28/05/2025
Neurodivergenze: quando la rete vacilla, chi resta a prendersi cura?
Un incontro a Eboli per discutere i vuoti e le risorse dell’assistenza ai neurodivergenti privi di sostegno familiare.
La neurodivergenza – in particolare lo spettro autistico – non è una condizione da semplificare né da rinchiudere in definizioni cliniche. Ogni persona è unica, e come tale ha bisogno di un sostegno personalizzato, costante, multidisciplinare. Una rete fatta di professionisti (neuropsichiatri, logopedisti, psicologi), istituzioni, volontari, strutture pubbliche e private, ma anche, soprattutto, di affetti: genitori, caregivers, educatori.
Ma cosa accade quando un cardine di questa rete viene meno? Quando, ad esempio, viene a mancare il sostegno familiare, o addirittura i genitori? È pronta, oggi, la sanità italiana – e più in generale la società – ad affrontare questi vuoti con prontezza, empatia e soluzioni concrete?
Da questa domanda nasce l’iniziativa promossa a Eboli dal Rotary Club, presieduto dal Dr. Vincenzo Panico, in collaborazione con la Dottoressa Lucia Palmieri , nutrizionista clinica funzionale e cofondatrice dello studio Syncronia, da sempre impegnato nella valorizzazione della rete tra i professionisti del territorio.
L’incontro, dal forte impatto sociologico e relazionale, vedrà la partecipazione di voci autorevoli:
• Avv. Rosanna Bella, Camera dei Minori di Salerno, per la tutela e il sostegno legale;
• Dr.ssa Loredana Pellegrino, neuropsichiatra infantile dell’ASL di Salerno;
• Dr.ssa Rossella Vecchio , psicologa e tutor dell’apprendimento, da anni attiva nell’ambito della neurodiversità;
• Dr.ssa Luciana Mandarino, esperta di interazioni sociali e processi educativi.
«Ascoltare i bisogni dei cittadini – afferma la Dr.ssa Palmieri – è il primo passo per costruire un aiuto reale. Bambini, adolescenti e adulti neurodivergenti hanno diritto a un supporto psicologico e sanitario continuo. Syncronia nasce proprio con questa vocazione: creare ponti, costruire reti, farsi carico della complessità di ogni persona. Questa iniziativa è un segno tangibile della nostra volontà di esserci, non solo in studio, ma anche nella comunità, per promuovere una cultura della cura e della responsabilità condivisa».
Un’occasione per riflettere, certo, ma anche per agire. Perché il futuro dei più fragili si costruisce solo insieme, quando la rete non è solo un’idea, ma una presenza concreta e solidale.
Vi aspettiamo 📍💪