20/02/2016
Un programma chiaro, pragmatico e realistico per far tornare a sognare la Regina!
Con
PRIMARIE PD - Resoconto della serata di ieri al Centro Sociale con Sergio Gambini intervistato da Cubia (1 continua).
Si è svolta ieri presso il Centro Sociale “Giovannini Vici” una serata con il candidato alle Primarie Pd Sergio Gambini: si tratta del dibattito pubblico “della discordia”, al quale l’altro candidato, Corrado Piva, ha scelto di non partecipare. A Cubia era stato chiesto di moderare l’incontro, che è diventato un’intervista a Gambini (e la nostra associazione e testata giornalistica, fedeli al ruolo di agenzia informativa cittadina, hanno accettato, così come accetteranno qualsivoglia eventuale analoga richiesta anche in campagna elettorale).
Gambini è stato, come noto, due volte parlamentare, e conserva anche ora, col suo lavoro, una “finestra” su Roma. Partiamo proprio da qui: hai detto più volte che per risolvere i suoi problemi, e più in generale per “fare cose”, Cattolica ha bisogno di aprirsi, di non pensare di poter fare tutto da sola, e di essere presente, possibilmente in modo autorevole, a Rimini, Bologna, Roma, ma anche a Bruxelles… cosa intendi?
“Ci sono argomenti, come ad esempio il dragaggio del porto, le politiche sulle scogliere e il mare, su cui non possiamo pensare di non lavorare per intercettare finanziamenti europei. Coi miei collaboratori abbiamo analizzato le direttrici degli stanziamenti e per il periodo 2014-2020 ci sono 481 milioni di euro a livello regionale, che potrebbero essere intercettati presentando progetti. Il problema è tutto qui, l’individuazione di progetti e il fatto di esserci, di stare su quei tavoli, possibilmente in maniera autorevole. Cattolica deve tornare ad esserci. Cattolica deve tornare a fare Cattolica. E diventare anche un ponte tra la Romagna, le Marche e la Valconca: per questo sto incontrando i sindaci di quei territori. I miei assessori, se dovessi vincere le elezioni, dovranno essere su quei tavoli e dovranno essere i più preparati di tutti”.
Quali sono i primi tre progetti che potrebbero giovarsi dei fondi degli enti citati?
“Il primo è senz’altro il porto e la foce del Ventena. Qualche giorno fa ho incontrato i titolari della Ferretti Craft i quali stanno lanciando tre nuovi modelli di imbarcazione da diporto, ma se non siamo in grado di fargli raggiungere il mare dal loro stabilimento… Il secondo tema è quello della mobilità: la stazione, il collegamento della stazione con la città (attualmente l’autostazione sembra di un paese del terzo mondo), i parcheggi che vanno aumentati, ma anche segnalati. Terzo il lungomare, il water front cittadino, che deve essere migliorato. Ma voglio aggiungere anche un quarto punto: la digitalizzazione e la banda larga, grazie alla quale vogliamo creare appCattolica, una app con la quale dialogare anche da casa, svolgere pratiche e lavorare con la pubblica amministrazione. Pensiamo ad una persona che vuol chiedere di intervenire su una buca davanti a casa: invece di andare in municipio lo farà dal proprio telefonino con la app”.
Hai detto che i tuoi assessori dovranno esserci ed essere i più preparati. Per sceglierli hai già idee? Guarderai anche alla società civile?
“Ho trovato nei mesi scorsi la disponibilità di tante persone, alcune che avevano fatto politica a sinistra, alcune che l’avevano fatta non a sinistra, altre che non l’avevano fatta per nulla, che condividevano con me questa voglia e necessità di cambiamento. E’ nato il ‘Tavolo Civico’ che mi sostiene. E da questo è nata una dichiarazione d’intenti programmatica. Credo che questo raggruppamento di persone sia la vera novità della nostra città”.
Il ‘Tavolo Civico’ ha dato vita a forti entusiasmi ma anche a qualche critica, soprattutto dall’interno del partito stesso: giusto una sentita dal barbiere, “Avevamo già tanti problemi fra di noi del Pd, che senso ha portare dentro altri, e che su molte cose la pensano anche diversamente da noi”?
“Da quando ho iniziato a seguire le vicende politiche di Cattolica il mio intento è stato quello di ricucire il Pd, perché il Pd si era già diviso da solo: l’amministrazione di Pietro Pazzaglini è durata solo 5 anni e il sindaco uscente ha creato una lista civica; l’amministrazione di Marco Tamanti è stata interrotta dal Pd. L’amministrazione di Piero Cecchini era iniziata con l’alleanza con l’Arcobaleno che si è rotta in corso di legislatura, e al termine ha avuto forti opposizioni interne. In queste condizioni il Pd non vince, questa dunque è un’opportunità per il Pd di aprirsi alle forze nuove e sane della città. Io sono e resto un uomo della sinistra, ma anche in passato ho sempre cercato di condividere i percorsi con gli esponenti di pregio di altre aree politiche che si affacciavano sul panorama politico”.
Ma, parliamoci chiaro, se tu dovessi perdere le primarie il 'Tavolo Civico' diventerà una lista civica? E se sì, con quale candidato a sindaco e su quale schieramento si collocherebbe?
“Beh questo non lo so. Per me, posso dire che resto un uomo del Pd e all’indomani delle primarie tornerò nei ranghi del Pd. Mi piacerebbe che il patrimonio che il ‘Tavolo Civico’ ha creato in questi mesi non vada disperso e sia utilizzato magari da Corrado Piva. Ma, solo per fare un esempio, se gli esponenti del ‘Tavolo Civico’ dovranno confrontarsi sull’idea di deviare il corso di un fiume in un altro, credo che farebbero le valigie…”.
E se la condizione di questa collaborazione fosse il fatto che tu abbia un ruolo nella futura amministrazione? Accetteresti se ti venisse offerto di fare il vice di Corrado Piva?
“Tu sai bene che sono stato riluttante ad accettare questa candidatura. L’ho accettata sulla scorta di un progetto politico preciso. Se non dovesse andare in porto, un lavoro ce l’ho, credo che pur continuando a mettermi a disposizione per la politica e la città, non lo farei in un ruolo attivo amministrativo”.
Se invece dovessi vincere le primarie, in virtù del grande schieramento che ti affianca e della sua composizione, credi di aver già vinto le elezioni?
“Guardiamo un attimo i flussi di voti delle ultime elezioni a Cattolica. Io ero abituato che i voti che alle elezioni politiche andavano da una parte, per le amministrative si travasavano sul centro-sinistra. A Cattolica è successo il contrario: molti voti che, alle europee del 2014 sono andati a Renzi, a livello locale si sono travasati verso altri schieramenti. Il Movimento 5 Stelle a Cattolica alle ultime regionali ha fatto il miglior risultato della provincia. La gente, lo ripeto, chiede cambiamento; dobbiamo capire se i protagonisti di questo cambiamento possiamo essere noi o vogliamo lasciarlo fare ad altri. E attualmente vedo il Movimento 5 Stelle molto più attivo del centro-destra… Per questo l’appello che faccio è quello di scegliere oggi. Noi siamo quelli che vogliono cambiare pagina, e lo faremo attraverso una forte spinta alla trasparenza, creando un regolamento per il diritto d’interpello cui ogni cittadino possa rivolgersi per chiedere chiarimenti sull’operato dell’amministrazione. Sarà creata anche una commissione per valutare i conflitti d’interesse. Noi dobbiamo diventare trasparenti. Io per primo l’ho fatto pubblicando la mia dichiarazione dei redditi assicurando che qualora eletto rinuncerò all’indennità di carica”.
Già, ma il pagamento delle cariche pubbliche è nato, storicamente, per consentire anche ai meno abbienti di accedervi, così facendo non ti sembra di esserti comprato, tu che te lo puoi permettere, l’elezione?
“In Italia vi è una legge che prevede un vitalizio a chi è stato parlamentare. Non vi è invece una legge che vieta il cumulo di indennità, o di vitalizi, ad esempio per chi è stato sia parlamentare sia consigliere regionale, o magari per chi è stato parlamentare e diventa sindaco o accede ad altra carica. Allo stesso modo, non vi è una legge che consenta di rinunciare al vitalizio da parlamentare. Altrimenti l’avrei fatto. Quindi non siamo più nell’ambito delle cariche pubbliche giustamente pagate, ci troviamo di fronte a un privilegio. In questa situazione, non potendo rinunciare al vitalizio, ho deciso di rinunciare all’indennità di sindaco. Lo faccio per una mia coerenza personale, e in più le casse del Comune risparmiano anche qualche risorsa”.
Restiamo un attimo sul conflitto d’interessi: c’è chi dice che anche tu non sia scevro da conflitti d’interesse…
“Io sono sposato con Patrizia Gerani, la cui famiglia è titolare della Gilmar e la Gilmar ha delle proprietà immobiliari a Cattolica. Sono proprietà che tutti conoscono, alla luce del sole. Chi si occupa delle proprietà immobiliari di quella famiglia aveva anche presentato tre proposte nell’ambito dei Poc che sono state discusse nelle scorse settimane, e di quei tre progetti uno solo è stato approvato. Sempre durante la trattazione dei Poc, due consiglieri comunali non hanno potuto votare perché avrebbero avuto conflitti d’interesse rispetto ad alcune pratiche. L’assessore al ramo non ha potuto presentare i Poc per lo stesso motivo. Voglio dire che a Cattolica ognuno potenzialmente ha dei conflitti d’interesse. Ci sono tanti tecnici anche nel partito. Io mi vanto di non aver mai partecipato ad una sola riunione sui Poc. Ma questo, o uscire dall’aula al momento del voto, non basta. Per questo, ripeto, serve una commissione sul conflitto d’interesse, utile a chi presenterà le pratiche e anche, a valle, a chi vorrà chiedere chiarimenti rispetto alle pratiche presentate. E sottolineo che il presidente di questa commissione dovrà essere un ‘cane da guardia’, una personalità non della maggioranza, e una scelta condivisa”.
Dalle tue parole sembra che tu abbia già un’idea di chi possa essere questo presidente…
“Ce l’ho ben presente ma non lo dirò neppure sotto tortura…”
Ma in pratica, questa commissione sarà solo consultiva o avrà poteri reali.
“La legge ci consente di farle avere solo potere consultivo, ma io prima delle elezioni farò firmare a tutti i candidati consiglieri e poi agli assessori, una dichiarazione, in cui si impegneranno a sottostare alle sue decisioni”.
Di' la verità, ti senti il salvatore di Cattolica?... E un riminese può essere il salvatore di Cattolica?
“No, non mi sento il salvatore di Cattolica, sono uno che cerca di interpretare le esigenze di cambiamento della cittadinanza. Quanto alla provenienza, il primo parlamentare della provincia di Rimini eletto nel dopoguerra era cattolichino, mentre mi sembra che un sindaco come Castelvetro non fosse cattolichino… Non è questo il punto”.
Un tema molto dibattuto negli ultimi giorni è stato quello delle risorse di bilancio necessarie per fare le cose: i soldi in cassa ci sono o no? E se no tu dove pensi di andarli a prendere per i progetti del tuo programma?
“Io credo che se i cassetti fossero stati pieni di soldi il sindaco Piero Cecchini, al quale va il merito di aver risanato il bilancio, avrebbe provveduto a chiudere le buche nelle strade, a potare gli alberi, a fare cioè quelle opere per il decoro urbano di cui c’è tanto bisogno, e che metteremo in atto. Il sindaco Gianfranco Micucci è stato un grande sindaco: aveva fantasia, capacità realizzativa, personalità per stare ai tavoli. Ha fatto grande Cattolica ma, diciamocelo, ha lasciato i conti in rosso. Io temo che riprendere ora quella strada senza la fantasia, la capacità realizzativa e la personalità di Micucci, ci porti ad avere solo i conti in rosso. Bisogna presentare progetti per intercettare risorse dove ci sono”.
Siamo al centro sociale, parliamo un po’ di un tema che, almeno a mio parere, in questa campagna elettorale è rimasto un po’ in sordina: sociale e sanità.
“Non si può partire senza ricordare i sacrifici che i cattolichini hanno fatto per il loro ospedale. La parentesi dell'esperienza privato-no profit, con la fondazione, ha consentito di fronteggiare i progetti di chiusura di allora dell'Ausl. Non mi pare qui il caso di entrare nel merito di come la fondazione sia stata gestita, mi limito a ricordare che i costi di quella parentesi li hanno pagati, e li stanno pagando, i cattolichini. Perciò parlo di ‘nostro ospedale’. Fatta questa premessa, due giorni fa a Novafeltria il presidente della Regione Bonaccini ha espresso due principi: primo, in Emilia Romagna non saranno chiusi ospedali; secondo, le cure del futuro vedono una forte integrazione tra ospedale e territorio, attraverso le Case della salute.
Sul primo punto dico va bene, ma aggiungo, con chiarezza, anche che le eccellenze e i servizi del Cervesi non vanno neppure messe in discussione.
Sul secondo, tra Cattolica e San Giovanni dobbiamo lavorare per realizzare una casa della salute, rimettendo in campo capacità progettuali, realizzative, e di reperimento delle risorse”.