Dott.ssa Raffaella M. Bonforte

Dott.ssa Raffaella M. Bonforte Psicologa Psicoterapeuta
Specializzata in psicoterapia dell'età evolutiva
Sandplay Therapist
Psicologa Analista in formazione
Si riceve su appuntamento

01/10/2024

La scelta del percorso universitario è un momento cruciale nella vita di molti giovani, e non è un mistero che per molti rappresenti una fonte di grande

Un’esperienza ricca di significati e suggestioni…
25/08/2024

Un’esperienza ricca di significati e suggestioni…

17/02/2024
"L’amore da solo non basta. Senza l’immaginazione, l’amore avvizzisce in sentimentalismo, dovere, noia.I rapporti fallis...
19/11/2023

"L’amore da solo non basta. Senza l’immaginazione, l’amore avvizzisce in sentimentalismo, dovere, noia.
I rapporti falliscono non perché abbiamo smesso di amare, ma perché, prima ancora, abbiamo smesso di immaginare.”
James Hillmann

16/08/2023

“È un grosso errore supporre che il significato della vita si esaurisca con la giovinezza e con la fase di espansione, che una donna per esempio sia “finita” quando sopraggiunge la menopausa. Il meriggio della vita umana è ricco di significati quanto il mattino; ma sono significati e prospettive completamente diversi. L’ uomo ha un duplice scopo: il primo è lo scopo naturale, la procreazione e i vari compiti di protezione della prole, che implicano il procacciarsi un guadagno e la posizione sociale. Quando questo scopo è stato raggiunto comincia un’altra fase: lo scopo culturale. Per raggiungere la prima meta intervengono la natura e l’educazione, che sono invece di scarso o nessun aiuto per attuare il secondo.
Eppure predomina spesso un’ambizione sbagliata, secondo la quale i vecchi dovrebbero essere come i giovani, o perlomeno cercare di imitarli, anche se sono intimamente persuasi della vanità della cosa. Per molte persone il passaggio dalla fase naturale alla fase culturale è quindi estremamente difficile e amaro. Si aggrappano all’illusione della giovinezza o ai figli, nel tentativo di salvare ancora un brandello di gioventù. È un atteggiamento rintracciabile specialmente nelle madri, che vedono esclusivamente nei figli il senso della loro vita e credono di precipitare nel nulla più totale quando devono rinunciare ai figli. Non c’è quindi da stupire se molte difficili nevrosi subentrano proprio all’inizio dell’età matura. È una specie di seconda pubertà, un secondo periodo di Sturm und Drang, spesso accompagnato da tutte le tempeste della passione (l’“età pericolosa”). Ma i problemi che affiorano in questa fase della vita non possono più essere risolti in base alle vecchie ricette: sull’orologio della vita non possiamo spostare indietro le lancette. Ciò che il giovane ha trovato e doveva trovare al di fuori, l’uomo maturo lo deve trovare dentro di sé.”
Carl Gustav Jung, “Psicologia dell’inconscio”

24/01/2023

L’autopsia dirà se il bimbo di Anna, nome di fantasia, è morto davvero per soffocamento. Saranno i giudici, invece, a dire se qualcuno ha colpe specifiche per la sua morte. Quello che resta di questa storia, però, è lo squallore di una pratica ospedaliera fredda, scostante, affidata a protocolli che servono più alla tutela legale del personale sanitario che alla salute dei pazienti.
Dobbiamo dire di nuovo, da psicoterapeuti, e con più forza, fino a farci sentire da tutti, che la nascita di un bambino è ogni volta un evento insieme miracoloso e pieno di rischi. Che una partita importante per la salute mentale del bambino e di sua madre si gioca nelle prime ore e nei primi giorni di vita. Che la costruzione di un ambiente umano adatto alla importanza dell’evento dovrebbe essere una priorità assoluta per i luoghi del parto e del puerperio. Che la condivisione col padre e con i famigliari dovrebbe essere favorita con entusiasmo e non subita da un personale stanco ed inaridito dai protocolli. Che la presenza di psicologi e assistenti sociali dovrebbe essere assicurata per tutte le situazioni difficili. Che medici ed infermieri dovrebbero essere educati, nelle Università, a rendersi conto del fatto che negli ospedali non si ha a che fare con dei pazienti ma con delle persone. E’ una cultura psicologica e psicoterapeutica quella di cui c’è sempre più bisogno nelle nostre strutture sanitarie. Anche se gli amministratori e i politici non se ne sono ancora accorti.

22/08/2022

“Va restituita alla famiglia non soltanto la diagnosi del disturbo, ma un quadro di come quel disturbo si declini nel caso specifico e di quali siano le potenzialità che l’accompagnano. Lo scollamento tra il momento diagnostico e il momento riabilitativo fa sì, invece, che le riabilitazioni siano fatte con un modello che rischia di essere uguale per tutti, senza tenere conto delle esigenze di ogni singolo bambino”. https://www.ortofonologia.it/riabilitazione-di-renzo-scollamento-con-diagnosi-penalizza-bambini/

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