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23/06/2025
“[…] l'esperienza della fratellanza e della sorellanza riconosce nel fratello o nella sorella la Legge del Due come Legge che apre la vita all'ampiezza del mondo sottraendola all'inferno della rivendicazione aggressiva.
Il passaggio in gioco è proprio quello dalla rivendicazione alla gratitudine che Melanie Klein ha illustrato come un passaggio cruciale in ogni processo di soggettivazione. Si tratta dell'effetto di un vero e proprio lavoro del lutto imposto dall'impatto con il carattere irriducibile del Due: l'oggetto amato non ci appartiene, non può essere tutto nostro, non possiamo divorarlo senza ucciderlo. L'esistenza separata dell'oggetto - il regime reale del Due - non può essere convertita in quello dell'Uno tutto solo. La nascita di un fratello o di una sorella […] confronta la sovranità dell'Uno con la natura sempre infranta del suo regno.
Ereditare la morte o il desiderio?
[…] la fratellanza è una costruzione non un dato di partenza, è un impegno non una rendita, è una possibilità non una Legge della natura. In gioco ancora una volta è come intendere il vero significato dell'eredità. Ma non quella che tormenta fratelli e sorelle nei tempi del lascito testamentario dei propri genitori che, come lo psicoanalista sa bene, è frequentemente materia di continui e infiniti litigi.
La vera eredità non è fatta dalle proprietà acquisite o dalle rendite, non si esaurisce nella trasmissione di determinati geni, ma consiste nella responsabilità di fare nostro quello che abbiamo ricevuto dall'Altro, di fare qualcosa di ciò che l'incontro con l'Altro ha fatto di noi stessi”.
(Recalcati)