Studio Logopedico Calvagno

Studio Logopedico Calvagno Specialisti nel settore della riabilitazione dei disturbi del linguaggio e della comunicazione.

Cosa possiamo fare per  ?
08/09/2025

Cosa possiamo fare per ?

08/09/2025

Una didattica efficace dovrebbe valutare lo stile di apprendimento di ogni studente al fine di facilitare il raggiungimento degli obiettivi educativi prefissati.

In particolare, agli studenti con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) si accompagnano stili di apprendimento e caratteristiche cognitive specifiche che è importante riconoscere per la predisposizione di una didattica personalizzata efficace, elemento essenziale e dirimente per i loro successi scolastici.

Lo stile di apprendimento tipico di una persona rimanda alla modalità sensoriale attraverso cui si percepiscono le informazioni e, pertanto, all’uso di un canale sensoriale preferenziale che permette di percepire gli stimoli provenienti dall’esterno.

L’accesso all’informazione è il prerequisito indispensabile di qualsiasi apprendimento e ogni persona ha la sua modalità preferenziale.

I canali sensoriali, mediante i quali l’informazione viene percepita, comportano un modo diverso di accesso alle informazioni, influenzandone conseguentemente gli stili di apprendimento.

Si definiscono quattro principali canali sensoriali con cui l’informazione può essere recepita, caratterizzanti la modalità di accesso alle informazioni:

1. Canale visivo-verbale: si prediligono la letto-scrittura e il codice linguistico, in quanto vengono ricordate meglio le informazioni presentate in modalità scritta.

Per questo canale, le strategie di apprendimento preferenziali sono:

- la lettura ripetuta sottolineando frasi o periodi da rielaborare in formato scritto,

- riassunti nei quali vengono esplicitati tutti i nessi logici del discorso

- appunti presi mentre si ascolta la lezione, associando grafici ed immagini alla spiegazione scritta.

2. Visivo non verbale: si preferiscono gli strumenti che facilitano la memoria visiva (immagini, schemi, mappe, fotografie).

Chi preferisce questo canale predilige strategie di apprendimento:

- per mappe multimediali in cui vengono inserite le parole-chiave, le immagini e i grafici per riassumere il materiale da studiare;

- si utilizzano colori differenziati per concetto e schemi organizzati a livelli gerarchici

- si sfrutta il supporto di simboli rappresentativi per il recupero dei contenuti e di indici testuali prima della lettura dell’argomento da studiare.

3. Uditivo: si prediligono l’ascolto e la partecipazione a discussioni e lavori di gruppo.

Tra le strategie di apprendimento preferenziali sono favorite:

- prestare attenzione alla spiegazione in classe

- le registrazioni riascoltate in differita

- la trasformazione di pagine di libro in formato audio da riascoltare

- l’utilizzo della sintesi vocale di lettura.

4. Cinestetico: si preferisce l’interiorizzazione di esperienze concrete e le sperimentazioni pratiche.

Nello studio, tra le possibili strategie di apprendimento, si possono prediligere:

- gli esempi concreti

- il role playing

- l’uso di mappe e disegni sugli argomenti da studiare

- la suddivisione chiara tra i momenti di studio e quelli di pausa.

Gli studenti con DSA sicuramente non preferiscono il canale visivo-verbale (il primo di tutti), a causa della loro difficoltà; inconsapevolmete quest’ultima influenza la scelta dello stile di apprendimento, portando a prediligere strategie alternative.

Solitamente, lo stile di apprendimento preferenziale di alunni con DSA potrebbe essere quello visivo-non verbale (il secondo), in quanto essi processano molto bene le informazioni veicolate da questo canale; la memoria visiva è un loro specifico punto di forza, perchè hanno un modo di pensare visivo, piuttosto che verbale.

In aggiunta, spesso, hanno buone capacità uditive e cinestesiche che potrebbero essere potenziate utilizzando specifici strumenti (quali audiolibri, sintesi vocale eregistratori) e organizzando laboratori didattici pratici ed esperienziali.

STILI COGNITIVI: DIVERSI MODI DI RIELABORARE

Lo stile di apprendimento dipende anche dagli stili cognitivi adottati e il processamento dell’informazione avviene sulla base di questi.

Gli stili cognitivi sono la modalità di elaborazione dell’informazione che la persona adotta in modo prevalente, che permane nel tempo e si generalizza a compiti diversi.

Lo stile cognitivo può essere concepito come la predisposizione ad adottare strategie di apprendimento preferenziali indipendentemente dal compito richiesto.

Pertanto, questo influenza le strategie che lo studente utilizza nel risolvere un compito ed è strettamente legato allo stile di apprendimento; è una preferenza nell’uso delle abilità personali.

A sua volta, il successo dovuto all’adozione di quello specifico stile, ne determina la perseveranza da parte dello studente: tenderà ad utilizzarlo nuovamente in futuro.

La ricerca ha portato all’individuazione di diverse tipologie di stili cognitivi; quelli su cui concorda la maggioranza della letteratura coinvolgono i cinque momenti dell’elaborazione dell’informazione (Cornoldi e De Beni, 2002):

- Sistematico-Intuitivo:riguardano la modalità di classificazione e formulazione di ipotesi.

Nello stile sistematico l’individuo tende a risolvere un problema esaminando tutte le variabili implicate e usando una strategia graduale per avvicinarsi alla soluzione.

Nello stile intuitivo, invece, il soggetto tende a formulare un’ipotesi risolutiva e procede con le verifiche per poterla confermare.

- Globale-Analitico: concernono la preferenza a livello percettivo per la considerazione dell’insieme o del dettaglio.

Chi adotta lo stile cognitivo globale predilige una visione d’insieme del materiale da imparare, spostandosi dal generale al particolare; mentre, chi predilige lo stile cognitivo analitico preferisce partire dai dettagli per ricostruire man mano il quadro generale.

- Impulsivo-Riflessivo: riguardano il modo in cui si affronta un problema a livello decisionale.

Il soggetto impulsivo fornisce una risposta secondo l’impressione dell’attimo, pur rendendosi conto di essere stato frettoloso, rispetto a quello riflessivo che si concede del tempo per pianificare il discorso.

- Verbale-Visuale: sono trasversali ai vari compiti cognitivi perchè riguardano la percezione (i tipi di informazione su cui è focalizzata l’attenzione), la memoria (i tipi di informazione meglio registrati e il modo in cui sono immagazzinati) e le preferenze di risposta.

Il soggetto che adotta uno stile cognitivo verbale legge, ascolta e considera le informazioni come codici linguistici, mentre quello con stile cognitivo visuale è attratto da rappresentazioni grafiche nelle quali le informazioni di natura visuo-spaziale hanno un’interfaccia con il codice verbale.

- Convergente-Divergente: valorizzano l’aspetto dell’autonomia e del modo personale di affrontare lo studio.

Il soggetto con uno stile convergente adotta una logica lineare privilegiando soluzioni condivise e routinarie e seguendo la logica e i principi lineari.

Quello con stile divergente, invece, esprime preferenze multiple procedendo autonomamente e creativamente, con la possibilità di generare risposte insolite e diverse.

È opinione condivisa che suddetti stili cognitivi siano acquisiti in modo preponderante attraverso la socializzazione: fin dall’infanzia, infatti, percepiamo che determinati stili vengono ricompensati più di altri.

In termini di educazione, la scuola ha il compito di promuovere un apprendimento plurimo ed è compito dello studente sperimentare le varie modalità in cui si può apprendere.

In particolare, lo studente con DSA tende ad avere uno stile cognitivo globale piuttosto che analitico, ovvero è portato a focalizzarsi sull’aspetto generale dell’argomento, organizzando un’idea complessiva, creando associazioni fra più concetti e ragionando in parallelo.

A conferma di questo, i DSA hanno difficoltà ad analizzare le informazioni in serie e coglierne nessi causali, perciò prediligono un insegnamento basato su un’idea generale dell’argomento a partire dalle idee fondamentali e portanti, senza segmentarlo in parti.

Altre ricerche avvallano l’ipotesi che i soggetti con DSA hanno anche uno stile cognitivo divergente più sviluppato della popolazione normativa che li portebbe ad essere creativi, a sviluppare facilmente nuove idee e soluzioni, trovare nessi e connessioni inusuali, approcciare le materie scolastiche in modo nuovo e vedere i fenomeni da molteplici prospettive.

Bisognerebbe potenziare questo stile cognitivo stimolando l’uso spontaneo di associazioni e rielaborazioni personali con materiali ed esperienze non necessariamente scolastiche e favorendo la creatività, il ragionamento e il problem solving senza richiedere l’applicazione di procedure standardizzate e mnemoniche.

CONSIGLI PRATICI

Nell’ambito della ricerca metacognitiva, c’è ormai un generale accordo nel sostenere che il modo in cui le persone possono sfruttare le loro attitudini e applicare le strategie di cui dispongono abbia una forte ricaduta sulla qualità dei loro apprendimenti .

Oggi la scuola è chiamata a predisporre percorsi di apprendimento che rispettino le differenze individuali legate a interessi, capacità, ritmi, stili cognitivi e di apprendimento; l’attenzione deve spostarsi sempre più verso le caratteristiche che differenziano gli individui, piuttosto che sui tratti comuni.

E’ importante impostare una didattica che sia il più possibile funzionale allo stile di apprendimento individuale e alla scelta degli strumenti compensativi, al fine di garantire il migliore adattamento scolastico.
Nello specifico, si potrebbe sostenere che generalmente i bambini con DSA tendono ad avere stili di apprendimento visivi, uditivi e cinestesici e che prediligono un approccio all’apprendimento di tipo globale, creativo e divergente; di conseguenza, sarà necessario orientare la didattica sugli aiuti visivi, sull’ascolto e sull’esperienza pratica.

Per favorire il canale visivo non verbale è importante che lo studio sia supportato da mappe concettuali povere di informazioni scritte e ricche di parole chiave da ricordare ,affiancate da un’immagine che ne rappresenti il termine.

In una mappa senza immagini, a colpo d’occhio, è difficile recuperare le informazioni richieste e la memoria visiva ed il canale non verbale non ne verrebbero agevolati.

È fondamentale selezionare le immagini insieme al bambino, in quanto devono essere evocative, cioè rappresentative per il recupero delle informazioni.

Le mappe non sono di facile costruzione per i bambini e i ragazzi, pertanto bisognerebbe facilitare la comprensione del testo da schematizzare portandolo a ragionare sugli indici testuali (titolo, sottotitoli, immagini, didascalie e parole-chiave) che sono necessari per aiutare il bambino a capire di cosa parlerà il testo e quali saranno le informazioni più importanti.

Per favorire l’uso del canale cinestetico, un punto di forza negli alunni con DSA, è importante aggiungere alle spiegazioni teoriche anche esempi pratici e concreti con un materiale che il bambino possa vedere, toccare e manipolare.

Attraverso la concretezza, potrebbe essere stimolato anche nel ragionamento intuitivo e nello sviluppo di inferenze sugli argomenti trattati.

Per stimolare l’uso del canale uditivo è importante prediligere le spiegazioni orali senza troppi riferimenti al testo scritto, allenare all’uso dei libri digitali con la sintesi vocale, agli audiolibri per leggere i testi di narrativa, alla registrazione delle lezioni per risentirle in differita e all’auto-registrazione mentre sono ripetuti gli argomenti studiati.

Quest’ultima strategia può essere molto utile per favorire la capacità di auto-correzione, metacognizione e auto-efficacia: l'alunno diventa più consapevole di cosa sbaglia, di come funziona, di quali sono le attività in cui fa più fatica e quelle dove riesce bene, acquisendo maggior controllo su di sè ed ottimizzando le sue risorse.

Per ogni studente è importante partire dai suoi punti di forza, ma soprattutto non generalizzare: è fondamentale comprendere che i bambini sono tutti diversi, non sono un esercito di soldatini che seguono gli ordini marciando al passo.

“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia” (Pennac).

Fonte: centronewton.it

Immagine da ideeperlamente.it

Bentornati!Da giorno 3 Settembre riapriremo le attività di Segreteria dello   , così da poter organizzare tutti gli appu...
01/09/2025

Bentornati!

Da giorno 3 Settembre riapriremo le attività di Segreteria dello , così da poter organizzare tutti gli appuntamenti e le terapie dei prossimi mesi.

Potete già adesso prenotare la vostra al 33382134800 al nostro numero fisso.
..noi siamo carichi, e voi?
PS. quest'anno abbiamo anche un'altra sorpresa 🤩

Vi aspettiamo!

👄Dott.ssa Log Mariangela Luisa Calvagno
🧠 Dott.ssa Log Maria Luisa Raiti
🏃‍♂️‍➡️ Dott. Carlo Lo Presti
💪🏻 Dott. Davide Lizzio

̀

29/08/2025
28/08/2025

🎉 È di nuovo giovedì! Benvenuti ad un nuovo episodio di “Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!” 🎉

Oggi andiamo in una zona profonda e sofisticata del viso, dove si muove un muscolo fondamentale per aprire la bocca, parlare e masticare in modo fluido: lo pterigoideo esterno!

Dettagli anatomici

Il muscolo pterigoideo esterno (musculus pterygoideus lateralis) è un muscolo della masticazione, profondo e orientato orizzontalmente.

È formato da due capi: il capo superiore origina dalla faccia infratemporale dell’osso sfenoide (grande ala), mentre il capo inferiore origina dalla faccia laterale del processo pterigoideo dell’osso sfenoide.

Sì inserisce nella capsula e nel disco dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) e nel collo del condilo mandibolare.

L’innervazione è a carico del nervo mandibolare (V3), ramo del nervo trigemino.

Funzioni principali

Apre la bocca (protrusione e depressione della mandibola) e spinge in avanti il condilo mandibolare, tirando anche il disco articolare.

Permette i movimenti laterali della mandibola (in sinergia con il controlaterale) e stabilizza l’ATM durante la masticazione e la fonazione.

Tipi di dolore

Lo pterigoideo esterno è uno dei principali responsabili dei disturbi temporo-mandibolari (DTM). Può essere coinvolto in diverse situazioni.

Dolore davanti all’orecchio, irradiato a tempia, zigomo e mandibola. Rumori articolari (click, scrosci, blocchi) legati a disfunzioni del disco dell’ATM. Mal di testa tensivo associato a iperattività muscolare e difficoltà ad aprire la bocca, masticare o parlare.

Può portare a disallineamento mandibolare e bruxismo.

Funzione quotidiana

Lavora ogni volta che apri la bocca (mangiare, parlare, sbadigliare), porti la mandibola in avanti (protrusione), mordi qualcosa di duro, come una mela, parli a lungo o canti e serri o digrigni i denti (bruxismo).

È il direttore d’orchestra dell’ATM!

🏋️ Esercizio di allungamento (Stretching mandibolare controllato)

1. Siediti in posizione comoda davanti a uno specchio
2. Appoggia gli indici sulla parte anteriore della mandibola, appena sotto le labbra
3. Apri lentamente la bocca in linea retta, senza deviazioni laterali, mantenendo il movimento lento e controllato
4. Mantieni per 5–10 secondi, poi richiudi
5. Ripeti 5–8 volte

Aiuta a distendere lo pterigoideo esterno e favorire un’apertura mandibolare simmetrica.

🏋️ Esercizio di rinforzo (Protrusione mandibolare contro resistenza)

1. Appoggia il palmo della mano sul mento
2. Spingi delicatamente la mandibola in avanti, come per protruderla, resistendo con la mano
3. Mantieni la contrazione per 5 secondi, poi rilassa
4. Ripeti 5–10 volte

Rinforza lo pterigoideo esterno e migliora la stabilità dell’articolazione temporo-mandibolare.

Curiosità scientifica

Lo pterigoideo esterno è l’unico muscolo della masticazione che si inserisce nel disco articolare dell’ATM, ed è anche uno dei pochi muscoli scheletrici attivi in fase di apertura (la maggior parte degli altri chiude la bocca). È stato studiato a fondo nei pazienti con click articolari e nei trattamenti integrati con logopedia, fisioterapia e bite.

Conclusione

Lo pterigoideo esterno è uno dei muscoli più delicati e strategici del cranio: permette di aprire la bocca, parlare, masticare e stabilizzare l’ATM. Allenarlo, rilassarlo e trattarlo in modo consapevole è essenziale per il benessere mandibolare e cranio-facciale.

Ci vediamo giovedì prossimo per un nuovo episodio di Muscolandia, dove la mandibola ha sempre l’ultima parola! 🤣

16/08/2025

Vi ricordate il corsivo? Vi siete mai chiesti perché oggi non s’insegna più ai ragazzi a scrivere in corsivo? E no, non è un caso che si tenda ad usarlo sempre meno.

Scrivere in corsivo vuol dire tradurre il pensiero in parole; ti obbliga a non staccare la mano dal foglio. Uno sforzo che stimola il pensiero, che ti permette di associare le idee, di legarle e metterle in relazione. Non a caso la parola corsivo deriva dal latino «currere», che corre, che scorre, perché il pensiero è alato, corre, s’invola. Scrivere in stampatello invece vuol dire, a detta degli psicologi dello sviluppo, «spezzettare il pensiero, sezionarlo in lettere, negare il tempo e il respiro della frase.»

Naturale che il corsivo non abbia più posto nel mondo di oggi, un mondo che fa di tutto per rallentare lo sviluppo del pensiero, per azzopparlo. Pensate che il corsivo nacque proprio in Italia e poi si diffuse in tutto il mondo. Perché? Perché era una scrittura compatta, elegante, chiara.

Ma la nostra è una società che non ha più tempo per l’eleganza, per la bellezza, per la complessità; abbiamo sinteticità ma non chiarezza, rapidità ma non efficienza, informazioni ma non conoscenza! Sappiamo troppo e troppo poco perché non siamo più in grado di mettere in relazione le cose. La gente non sa più pensare. Non sa più costruire un discorso. Ricordate quando alle elementari la maestra vi chiedeva di scrivere dei “pensierini”? Fanno tenerezza, nella loro disarmante semplicità, i primi temi scritti dai bambini, almeno quando sono i bambini a farlo.

Pensierini, frasi ad effetto e slogan creati ad hoc per manipolare e stupire, ma certamente non per far pensare: ecco a cosa si è ridotta la cultura, l’informazione! Per questo bisognerebbe tornare a scrivere in corsivo, soprattutto a scuola. Perché qua non si tratta soltanto di recuperare uno stile di scrittura, ma di tornare a dare respiro ai nostri pensieri. Tutto ciò che ci fa vivere, che nutre l'anima, che sostiene lo spirito, è legato al respiro. Senza respiro, dicevano gli antichi greci, non c’è pensiero. E senza pensieri non c’è vita. Se sia importante o no, lo lascio decidere a voi. (Nella foto: la mia mamma, Natale 1970)

Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X (➡️ Tratto da «Sopravvivere al lunedì mattina con L…», che ho scritto per guidarvi alla scoperta dei classici più belli e commoventi di sempre. Potete leggere un estratto qui: https://www.amazon.it/Sopravvivere-al-luned%C3%AC-mattina-Lolita/dp/8807174774

29/07/2025
Come sapete già, anche durante le vacanze, la    non va mai in vacanza: esistono tante possibilità di lavorare sul lingu...
25/07/2025

Come sapete già, anche durante le vacanze, la non va mai in vacanza: esistono tante possibilità di lavorare sul linguaggio, senza essere forzatamente chiusi in una stanza!

In queste settimane vi abbiamo suggeriamo semplici ed efficaci strategie per il , tips utili da mettere in pratica quando si è in città, a casa o al mare.

Oggi tocca invece alle possibili attività da condividere in famiglia e con gli amici in vacanze...in countryside ovvero ...in campagna🐇🐖🐔!
🌻Ecco quindi che noi dello vi suggeriamo quindi nuove tips, preziose per stimolare il linguaggio del tuo bambino mentre sei sotto immerso nella pace della !
🔎...e sei hai dubbi o vuoi saperne di più, mandaci un DM e ti inviemo il nostro ebook subito, da consultare e stampare.
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🏖Hai mai pensato che  la   e il    possano essere stimolati in numerosi contesti quotidiani?  Anche durante le vacanze s...
17/07/2025

🏖Hai mai pensato che la e il possano essere stimolati in numerosi contesti quotidiani? Anche durante le vacanze si possono creare delle situazioni adatte per migliorare la !

🌴Ecco quindi che noi dello s ti regaliamo idee, suggerimenti e alcune tips preziose per stimolare il linguaggio del tuo bambino mentre sei sotto l'ombrellone!
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31/05/2025

🎉 È di nuovo giovedì! Benvenuti ad un nuovo episodio di "Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!" 🎉

Oggi ci spostiamo nel volto per conoscere un muscolo piccolissimo ma incredibilmente multitasking. Che tu stia parlando, masticando o soffiando su una candela, lui c’è sempre: parliamo del muscolo orbicolare della bocca!

🔍 Dettagli anatomici

Il muscolo orbicolare della bocca è un muscolo mimico circolare che circonda la rima orale. Non si inserisce su ossa, ma direttamente nella cute e nella mucosa delle labbra.

Origine: fibre provenienti dai muscoli mimici circostanti (buccinatore, elevatore del labbro superiore, depressore dell’angolo della bocca)

Inserzione: cute e mucosa delle labbra, sia superiori che inferiori

Innervazione: nervo facciale (VII nervo cranico)

Funzioni principali?

Chiude la bocca (completa adduzione delle labbra)

Protrude le labbra (come nel bacio o nel fischio)

Controlla il tono e la mobilità labiale

Collabora con lingua, masseteri e buccinatori per parlare, masticare e deglutire

🌡️ Tipi di disfunzione o dolore

L’orbicolare della bocca può essere coinvolto in:

Paralisi facciale periferica (es. Bell): difficoltà a chiudere le labbra, perdita di simmetria

Difficoltà fonatorie (pronuncia di consonanti labiali come “P”, “B”, “M”)

Disordini temporo-mandibolari (compensi mimici)

Alterazioni estetiche e posturali del viso in pazienti neurologici o dopo trattamenti odontoiatrici

Ipotonia in bambini con disprassia, sindromi genetiche o deglutizione atipica

💪 Funzione quotidiana

L’orbicolare lavora ogni volta che parli, mastichi, sorridi, baci, bevi da una cannuccia, soffi o deglutisci. È anche fondamentale per il controllo della salivazione e dell’espressione sociale.

🏋️ Esercizio di allungamento/attivazione (Stretching attivo labiale)

Inspira profondamente dal naso.
Spingi le labbra in avanti come per dare un bacio molto esagerato.
Mantieni per 5 secondi, poi apri la bocca lentamente in modo rilassato.
Ripeti per 8-10 volte.

Aiuta a mobilizzare e tonificare il muscolo orbicolare e stimola la propriocezione della zona periorale.

🏋️ Esercizio di rinforzo (Resistenza con cucchiaino o dito)

Chiudi le labbra con forza intorno a un cucchiaino o a un dito pulito.
Tira dolcemente verso l’esterno, mentre resisti con le labbra.
Mantieni per 5 secondi e ripeti 5-10 volte.

Rinforza l’orbicolare della bocca e migliora la chiusura labiale, utile in logopedia, deglutizione e rieducazione posturale orofacciale.

🔬 Curiosità scientifica

Sapevi che l’orbicolare della bocca, come il platisma, è un muscolo pellicciaio? Non si attacca a ossa ma alla cute, e fa parte del gruppo dei muscoli mimici. È inoltre coinvolto nella respirazione orale compensatoria, tipica nei bambini con adenoidi ipertrofiche o palato ogivale.

Conclusione

Il muscolo orbicolare della bocca è molto più di un muscolo “da bacio”: è al centro della comunicazione, dell’alimentazione e dell’identità facciale. Allenarlo vuol dire migliorare funzione, estetica ed espressività.

Ci vediamo giovedì prossimo per un nuovo episodio di Muscolandia! 😗

Indirizzo

Via San Pietro 54/C
Catania
95128

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 12:30
15:00 - 20:00
Martedì 09:30 - 12:30
15:00 - 20:45
Mercoledì 15:30 - 20:30
Giovedì 15:00 - 20:00
Venerdì 15:00 - 20:00
Sabato 09:30 - 12:30

Telefono

+393382134800

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Digitare

Linguaggio e Comunicazione

Lo “Studio Logopedico” si propone, con esperienza e professionalità, di intervenire sui disturbi di comunicazione di bambini ed adulti.

La Dott.ssa Mariangela Luisa Calvagno esercita la professione di logopedista dal 2007 e, dopo diverse esperienze lavorative presso diverse strutture convenzionate ed esperienze formative , nel Settembre del 2015 ha aperto a Catania uno spazio dedicato alla prevenzione , valutazione e riabilitazione dei disturbi di linguaggio e di comunicazione.

Attualmente la logopedista collabora nel catanese con una serie di professionisti (medici ORL, pediatri, psicologi, pedagogisti clinici, odontoiatri) creando una rete professionale,a Catania città e nell’ hinterland , per rispondere al meglio alle esigenze del paziente.