Gabriele M. Russo - Psicoterapeuta

Gabriele M. Russo - Psicoterapeuta > Membro Istituto Superiore di Studi Freudiani - J. LACAN. Ma non sono mancate attività lavorative presso Cooperative Sociali del mio territorio.

Lacan

> Se non sai cosa cerchi, non comprendi ciò che trovi

> Mantengo l'attenzione liberamente fluttuante

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https://psicologogabrielerusso.blogspot.com/ Sono uno psicologo clinico ed uno psicoterapeuta in formazione, con orientamento psicoanalitico nel campo freudiano-lacaniano. I miei anni di attività sono stati e continuano ad essere caratterizzati dal profondo interesse per la comprensione del trattamento dei meccanismi inconsci caratteristici dell'unicità di ogni soggetto. La mia formazione universitaria (conclusasi cm laude presso l'Università degli Studi di Catania) mi ha permesso di conoscere approfonditamente il campo della psicodinamica a partire dagli studi del Padre della psicoanalisi Sigmund Freud, favorendo un mio concreto avvicinamento professionale al lavoro più recente dell'importantissimo psicoanalista francese Jacques Lacan. Proprio il lascito di quest'ultimo, d'altronde, ha decretato il mio profondo avvicinamento ad una psicoterapia dell'unicità soggettiva (o meglio, "dell'Uno per Uno"). Questa passione mi ha inoltre successivamente portato a diventare membro dell’ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI FREUDIANI - J. La mia esperienza professionale si è estesa a numerose attività di formazione, di base ed avanzata, presso i reparti di Psichiatria e di Psicologia della Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico “G.Rodolico - San Marco” di Catania. Il mio lavoro ha permesso un efficace supporto psicologico ad una vasta gamma di pazienti, contraddistinti da un'altrettanto vasta tipologia di disagi psichici. Come già detto, nel mio lavoro mi baso sull’unicità del paziente. Pertanto, opero ponendo un’attenzione LIBERAMENTE FLUTTUANTE (cioè priva di preconcetti e pregiudizi) che mi consenta di raccogliere elementi per ricercare i significati celati dai sintomi presentati durante il colloquio. Sono convinto che la psicoanalisi, e più in generale la psicoterapia e la psicologia, possano offrire una comprensione profonda delle dinamiche psichiche di ogni soggetto, nonché la possibilità di porre rimedio alla crescente dimensione di sofferenza di chi ricorre all’aiuto di un professionista qualificato come me. Avendo avuto l’opportunità di lavorare con pazienti di diverse età e culture, ho sviluppato la tendenza ad adattare il mio approccio alle esigenze specifiche di chi mi si presenta in cerca di supporto; la mia unica meta cardine è sempre la ricerca del benessere del paziente. D'altronde, anche per tale ragione, la mia priorità resta la continua formazione; infatti, partecipo regolarmente a numerosi seminari e conferenze, per arricchire la mia conoscenza e migliorare le mie competenze cliniche, poiché reputo che la formazione, come la vita, sia valida solo se in costante movimento. Sono entusiasta di mettere a disposizione di chi ne ha bisogno la mia esperienza e la mia passione per lo studio e la cura della psiche.

02/05/2025

“Non siamo mai davvero dove siamo”

Nel movimento costante che contraddistingue il genere umano, ciò che vediamo non è mai riducibile ad un corpo che attraversa lo spazio; abbiamo sempre a che fare con realtà parziali, con rappresentazioni di soggetti divisi.

Per l’analista francese Jaques Lacan, il soggetto dell’inconscio non coincide con l’Io che si vede e si riconosce. È altrove, è spinto dal desiderio, dal vuoto, da qualcosa che, mancando, lo mette in moto.

In strutture di funzionamento psichico come quella della psicosi ordinaria, questo vuoto non si può presentare come “accettabile” mancanza simbolica, si manifesta invece come assenza di nominazione, come la mancanza di un punto stabile nel linguaggio, capace di organizzare l’esperienza soggettiva umana.

D’altronde, il soggetto psicotico ordinario si muove, sì, ma senza simbolico finisce per cercare, in modi anche molto “ordinari”, una maniera per tenere insieme l’esistenza: un ritmo, un gesto, un'immagine.

La scena interpretata dal protagonista in questo stralcio di video non mostra una fuga, né tantomeno un’espressione di disumanità: mostra la reattività violenta di una struttura psichica psicotica ordinaria.

La forza della scena è dovuta al fatto che chi guarda è coinvolto. È nel movimento dell’Altro che si apre il nostro stesso enigma, il dubbio che può farci vacillare nevroticamente o farci scivolare psicoticamente, a seconda del funzionamento che ci distingue.

30/09/2024

“Nothing can be hidden from the superego. Not even thoughts.”

Sigmund Freud, Civi and Its Discos, 1930, Chapter VII

23/09/2024

Today in The Times, New Orleans, 1939

London, September 23 - Professor Sigmund Freud, famed originator of psychoanalysis, died at his Hamstead home He was 83 years old.

Prossimamente parlerò di amore ❤️
18/09/2024

Prossimamente parlerò di amore ❤️

Freud 🧡

“L’amore sensuale è destinato a spegnersi una volta soddisfatto; per poter durare, esso deve essere associato, fin dagli inizi, ad elementi di pura tenerezza, deviati dallo scopo sessuale, o subire ad un certo punto una trasposizione di questo genere. La relazione amorosa per poter durare nel tempo deve essere accompagnata da tenerezza, dolcezza e sensualità. Solo quando coesistono questi tre aspetti l’amore è destinato a durare.”

Sigmund Freud

09/09/2024

“Don’t we see that analytic experience is deeply bound up with the discursive double of the subject, his discordant and ridiculous ego?

Isn’t it clear that analytic experience begins with the fact that ultimately feels at ease in the current state of interhuman relations in our culture?

Analysis began precisely by refusing to take sides within the sphere of common discourse, with its profound rifts as to the essence of mores and the status of the individual in our society, precisely by avoiding this sphere.

It limits itself to a different discourse, one that is inscribed in the very suffering of the being we have before us and is already articulated in something – their symptoms and their structure, that escapes them, in so far as obsessional neurosis, for instance, doesn’t simply consist of symptoms but is also a structure.”

Jacques Lacan, Seminar III, The Psychoses, page 134
Art by Dominic Beyeler

Le nozioni teoriche da cui traggono spunto tali considerazioni fanno riferimento alla necessità psichica soggettiva di c...
29/08/2024

Le nozioni teoriche da cui traggono spunto tali considerazioni fanno riferimento alla necessità psichica soggettiva di compiere delle scelte, di perdere qualcosa.
"Se la scelta che faccio si rivela sbagliata, come posso andare avanti?" La risposta è unica per ogni individuo e si articola a partire dalla sua storia, dagli strumenti che possiede e con cui può affrontare gli eventi che accadono senza "guardare in faccia nessuno"

La nostra identità e il nostro valore si formano attraverso la comunicazione autentica con gli altri. Non possiamo basta...
21/08/2024

La nostra identità e il nostro valore si formano attraverso la comunicazione autentica con gli altri. Non possiamo bastarci da soli perché abbiamo bisogno del riscontro e delle interazioni con l’Altro per comprendere chi siamo.

21/05/2024

Di cosa ha davvero bisogno un bambino?

Ci sono singoli genitori, nonché coppie omogenitoriali, in grado di crescere i propri figli in maniera efficace. Il figlio di un nucleo non tradizionale corre davvero più rischi del figlio di una famiglia tradizionale? un bambino cresciuto da una coppia omogenitoriale è destinato a scegliere l'omosessualità? Se così fosse, tutti i figli di coppie eterogenitoriali non sarebbero sistematicamente eterosessuali?

Forse la responsabilità genitoriale sta in altro? Forse risiede nel permettere una differenziazione, anche di genere, del figlio da loro?

Ringrazio bankimpresanews.com per avermi dato l'opportunità di affrontare un tema tanto attuale quanto delicato qual è i...
15/05/2024

Ringrazio bankimpresanews.com per avermi dato l'opportunità di affrontare un tema tanto attuale quanto delicato qual è il rapporto tra psiche e pandemia di Covid19.

Infatti, dopo ormai qualche anno dalla sua fine, ci troviamo ancora a combattere con le conseguenze sul territorio. L'auspicio è che questo articolo possa favorire, insieme a molti altri, un interesse sempre crescente per la salvaguardia del benessere psicologico, in grado anche di esulare dalle situazioni emergenziali.

La crisi pandemica da COVI19, durata circa tre anni (2020 23) ha spinto lo Stato italiano ad istituire un “Servizio di psicologia di assistenza primaria nell’ambito del servizio sanitario nazionale”, ossia la figura de l cosiddetto psicologo di base. Ma per quale motivo questa figura è stata ...

“Amico, ma stai facendo lo psicologo con me?”.Questa è un’affermazione che, non troppo di rado, si dice a chi pratica qu...
14/05/2024

“Amico, ma stai facendo lo psicologo con me?”.

Questa è un’affermazione che, non troppo di rado, si dice a chi pratica questa disciplina, affermazione che probabilmente riceve anche chi è formato in altri settori legati al rapporto con le persone (come medicina, scienze infermieristiche o giurisprudenza, per dirne alcune).

Ma come si risponde a questa domanda? Beh, io non potrei certo chiedere ad un amico architetto, che viene a visitare la mia abitazione per la prima volta, di non notare lo stile strutturale della casa; non potrei chiedere ad un amico veterinario di non notare assolutamente lo stato di salute del mio animale domestico.

Insomma, nonostante l’attività di uno psicologo non sia di 24 ore su 24, le sue competenze sì. In altri termini, esattamente come chi si è formato in regia nota in un film elementi che possono sfuggire a chi è invece inesperto, chi si è formato in psicologia non può sfuggire dal notare gli elementi presenti nella propria quotidianità psichica, proprio a partire dalle persone che la compongono. Uno psicologo non può mai smettere di essere tale, anche se può e non deve non attivare il dispositivo clinico in modo incondizionato.

Una battuta che spesso faccio quando mi si dice “scusami, parlo troppo, mi stai facendo una seduta” è “io non faccio un bel niente, se non mi paghi”. Questa risposta naturalmente non vuole sottolineare quanto io possa essere materialista, ma vuole implicitamente ribadire che per l’attivazione di quello che viene definito “Transfert” (ma che posso anche definire “alleanza terapeutica”, appoggiandomi ad altri orientamenti) sono necessari degli standard imprescindibili, come ad esempio il setting terapeutico ed il compenso.

Quindi, se da un lato fare psicologia significa effettivamente apprendere un’ottica differente, in grado di mutare (ed affinare) il proprio modo di approcciarsi all’ambiente circostante; d’altro canto la psicologia non ha nulla in meno rispetto a tutte le altre discipline che si interessano alle persone e che prevedono, per i propri operatori, un inizio ed una fine cronologica e chiaramente scandita.

In breve, al di là dell’orientamento scelto, non si può chiedere ad un professionista di non rispettare il proprio lavoro e non si può nemmeno esser certi che qualsiasi esperto sia adatto a noi (pena, il titolo di “incapace”), benché meno se questo viene scelto esclusivamente da un sistema digitalizzato. La psiche è una cosa seria, anche se si maneggia attraverso uno strumento così diffuso e “semplice” come il linguaggio.

Quindi, si può adesso rispondere alla domanda che costituisce il titolo, dicendo che “no, non faccio lo psicologo con te, io sono uno psicologo e con chiunque mi trovi a parlare, uscirà sempre fuori il frutto delle mie esperienze, nel rispetto dell’alterità e senza scardinare elementi in grado di rovinargli la serata”.

Ma che cos'è una madre? Bene, questa è una domanda che ha molto interessato lo psichianalista francese Jacques Lacan. La...
12/05/2024

Ma che cos'è una madre?

Bene, questa è una domanda che ha molto interessato lo psichianalista francese Jacques Lacan. La sua risposta fu, come al solito, brillante: lui diceva che una madre è colei che riesce "presentificare la propria mancanza" al bambino. Questo ovviamente non significa certo che una buona madre è una madre assente, una madre che non c'è, no; questo significa piuttosto che una buona madre è in grado di mostrare al bambino che la dimensione di madre non è l'unica dimensione che le appartiene. In altri termini, una buona madre è in grado di far vedere che, oltre ad essere madre, sa essere anche donna - ad esempio - lavoratrice, amica - magari uscendo la sera e lasciando il figlio a casa con i nonni -. È insomma una madre in grado di mostrare al figlio le altre dimensioni simboliche alle quali appartiene (e che vanno ben oltre l'esclusività della maternità).

Se così non fosse, parleremmo di quella che Lacan definisce come "tutta-madre". Per spiegare ciò, l'analista francese ìdea la teoria della madre coccodrillo; questo concetto, espresso graficamente, spiega con semplicità come l'esclusività della dimensione di madre possa annullare le altre dimensioni, nonché ledere la psiche del bambino. Bisogna immaginare il piccolo tra le fauci di un coccodrillo; la fauce inferiore rappresenta la dimensione di Donna, mentre quella superiore la dimensione di Madre. Bene, possiamo parlare di una tutta-madre se la fauce superiore si chiude su quella inferiore, non solo ricoprendo e quindi annullando la dimensione di donna, ma anche inghiottendo il bambino. In altri termini, possiamo dire che questo sarebbe il caso di molte madri che non vedono se stesse come altro oltre che madri.

Come evitare tutto ciò? Atteso che non sia volontà primaria della madre il NON far chiudere queste fauci, diventa imprescindibile per la vita psichica del bambino l'intervento paterno. La legge paterna, il Nome-del-Padre (direbbe Lacan), si colloca come un bastone di legno che impedisce a queste fauci di chiudersi: il padre, da un lato dice al bambino "non puoi godere all'infinito di tua madre, perché è anche la mia compagna", mentre dall'altro dice a quest'ultima "non puoi godere infinitamente del bambino - lo psicoanalista francese direbbe "del fallo" - perché non è solo tuo e tu sei anche altro oltre che una madre".

Ma alla fine, questa logica per cui una buona madre non è ciecamente e totalmente disponibile al bisogno del bambino vuole difendere un supposto menefreghismo nell'accudimento? Assolutamente no, questa logica vuole invece permettere al bambino di trasformare i suoi bisogni in desideri, proprio al partire dal loro non soddisfacimento. D'altronde, solo così il piccolo accederebbe al mondo del desiderio (ossia il mondo che contraddistingue la realtà umana; ricordiamo che ogni individuo agisce seguendo i propri desideri - a priori che siano nobili o meno -). Seguire i propri desideri corrisponde quindi a vivere, mentre non farlo corrisponde a dipendere totalmente da un altro materno che verrà inteso come infallibile (e quindi come sostituto alla non più necessaria dimensione di desiderio).

Quindi, quasi banalmente, possiamo dire che una madre, con la propria assenza, fa interpellare - in qualche modo - il bambino, che inizierà a porsi domande come "perché non sta rispondendo al mio bisogno?"; "ma allora io non sono l'oggetto più importante della sua vita?"; "se lei fa così, allora posso fare così anch'io?". Questi interrogativi sono capaci di sancire l'ingresso nel mondo del desiderio da parte del bambino, proprio a partire dalla capacità della madre di "presentificare la propria mancanza". Una madre che sa farsi mancante genera un figlio che desidera, un figlio che vive seguendo richieste che vengono da sé stesso e non esclusivamente da altri e, nonostante nessuna celebrazione potrà mai essere sufficiente a ripagare un tale debito di gratitudine, è impegno comune dare un augurio che non faccia sentire nessuna madre messa da parte; perché se si chiede "sono una buona madre?" Allora è molto probabile che lo sia.

Indirizzo

Via Trieste
Catania
95127

Orario di apertura

Martedì 15:00 - 19:00
Mercoledì 15:00 - 19:00

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