorre conoscere il valore della nostra vitamina D nel sangue: mai sotto il valore di 30 ng. Con scarsi valori di vitamina D: disagio nel dormire e nel sognare.

L’augurio “buona notte e sogni d’oro” e’ una frase antica presente nel mondo occidentale ed orientale. Vuol dire: trarre dal sonno e dai sogni il miglior bene sulla salute e sulla prosperità della propria vita. I sogni hanno un valore positivo. Da sempre e in ogni parte del mondo.
I sogni rendono il cervello più efficace, pronto ad affrontare la vita.
✨️🌙✨️

Dott.ssa Lucrezia Tria

09/08/2024

Ridurre l’impatto glicemico delle patate...

«Le patate sono bombe inesplose» ci ricorda Walter C. Willett.
Possono far aumentare la glicemia, per via della della struttura degli amidi in esse contenuti, avendo una percentuale più alta di amilopectine rispetto all’amilosio.

Generalmente il suggerimento è quello di non consumarle tutti i giorni. Ovviamente quello che conta è il carico glicemico, quindi è importante che il loro consumo sia parsimonioso.

Possiamo preparare patate lesse unite a grassi di qualità (come olio extravergine di oliva), che riducono l’indice glicemico.

Anche la fibra solubile riduce l’assorbimento degli zuccheri a livello intestinale: possiamo dunque unirle a un po’ di legumi. Ad esempio ceci o fagioli borlotti.

C’è anche un altro modo per ridurre l’indice glicemico e il carico glicemico. Dopo averle bollite, le facciamo raffreddare e le riponiamo in frigo per circa 8 ore. In questo modo si ha la retrogradazione degli amidi, che quindi diventano meno attaccabili dai nostri enzimi digestivi. Anche perché una piccola parte di amidi si trasforma in amido resistente (una fibra solubile), che non viene digerito e assorbito; in questo modo si riduce l’indice (per via dell’incremento della fibra solubile) e il carico glicemico (legato anche la quantità di carboidrati presenti nell’alimento, essendosi, in parte trasformati in fibra solubile).
In questo caso, prima del consumo poniamo le patate fuori dal frigo e le teniamo a temperatura ambiente per qualche minuto, senza riscaldarle.

Se consumate, vanno inserite nel pasto al posto dei cereali.

Tratto dal libro "Questa non me la mangio" edito Terra Nuova Edizioni.







LA CANAPA, QUELLA CHE DETTE FASTIDIO AGLI INDUSTRIALI AMERICANI CHE SI ARRICCHIVANO DAL PETROLIO...E NOI CONTINUIAMO A "...
03/08/2024

LA CANAPA, QUELLA CHE DETTE FASTIDIO AGLI INDUSTRIALI AMERICANI CHE SI ARRICCHIVANO DAL PETROLIO...E NOI CONTINUIAMO A "AVVELENARCI" DI MICROPLASTICHE...

CAMBIARE SI PUÒ!
Dott.ssa Lucrezia Tria

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