02/08/2025
Oggi compio 43 anni 🎂
Chi mi conosce sa quanto mi piaccia festeggiare e festeggiarmi. Avere intorno le persone che amo, abbracciarle, sentirli stonare su “tanti auguri a te”, soffiare sulle candele, scartare regali aspettati e non, esprimere un desiderio che puntualmente dimentico (tanto la vita è più nella tensione del desiderio che nel godimento del desiderato).
In un paese vicino alla mia cittadina di nascita il due di agosto fervono grandi festeggiamenti e, alla sera, uno spettacolo straordinario di fuochi d’artificio. Sono cresciuta pensando che quei fuochi d’artificio fossero per me. Me lo aveva fatto credere mio padre quando ero solo una bambina, insegnandomi, forse senza volerlo, la misura dell’importanza del “mio” giorno e gioia di festeggiarlo rumorosamente!
Il compleanno è il giorno in cui la vita ci ricorda che siamo al mondo. È il giorno in cui onoriamo il fatto che stiamo invecchiando, perché -che ci piaccia o no- è la prova tangibile che siamo vivi. È il nostro capodanno personale: facciamo bilanci, rilanciamo progetti.
Sono ormai 20 anni che per lavoro ascolto le storie dei miei pazienti. Quando arriva il loro compleanno sono solita chiedere come lo vivono. Spesso il modo in cui affrontiamo le ricorrenze oggi è collegato a memorie emotive molto precoci e racchiude anche, in maniera sintetica ma potentemente lucida, l’atteggiamento e la postura che abbiamo assunto verso la nostra vita.
In questo carosello, in occasione del mio, ho raccolto una carrellata di ragioni per cui si fa fatica a celebrarsi e, nell’ultima slide, l’unico modo che conosco per imparare a farlo. Se mi avete seguita fin qui, nella lettura di questo post, avrete capito che non è affatto solo una questione di feste, torte e candele.
Grazie di esserci in questo giorno, per me è importante ♥️
Dott.ssa Silvia Pittera
Psicologa e psicoterapeuta