Fisioterpia e Posturologia Airam

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Fisioterpia e Posturologia Airam Fisioterapia e posturologia Airam di Monica dott. Bellini. Inscritta all'ordine dei dottori in fisioterapia N. registro 1001. Prenota su WhatsApp 035926575.

Laureata in tecniche psicoterapeutiche del non verbale con equilibrio Vibrazionale. La segreteria e messaggi WhatsApp ci permettono di non interrompere i colloqui e terapia in corso.Le chiediamo di collaborare lasciando i suoi dati per avere riscontro.

03/04/2023

Essendo eremo di clausura chiuso per esercizi spirituali

03/04/2023

L'ambulatorio è chiuso fino al 17 aprile compreso

31/03/2023

Io e mio marito siamo diventati genitori, però.
Mio marito ha continuato il suo lavoro, io no.
Mio marito non ha diminuito il suo reddito, io sì.
Mio marito continua ad accumulare esperienza lavorativa, io ho imparato i manuali di allattamento, attaccamento sicuro, alimentazione complementare, tutti applicati con successo, ma niente di tutto questo è per il CV.
Mio marito mantiene i suoi hobby, io non posso uscire senza che qualcuno mi chieda: “Con chi hai lasciato il bambino?”
Mio marito non ha dovuto rifiutare offerte di lavoro perché non sono compatibili con l’educazione, io sì.
Mio marito dorme, io no, sono felice di allattare ma stanca.
No, non siamo nelle stesse condizioni, finché la società non riconosce che l’educazione di un bambino è un lavoro non retribuito più esigente di qualsiasi altro.
Ora sono più empatica con le altre donne, per anni le hanno definite mantenute quando in tutta la storia sono state e sono quelle che hanno tenuto in vita l’umanità.
C’è ancora molto da fare.

- T. Moon

30/03/2023

LA NOIA di Catherine L'Ecuyer
Tolstoj diceva che «annoiarsi significa desiderare».
Il fatto che un bambino non si sappia annoiare di solito è sintomo che è iperstimolato.
Non dimentichiamoci che la noia è il preambolo dello stupore. Se li lasciamo annoiare, inizieranno a cercarsi la vita, ad essere creativi e a mettere in moto le loro funzioni esecutive (pianificazione, attenzione, memoria di lavoro, ecc. ) attraverso il gioco libero.
La noia non è un grido d'allarme che ci deve trasformare in animatori di giochi o organizzatori di compleanni straordinari.
Non è necessario occupare tutte le sue ore. Rilassiamoci.
La vita ordinaria è già abbastanza interessante: bisogna aiutarli a riscoprire lo straordinario dell'ordinario.
Illustrazione di Elsa Beskow.
Estrategias Educativas

30/03/2023

E' accaduto Sabato mattina a Grosseto a un gruppo di ragazzi con sindrome di Down che sta vivendo una esperienza di vita indipendente.
Come ogni settimana si sono presentati al supermercato per fare la spesa da portare nel loro appartamento, solo che stavolta, quando sono arrivati alla cassa, la carta di credito dell'associazione è stata rifiutata per un problema tecnico.
I ragazzi si sono trovati inaspettatamente in una comprensibile situazione di difficoltà e di imbarazzo.
Senza pensarci due volte, la cassiera che era di fronte a loro, compresa la situazione, ha generosamente deciso di salvare il loro fine settimana, provvedendo personalmente a pagare la spesa per tutti.
A questa donna generosa, che ha voluto rimanere anomima, il nostro grazie più sentito. Sono questi piccoli gesti di generosità quotidiana che ci fanno bene al cuore e ci donano speranza. Brava.

30/03/2023

Aiutiamoci !!!! Impariamo questo segnale.

29/03/2023
29/03/2023
29/03/2023
27/03/2023

Gli idioti

Il peggio non è confrontarsi
con un id**ta con la testa vuota
ma farlo con un id**ta
con la testa piena di ego.
Il primo, tutto sommato, ti farà sorridere.
Il secondo, invece, se non assecondato
cercherà di farti piangere.
Farà di tutto, userà ogni mezzo per farti male.
Per piegarti, umiliarti, asfaltarti.
Gli idioti con la testa piena di ego
sono pericolosi, molto pericolosi
sia in ambito famigliare
sia lavorativo
sia per la società, se ricoprono un ruolo importante.
Riconoscerli è facile, basta dire:
"Non sono d'accordo con te".

🍎🔥
Michele de Paolis

Dip: J.W.Waterhouse
Eco e Narciso

26/03/2023

«Il Quoziente Intellettivo medio della popolazione mondiale sta diminuendo nell’ultimo ventennio.

Una delle cause è l'impoverimento del linguaggio.

Diversi studi dimostrano infatti la correlazione tra la diminuzione della conoscenza lessicale (e l'impoverimento della lingua) e la capacità di elaborare e formulare un pensiero complesso.

La graduale scomparsa dei tempi (congiuntivo, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato) dà luogo a un pensiero quasi sempre al presente, limitato al momento: incapace di proiezioni nel tempo.

Un altro esempio: eliminare la parola "signorina" (ormai desueta) non vuol dire solo rinunciare all'estetica di una parola, ma anche promuovere involontariamente l'idea che tra una bambina e una donna non ci siano fasi intermedie.

Meno parole e meno verbi coniugati implicano meno capacità di esprimere le emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero.

Gli studi hanno dimostrato come parte della violenza nella sfera pubblica e privata derivi direttamente dall'incapacità di descrivere le proprie emozioni attraverso le parole.

Più povero è il linguaggio, più il pensiero scompare.
La storia è ricca di esempi e molti libri (1984, di George Orwell; Fahrenheit 451, di Ray Bradbury) hanno raccontato come tutti i regimi totalitari abbiano sempre ostacolato il pensiero attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole.

Se non esistono pensieri, non esistono pensieri critici. E non c'è pensiero senza parole.

Facciamo parlare, leggere e scrivere i nostri figli, i nostri studenti. Insegniamo e praticare la lingua nelle sue forme più diverse. Anche se sembra complicata. Soprattutto se è complicata.
Perché in questo sforzo c'è la libertà.

Coloro che affermano la necessità di semplificare l'ortografia, sfrondare la lingua dei suoi “difetti”, abolire i generi, i tempi, le sfumature, tutto ciò che crea complessità, sono i veri artefici dell’impoverimento della mente umana.

Non c'è libertà senza necessità.
Non c’è bellezza senza il pensiero della bellezza.»

Christophe Clavé

21/03/2023

Non hai bisogno di caffè; Hai bisogno di dormire.
Non hai bisogno di nicotina; Devi camminare.
Non hai bisogno di alcol; Hai bisogno di ridere a crepapelle.
Non hai bisogno di sesso; Hai bisogno di connessione.
Non hai bisogno di stupefacenti; Hai bisogno di pensare.
Non hai bisogno di stimolanti; Hai bisogno che ti abbracci.
Non hai bisogno di allucinogeni; Hai bisogno di arte.
Non hai bisogno della televisione; Hai bisogno di poesia.
Non hai bisogno di relazioni amorose; Hai bisogno di amore.
Hai bisogno di te.
Ho bisogno di me.
Soprattutto hai bisogno di pace interiore, il che richiede armonia tra l'interno ed esterno.
Fai quello in cui credi, e credi in quello che fai.

12/03/2023
07/03/2023

Terzo segreto di Fatima:

Nel tempo ho seguito come terapeuta il dolore di molti e la loro rinascita.
05/03/2023

Nel tempo ho seguito come terapeuta il dolore di molti e la loro rinascita.

SCIMMIA

Eugenio Finardi l’ho sempre amato, per i suoi testi impegnati e per il fatto d'essere sempre stato in guerra con le case discografiche, a proposito delle quali, alcuni anni fa, fece scalpore una sua dichiarazione che recitava: «L'arroganza dei discografici è diventata ormai insopportabile. L'artista oggi non è più libero di scegliere le canzoni che preferisce, di scrivere quello che effettivamente sente dentro e vuole trasmettere al suo pubblico. Per i discografici esiste solo il mercato ed il valore di un disco si misura soltanto dal numero di copie che riesce a vendere, peraltro a prezzi vergognosamente alti. E chi si ribella a questo sistema dopo un po' deve cambiare mestiere.»
Per questi motivi, secondo lo scrivente, Finardi ha ottenuto meno di quello che meritava. Tra le tante, bellissime, canzoni una sconvolse la mia vita di adolescente: Scimmia, la canzone più penetrante, al pari di He**in dei Velvet Underground, sugli effetti dell’eroina. Chiunque l’abbia ascoltata non può non aver provato un brivido, uno shock.
Sicuramente chi è passato dall’inferno, quell’inferno lo racconta meglio di chi lo ha studiato o vissuto da spettatore. La canzone nasce nel periodo in cui, in Italia ma non solo, si fa largo uso della nuova droga, l’eroina. Perché, tornando indietro nel tempo, o riavvolgendo il nastro in questo caso, poco dopo l’inizio degli anni settanta compare nelle strade e nelle piazze una nuova droga, il cui consumo in breve tempo comporta la scomparsa delle altre droghe, comprese quelle leggere. Quella droga, l’eroina, nel ventennio successivo provocò la morte di tantissimi ragazzi, tanto da far coniare il termine di “generazione scomparsa”. Scimmia, come He**in, sembrano canzoni di un’altra epoca, di un tempo che pensavamo, appunto pensavamo, scomparso. Dimenticato nelle pagine di qualche libro o nelle note di qualche canzone. Purtroppo no. Negli ultimi anni il consumo di eroina è tornato ad aumentare; le morti causate da questa droga rappresentano oltre il 60% del totale dei decessi per uso di sostanze stupefacenti. Ma il dato più preoccupante è relativo al fatto che i morti raddoppiano ogni anno.
La fotografia che accompagna questo breve scritto è un celebre scatto della Milano di fine anni settanta, zona Bovisa, e ritrae un ragazzo di sedici anni morto di overdose.
Quel ragazzo di chiamava Dario Rizzi.
Una curiosità: "avere la scimmia sulla schiena" è una frase di origine americana; il detto deriva da “Monkey on one’s back” e vuole indicare lo stato di astinenza di una persona che fa uso di sostanze. Nacque in riferimento ai problemi di alcolismo: la fantasia popolare vedeva l’alcolizzato come vittima di una scimmia che gli stava appollaiata sulle spalle e lo invitava, pressata dal proprio bisogno, a bere. Se l’“ospite” declinava l’invito l’animale subito si vendicava facendolo star male graffiandogli il viso e tirandogli i capelli. La vendetta della scimmia, oggi, si potrebbe “identificare” nel gravissimo disagio di colui che si trova in crisi di astinenza.

Fabio Casalini

Come terapeuta lavoro sulla disistima di se stessi, mai disperare ! Con gli Equilibri e senza psicofarmaci ottimi risult...
03/03/2023

Come terapeuta lavoro sulla disistima di se stessi, mai disperare ! Con gli Equilibri e senza psicofarmaci ottimi risultati.

Vicky ha tre anni. Sua madre le dice che non può più giocare con i pennarelli perché si è sporcata tutta. Così le infila tra le mani una bambola di stoffa e la invita a giocare con quella.

Vicky ha sette anni. Il suo compagno di classe Lorenzo le dice che i suoi disegni sono brutti. Non può disegnare, non è capace, le ripete di continuo.

Vicky ha dieci anni. A scuola di danza le altre le ridono dietro. Dicono che non potrà mai diventare una vera ballerina. Troppo grassa.

Vicky ha quattordici anni. Ha dato un bacio a Giuliano, crede di essere fidanzata ora, ma Giuliano le ha detto che in realtà non c'è niente tra loro perché una come lei non potrà mai avere un fidanzato.

Vicky ha ventidue anni. Al primo esame universitario l'emozione le ha fatto fare scena muta. La professoressa le dice che non sa studiare e che se va avanti così non potrà continuare a frequentare la facoltà.

Vicky ha ventisei anni. All'ennesimo colloquio di lavoro le dicono che se non è capace a fare questo e quello, se non ha già avuto esperienza, allora non potrà essere assunta.

Vicky ha trent'anni. Ma chi è Vicky oggi? Non lo sa, Vicky non lo sa. Si sente come una scatola vuota, non c'è niente dentro di lei. Vicky non sa fare, Vicky non può fare. Questo le hanno sempre fatto credere. Tu non puoi. Tu non sei capace. Vicky si chiude nella sua stanza, piange in silenzio. Vicky è stufa di sentirsi dire che non può fare niente. Ha deciso, domani salirà sul davanzale della finestra e si butterà giù, aprirà le braccia nel suo primo e ultimo volo. Nessuno le ha mai detto che avrebbe potuto fare. Disegnare, ballare, studiare, lavorare, innamorarsi. Nessuno le ha mai detto che poteva vivere, "sì, puoi vivere Vicky", che se una strada si chiude, un'altra se ne apre, che gli altri non possono frenare i tuoi sogni, che bisogna credere in se stessi ogni giorno, ogni ora, ogni istante.

Anche tu forse l'hai conosciuta una Vicky ma magari non lo sai perché Vicky si nasconde, finge di stare bene, si confonde tra la gente. Ricorda di non dire mai alle persone che non possono fare qualcosa, che non sono capaci. Aiutale a trovare la loro strada. Perché non puoi sapere se davanti a te c'è un qualcuno che se ne frega delle tue parole o se c'è Vicky che aspetta da una vita di sentirsi dire "tu puoi".

Sabrina Ferri

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