19/01/2025
ABBATTERE L'ECOMOSTRO DEGLI "ARCHI DELLA MARINA" A CATANIA PER RIDARE IL MARE RUBATO ALLA CITTA' E AI CATANESI.
Gli Archi della Marina, apparentemente celebrati come un elemento distintivo del paesaggio urbano di Catania, rappresentano in realtà una ferita insanabile nel cuore della città. Lungi dall’essere una “meraviglia architettonica”, questa struttura opprime e spezza l’armonia di un centro storico che meriterebbe di respirare la sua antica relazione con il mare. Il loro abbattimento non sarebbe un danno per Catania, ma un’occasione per sanare il tessuto urbano, restituendo alla città uno spazio vitale e la possibilità di ricongiungersi con la propria storia e identità costiera. Costruiti nel XIX secolo, gli Archi della Marina sono una barriera monumentale che ha interrotto, forse irreparabilmente, il rapporto naturale tra il centro storico e il mare. Un tempo, Catania vantava un lungomare vivo e pulsante, un luogo dove i cittadini si incontravano e si riconoscevano in una bellezza condivisa. Oggi, quegli archi, pur se funzionali al passaggio ferroviario, si ergono come un ostacolo fisico e visivo, un “muro di ferro e pietra” che spezza il respiro della città. Invece di arricchire il panorama, lo deturpano, intrappolando l’area circostante in un’atmosfera di abbandono e decadenza. L’espressione popolare “stari sutta l’acchi ra Marina” non evoca orgoglio, ma il ricordo di una marginalità economica e sociale. Questi archi, infatti, per anni hanno offerto rifugio ai senzatetto e rappresentano oggi un’area in cui il degrado prevale. Le attività che occupano gli spazi sotto gli archi – spesso parcheggi o magazzini – non riescono a dare lustro a una struttura che ormai sembra appartenere più al passato che al futuro della città. I tentativi di rivalorizzazione sono stati, nel migliore dei casi, inefficaci e, nel peggiore, hanno esacerbato la percezione di disordine e abbandono. Dal punto di vista architettonico, gli Archi della Marina non rappresentano una bellezza irrinunciabile. Sebbene costruiti con pietra lavica e calcare, materiali tipici della Sicilia, il loro design appare monotono e privo di reale eleganza, una ripetizione rigida di moduli che non si armonizzano con l’ambiente circostante. La loro imponenza non affascina, ma sovrasta, rendendoli un peso per la città. Anche il loro valore storico, legato alla linea ferroviaria Catania-Siracusa, non giustifica la loro permanenza, soprattutto quando si considera il prezzo che Catania ha pagato in termini di perdita di spazi e prospettive urbane. Abbattere gli Archi della Marina significherebbe riaprire il centro storico al mare, ridare vita al quartiere Civita e restituire alla città la possibilità di riappropriarsi della propria storia. Immaginiamo un lungomare rinnovato, una passeggiata che collega armoniosamente il porto con le piazze e le strade principali della città, liberata dal peso ingombrante di una struttura ormai superata. La demolizione degli archi sarebbe un atto di coraggio e di visione, un’opportunità per ricucire il tessuto urbano e creare uno spazio che sia davvero al servizio dei cittadini. Il loro abbattimento lascerebbe spazio a una nuova visione di Catania: una città che guarda al futuro, che valorizza il suo patrimonio senza farsi imprigionare dalle strutture del passato. Abbatterli non significherebbe rinnegare la storia, ma darle nuova vita, trasformando una “ferita” in un’occasione di rinascita. Perché ciò che deturpa e imprigiona non può essere conservato in nome di un romanticismo malriposto. Catania merita di meglio. Catania merita il mare.