03/11/2025
Fatica Cronica: E se la Causa Fosse Nascosta nel Tuo Intestino?
La sindrome da fatica cronica (CFS), è una condizione complessa e debilitante. Chi ne soffre sperimenta un affaticamento che non scompare con il riposo e peggiora significativamente in seguito a sforzi fisici o mentali.
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha evidenziato una correlazione cruciale tra lo sviluppo della CFS e le alterazioni del microbiota intestinale.
Gli studi indicano che i pazienti affetti da CFS spesso presentano una ridotta diversità del microbiota intestinale. Questo squilibrio, noto come disbiosi, è caratterizzato da due cambiamenti principali:
1. Una diminuzione di batteri benefici, come i Bifidobacteria e i Lactobacillus.
2. Un aumento delle specie batteriche pro-infiammatorie.
Questo squilibrio non resta confinato nell'intestino, ma promuove una condizione nota come "Leaky Gut Syndrome" (sindrome da permeabilità intestinale)che facilita il passaggio di tossine e batteri patogeni direttamente nel flusso sanguigno.
Una volta che tossine e batteri patogeni (in particolare i lipopolisaccaridi – LPS – dei batteri gram-negativi) entrano nel sangue, attivano una risposta immunitaria cronica nell'organismo. Questa risposta include il rilascio di IgA e IgM specifiche.
Tale processo aumenta il carico immunitario del corpo, esacerbando i sintomi tipici della stanchezza cronica, come:
• Affaticamento cronico e post-esercizio.
• Dolori muscolari.
• Difficoltà cognitive.
La presenza di infiammazione sistemica è confermata dai livelli elevati di biomarcatori come la proteina C reattiva (PCR) e altre citochine infiammatorie.
Per i medici e gli specialisti, è fondamentale riconoscere la disbiosi intestinale come una potenziale componente patogenetica nella CFS.
Una valutazione specialistica che includa l'analisi della composizione del microbiota intestinale, insieme alla misurazione dei biomarcatori infiammatori, può fornire un quadro diagnostico più completo. Questo permette di orientare l'intervento ter**eutico in modo mirato, migliorando la gestione della sindrome nei pazienti che soffrono di fatica post-esercizio, dolori muscolari e infiammazione sistemica.