13/11/2025
Ti è mai successo di sentire che l’autunno non è solo fuori dalla finestra, ma dentro di te? 🍂
In un antico waka attribuito a Sarumaru Dayū, l’autunno è un nodo in gola: foglie calpestate nelle montagne, il richiamo di un cervo nel silenzio. È la consapevolezza che qualcosa sta finendo: una stagione, un amore, un capitolo di vita.
In Giappone questo sentire ha un nome: mono no aware 物の哀れ, la dolce malinconia di ciò che passa. Le foglie che cadono non rovinano l’albero: compiono il loro compito e si lasciano andare con grazia. Noi spesso restiamo attaccati a relazioni esaurite, abitudini stanche, ruoli che non ci somigliano più.
E se oggi provassi a guardare le “foglie” che stai ancora trattenendo e ad ascoltare il loro invito a cadere? Non è una perdita: è spazio che si libera per qualcosa di nuovo. 🌱
💡 Tre spunti per praticare l'amorevole abbandono di ciò che ti appesantisce:
Nomina una “foglia” da lasciare andare.
Un pensiero, un senso di colpa, un dovere vuoto. Scrivilo e strappa o ripiega il foglio con intenzione: il tuo piccolo momijigari interiore.
Cammina come in un bosco.
Anche in città: ad ogni passo immagina di calpestare foglie invisibili e lascia andare una preoccupazione superflua.
Concediti 60 secondi di ascolto puro.
Niente musica, niente notifiche. Solo i suoni intorno e il tuo respiro: il tuo “richiamo del cervo”, che ti ricorda che sei vivo, qui, adesso. 🦌
E tu, qual è la foglia che stai lasciando andare in questo autunno? 🍁