03/09/2025
🧠 Fame emotiva: quando il cibo diventa un modo per “anestetizzare” l’emozione
In ambito psicologico, parliamo di fame emotiva quando il cibo viene utilizzato non per soddisfare un bisogno fisiologico, ma per regolare stati emotivi difficili da gestire.
Non si tratta di “semplice golosità”, ma di una strategia (spesso automatica e inconsapevole) per tamponare emozioni come:
• Stress
• Ansia
• Noia
• Rabbia
• Solitudine
Il meccanismo è chiaro: il cibo, soprattutto quello ad alto contenuto calorico, può generare un senso momentaneo di piacere o conforto. Tuttavia, questo sollievo è solo temporaneo e, a lungo andare, può creare un circolo vizioso fatto di senso di colpa, frustrazione e ulteriore disregolazione emotiva.
🔍 Come riconoscerla?
• La fame arriva all’improvviso e con urgenza
• Si ha desiderio di un alimento specifico (spesso zuccheri o carboidrati)
• Il bisogno di mangiare non si placa con il senso di sazietà
• Dopo aver mangiato, possono emergere senso di colpa o insoddisfazione
Intervenire sulla fame emotiva non significa solo lavorare sul comportamento alimentare, ma soprattutto sul piano emotivo e relazionale.
Attraverso un percorso psicologico è possibile:
• Riconoscere i trigger emotivi
• Imparare nuove modalità di regolazione emotiva
• Coltivare un rapporto più consapevole e gentile con il proprio corpo e i propri bisogni
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Dott.ssa Roberta Cardello
Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale