
01/10/2025
Prevenzione e cure adeguate.Quandol'Italia spenderà il denaro pubblico per queste problematiche assieme ai femminicidi ormai quotidiani? Queste sono le emergenze che si devono affrontare.
Non esistono i raptus.
È ora di dirlo con chiarezza.
Quello che è accaduto a Paupisi non è piombato dal cielo: era scritto nei comportamenti, nei gesti, nei segnali che questo uomo lanciava da tempo. Disturbi psichici, episodi pubblici evidenti, richieste di aiuto mai raccolte. Non era un mistero, era sotto gli occhi di tutti. Certo, non è facile riconoscerli, soprattutto per chi non è un esperto.
Eppure siamo un Paese che continua a nascondere la salute mentale sotto il tappeto. Dove chi manifesta disagio viene etichettato come “strano” o “depresso” e lasciato a sé stesso. Dove il sistema sanitario è incapace di intercettare in tempo, dove i professionisti sono sempre meno, dove la prevenzione non esiste e le famiglie molto spesso vengono lasciate sole.
La verità è che tragedie così non nascono mai all’improvviso. Sono il frutto di silenzi, di disattenzioni, di una società che preferisce non vedere.
Non possiamo continuare a raccontarci favole rassicuranti: la salute mentale deve essere il primo punto, sempre.
Non l’ultima ruota del carro.
Perché ogni segnale ignorato può diventare una vita spezzata.
Questa non è una storia di follia improvvisa.
È una storia di prevenzione mancata.