14/07/2025
IL MECCANISMO DELLO STRESS/ANSIA
Quando affrontiamo una situazione che ci spaventa, ci mette in allerta o ci fa sentire sotto pressione, il nostro corpo si attiva automaticamente attraverso un sistema chiamato “asse ipotalamo-ipofisi-surrene” (HPA) che rappresenta il collegamento tra sistema nervoso e ghiandole endocrine. È un meccanismo antico, nato per proteggerci dai pericoli, che prepara il corpo a reagire con prontezza.
Tutto comincia nell’ipotalamo, che percepisce lo stress e invia un segnale all’ipofisi. Questa, a sua volta, stimola le ghiandole surrenali a produrre cortisolo, l’ormone dello stress. Il cortisolo aumenta l’energia disponibile, accelera il battito cardiaco e la respirazione, rendendoci più reattivi.
In parallelo, entra in gioco anche l’amigdala, una struttura del cervello profonda e primitiva, responsabile delle memorie emotive. Quando vive un’esperienza percepita come minacciosa, l’amigdala “registra” quell’evento e tende a reagire più rapidamente se qualcosa di simile si ripresenta.
Questo meccanismo, utile per la sopravvivenza, può però mantenerci in uno stato di allerta anche quando il pericolo non è più reale, contribuendo a sviluppare ansia o risposte sproporzionate allo stimolo.
Se l’attivazione dell’asse HPA diventa cronica, il corpo resta in uno stato di allarme continuo. Il cortisolo elevato a lungo può compromettere il benessere emotivo e fisico: peggiora il sonno, la memoria, la regolazione emotiva e la capacità di concentrazione.
Comprendere questo processo aiuta a dare un senso alle nostre reazioni emotive e a capire perché tecniche di autoregolazione (come il grounding, il respiro o la mindfulness) siano così efficaci: perché calmano l’asse HPA, “rassicurano” l’amigdala e aiutano la corteccia prefrontale (la parte razionale del cervello) a riprendere il controllo.
Per regolare l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e ridurre l’iperattività dell’amigdala, esistono strategie psicofisiologiche semplici ma efficaci. Una delle più validate è la coerenza cardiaca: una tecnica di respirazione lenta e ritmica che agisce direttamente sul sistema nervoso autonomo.
Come funziona:
Respirare in modo consapevole (circa 6 atti respiratori al minuto, cioè 5 secondi per inspirare e 5 per espirare) aiuta a stimolare il nervo vago, attivando il sistema parasimpatico — quello deputato al rilassamento. Questo favorisce una riduzione del cortisolo e regola l’attività dell’amigdala, diminuendo reazioni eccessive a stimoli emotivi.
Effetti:
• Riduzione dello stato di allerta
• Maggiore controllo emotivo
• Migliore capacità di attenzione e decisione
• Recupero della lucidità razionale (riattivazione della corteccia
prefrontale)
Praticata con regolarità, anche solo per 5 minuti al giorno, questa tecnica ha effetti duraturi sull’equilibrio neurofisiologico e psicologico, aiutando a spezzare il circolo dell’iperattivazione da stress e ansia.
Dr. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta Pordenone
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