06/11/2025
E PREOCCUPAZIONE CRONICA: PERCHÉ SI HA TANTA ANSIA?
Le persone con ADHD vivono in un flusso mentale accelerato. I pensieri si susseguono rapidamente, saltano da un’idea all’altra, e spesso si sovrappongono. Questo ritmo interno, sebbene creativo e stimolante, può diventare fonte di stress quando il cervello non riesce a “tenere il filo” e si perdono pezzi importanti: appuntamenti, dettagli, priorità. Il risultato? Un senso costante di incertezza e di allerta.
L’ansia, in questo contesto, non è solo una reazione emotiva: è una strategia di sopravvivenza. Il cervello, consapevole della sua difficoltà nel gestire l’organizzazione e la memoria di lavoro, cerca di compensare anticipando problemi, rimuginando su ciò che potrebbe andare storto, e mantenendo uno stato di preoccupazione cronica. È come se dicesse: “Se mi preoccupo abbastanza, forse non dimenticherò nulla”.
Inoltre, molte persone con ADHD hanno vissuto esperienze di fallimento o di giudizio per la loro disattenzione o impulsività. Questo può generare un’ansia anticipatoria: la paura di sbagliare ancora, di deludere, di non essere all’altezza. Anche compiti semplici possono diventare montagne da scalare, perché il cervello è già in allarme prima ancora di iniziare.
La velocità di pensiero, unita alla difficoltà nel filtrare stimoli e nel mantenere la concentrazione, crea un ambiente interno caotico. E quando il caos regna, l’ansia si insinua per cercare di mettere ordine. Ma spesso, invece di aiutare, peggiora la situazione.
Comprendere questo meccanismo è fondamentale per sviluppare strategie di gestione emotiva e organizzativa che riducano l’ansia e valorizzino le potenzialità dell’ADHD. Non si tratta di rallentare il pensiero, ma di imparare a guidarlo con consapevolezza.