26/03/2024
I Bambini non si " collocano"!!
E' questo il "Manifesto" che bisognerebbe affigere a lettere cubitali nei diversi Tribunali che dicono di occuparsi della Tutela dei Minori- Scandalosa dicitura , questa, che può leggersi negli infiniti, troppi Provvedimenti emessi dai Giudici , a seguito di scandalosi e scellerati interventi che colpiscono in Italia migliaia di Nuclei Familiari.
I "fatti di Bibbiano" hanno lasciato emergere un "cancro" che si riteneva limitato e circoscritto , tanto da far sopire i Media e gran parte della Opinione Pubblica. Oggi sappiamo che esistono migliaia di Bibbiano che nessuno , o in pochi hanno l'interesse a fare conosce e divulgare.
Gli interessi Politico- economici che muovono tale "filiera" vanno denunciati a viva voce nel tentativo di Restituire Dignità e Diritti lesi a tutti i Soggetti "stritolati" da un sistema che può definirsi il "tritacarne" , la "Piovra" dai mille tentacoli, spesso invisibili e subdoli.
Tali meccanismi "perversi" condannano centinaia di migliaia di Minori innocenti a reclusioni sotto le quali talvolta è scritto " Fine pena mai". Attraverso tali "strumenti " si condannano inoltre innumerevoli nuclei familiari ad attraversare calvari a causa di una burocrazia cieca e sorda ai reali bisogni e alle Emergenze Sociali. I vuoti Istituzionali e Legislativi sono i veri responsabili di tali crimini. L'incapacità di applicare Politiche Sociali adeguate e funzionali alle richieste dei Territori rappresentano il vero Scandalo che una Società Civile non deve più tollerare.
I casi per cui troviamo molti minori allontanati da casa e dal proprio nucleo continuano incessantemente a caratterizzare la cronaca nera dei nostri giorni Sempre più spesso i soggetti fragili continuano ad essere “colpiti” da Provvedimenti, talvolta incostituzionali che minano la sfera più intima dei Rapporti Primari, provocando conseguenze, spesso irreversibili.
La maggioranza dei bambini che subiscono o hanno subito tali calvari rimangono troppo spesso vittime silenziose. Le Storie degli “invisibili” rimangono intrappolate nelle esistenze tormentate, nelle vite difficili di interi nuclei familiari.
Imparare a dire quelle parole , spesso rimaste inascoltate è possibile ed eticamente doveroso. ( denunciano ma pochi ci
provano.) La cronaca ci mostra negli ultimi tempi episodi gravi ed
eclatanti di violenza ai danni dei minori rinchiusi “ in carceri che chiamiamo Case famiglia, scontando pene per reati che non hanno mai commesso!
Tali episodi sembrano senza apparente motivazione se non la follia, e la “schizofrenia” di un sistema incapace di far fronte alle emergenza sociale, assolutamente attrezzato per colpire le criticità alla radice , inidonee ad intervenire attraverso strumenti alternativi e soprattutto lavorando sulla prevenzione.
Ciò che emerge è un fenomeno vasto, complesso e articolato che riguarda un “sistema” che si nutre di diversi “complici “ che chiamiamo Istituzioni che dicono di occuparsi della “Tutela dei minori”! Molti di questi casi li conosciamo grazie alle madri e ai padri “coraggio” e attraverso l’informazione, ma tanti casi di mala giustizia rimangono chiusi dentro le mura domestiche, dietro il silenzio del bambino timoroso, dietro la paura di ritorsioni psicologiche e Legali.
I numeri dei minorenni in comunità in Italia
Quale è la situazione dei minorenni in comunità?
Gli ultimi dati rilevati risultano da uno studio appena presento dall’ l’Autorità Garante Carla Garlatti.
Il numero medio di ospiti per struttura a fine 2020 è 6,4, identico al dato del 2018. I distretti con maggior numero di minorenni sono Milano (13,4%), Palermo (11,1%), Bologna (8,9%), Napoli (7,5%), Roma (6,6%) e Venezia (6%).
C’è una notevole “ difformità tra territori evidenzia Carla Garlatti. Ciò è riconducibile anche a una diversa presenza dei Servizi Sociali. Peraltro, a una quantità maggiore di allontanamenti non corrisponde sempre e necessariamente una condizione di più grave disagio del territorio” elemento che ci induce a pensare che le Politiche Sociali di Prevenzione sui nuclei in difficoltà abbiano lavorato poco e che le risorse finanziarie finalizzate alle emergenze non siano stati funzionali alle emergenze rilevate.
Rispetto poi ai tempi di permanenza in struttura, emerge che per il 26 % sono superiori a due anni. I recenti studi sul fenomeno ci dicono che in Italia ci sono oltre 20 mila giovani - tra neonati, bambini e ragazzi - ospitati da strutture di accoglienza Gli studi recenti e i casi emersi in questi ultimi anni ci dicono che molto frequentemente, i minori entrano in una casa-famiglia da neonati e a volte ci restano fino a quando diventano maggiorenni. La media di permanenza presso gli Istituti varia dai 3 anni ai 5 anni , un tempo intollerabile se consideriamo che tali provvedimenti colpiscono i minori nei primi anni di vita, quelli più importanti per la strutturazione della loro Personalità e dei loro sistemi di Attaccamento - Emotivo-affettivo e Relazionale-Sociale.
L'istituzionalizzazione di un minore specie nella prima infanzia può costituire un danno spesso irreversibile . E’ infatti dimostrato in Letteratura , quanto l’interruzione di rapporti con le figure stabili di riferimento possano provocare difficoltà e lasciar emergere gravi disturbi nello Sviluppo evolutivo , tali da compromettere la sua evoluzione psichica e fisica. Se infatti facciamo riferimento alle Teorie di John Bowlby dobbiamo guardare al binomio psicologico rappresentato dall'attaccamento , legame affettivo di lunga durata che si instaura sin dai primi giorni di vita del Bambino attraverso le figure di riferimento. La separazione precoce dalla figura di riferimento, evento traumatico per un bambino, può avere diverse ripercussioni sulla vita dell’individuo a seconda della durata e del periodo in cui tale evento si verifica. . Ne consegue che il ricovero di un minore, sopratutto se, prolungato nel tempo, rischia di pregiudicarne in grave misura lo sviluppo psicologico, di interromperne le fasi di maturazione e di crescita delle tappe evolutive.
Da dove nasce questo cortocircuito? Chi lucra sulla pelle di migliaia di bambini e adolescenti che provengono da situazioni difficili, molto spesso drammatiche? Il fenomeno diviene ancora più allarmante quando consideriamo che la permanenza in un Istituto dovrebbe considerarsi, nei casi estremi, una opportunità transitoria genere non dovrebbe essere tollerata. Perché è l'esatta negazione della funzione delle case famiglia. La rappresentazione esatta di come l'obiettivo di una struttura di accoglienza - che dovrebbe essere un luogo di transito, una specie di "parcheggio" temporaneo .