15/11/2025
❌𝗟𝗮 𝗖𝗵𝗮𝗿𝗹𝗶𝗲 𝗖𝗵𝗮𝗿𝗹𝗶𝗲 𝗖𝗵𝗮𝗹𝗹𝗲𝗻𝗴𝗲
Negli ultimi giorni sta tornando virale tra bambini e preadolescenti la Charlie Charlie Challenge, un “gioco” che promette di evocare uno spirito attraverso due matite che dovrebbero muoversi da sole per rispondere alle domande.
👉 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗳𝘂𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮?
Si mettono due matite una sull’altra, a croce. Si chiede: “Charlie, sei qui?” e si aspetta che la matita si muova. In realtà il movimento viene spesso generato da micro-spostamenti d’aria, dall’instabilità naturale delle matite o da movimenti impercettibili… ma a occhi inesperti sembra un fenomeno paranormale.
❗𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗲̀ 𝗽𝗲𝗿𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝘀𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗶 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗶?
Perché il loro cervello non è ancora maturo per distinguere la suggestione dalla realtà.
🧠 Tra i 6 e i 10 anni, le aree cerebrali coinvolte in pensiero critico,regolazione emotiva, distinzione tra fantasia e realtà sono ancora in pieno sviluppo.
Questo significa che una semplice suggestione può essere vissuta come reale; ciò che per un adulto è solo un gioco, per un bambino può trasformarsi in paura intensa e possono emergere ansie, difficoltà a dormire, eccessiva vigilanza o timore di restare soli.
𝗜 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗶 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘂𝗻 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶𝗲𝗿𝗼 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 𝗺𝗮𝗴𝗶𝗰𝗼 𝗲 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗹𝗲𝗴𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲.
Se aggiungiamo: i video virali sui social, il clima di gruppo, la curiosità verso ciò che è “misterioso”, il loro sistema nervoso può reagire come se il pericolo fosse reale.
📵 𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗲̀ 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗡𝗢𝗡 𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗼 𝘀𝗺𝗮𝗿𝘁𝗽𝗵𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗶 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗶 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗶
I bambini accedono a queste challenge tramite contenuti virali sui cellulari e sui social network.
Un bambino piccolo non ha gli strumenti cognitivi ed emotivi per gestire contenuti pensati per un pubblico più grande.
Per loro, il dispositivo non è un semplice passatempo: può diventare una porta verso paure reali e reazioni emotive intense.
🛡️ 𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗶 𝗴𝗲𝗻𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶?
Ritardare l’uso dello smartphone il più possibile e nei momenti in cui lo usano, monitorare attentamente cosa guardano.
Parlare apertamente, spiegare che il gioco non è magico ma fisico e che le paure devono essere condivise e affrontate.
Accogliere eventuali paure senza banalizzarle: un bambino potrebbe aver vissuto un’esperienza che interpreta come “vera”.
Rimanere vicini, offrire presenza, rassicurazione e creare spazi di dialogo.
✨ Non è solo “un gioco innocente”: quando un fenomeno virale entra nel mondo dei bambini poco difesi, il rischio diventa reale.
I nostri piccoli hanno bisogno di adulti attenti, che sappiano dire no allo schermo quando serve e sì alla presenza, alla guida, alla comprensione.
Dominique D'Ambrosi Psicoterapeuta