Gianluca Ceino Osteopata Professionista dal 1999.

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Gianluca Ceino Osteopata Professionista dal 1999. GIANLUCA CEINO DO MROI OSTEOPATA PROFESSIONISTA DAL 1999 - DOCENTE FORMATORE - CLINICA E FORMAZIONE IN OSTEOPATIA

14/10/2024

LA STORIA DELL'
(Post lungo).
Quella che stai per leggere è la storia del dott. Kilmer McCully, che ha ipotizzato per primo il legame tra omocisteina e malattie cardiache.
Nel 1968, dopo una specializzazione in patologia al Massachusetts General Hospital, cercava un progetto in cui infondere il suo background sulle malattie genetiche.
Sentì parlare del caso di una bambina di 9 anni, affetta da una malattia nuova: iper-omocisteinuria.
La bambina era mentalmente ritardata e si presentava con il cristallino lussato (anomalia dell’occhio).
Anche suo zio - morto per una malattia simile nel 1933 all’età di 8 anni – si presentava con ritardo mentale e lo stesso problema oculare.
I medici del ragazzo avevano eseguito una autopsia trovando una aterosclerosi delle arterie carotidee che aveva causato un ictus, di cui era morto.
Cosa???
Che cosa aveva causato la morte?
Un ictus, malattia tipica degli anziani?
La seconda causa di morte al mondo, secondo I dati OMS del 2018.
Kilmer si chiese se l'arteriosclerosi fosse alla base dell'ictus e per una botta di “fortuna” entrò in possesso dei “vetrini autoptici” originali del ragazzo.
Le placche arteriosclerotiche sui campioni di tessuto confermarono il sospetto.
Era morto per le complicanze dell’arteriosclerosi.
A 8 anni…
Trovò placche arteriosclerotiche sparse in tutto il corpo; Kilmer si chiese quale fosse la relazione tra e queste placche.
E si ricordò di un caso simile, archiviato diversi mesi prima.
Un bambino di appena 2 mesi che era stato ricoverato in ospedale per polmonite e mancata crescita; non solo aveva l'OMOCISTEINA alta nelle urine (omocistinuria), ma anche un altro amminoacido, la .
Il bambino aveva un'arteriosclerosi rapidamente progressiva già a 2 mesi. Studiò i vetrini autoptici originali, in grande dettaglio.
La malattia del bambino sembrava causata da una carenza di enzimi che richiedeva e acido .
Concluse - da questa osservazione - che livelli elevati di OMOCISTEINA danneggiano le cellule e i tessuti delle arterie.
Era una malattia diversa?
Una nuova malattia, che causava anche livelli elevati di OMOCISTEINA nel sangue?
Gli sovvenne alla memoria una serie di studi pubblicati alla fine degli anni '40, che mostravano che una grave carenza di vitamina B6 nella dieta causava arteriosclerosi nelle scimmie.
Così, usando un modello animale – topi alimentati da una dieta priva di – registrò lo sviluppo di arteriosclerosi e .
Concluse che i ratti dovevano avere livelli elevati di OMOCISTEINA a causa della sua mancata conversione in metionina da parte dell'acido folico (VITAmina B9) e della cobalamina (vitamina B12).
Pubblicò questi risultati sull'American Journal of Pathology nel 1969 suggerendo che l'omocisteina elevata era probabilmente importante - anche in assenza di difetti genetici - nelle carenze dietetiche di vitamine del gruppo B.
Il manoscritto fu accettato senza modifiche, e ricercatori di tutto il mondo chiesero le ristampe.
Perché cercavano un'altra spiegazione per la causa dell'arteriosclerosi; una spiegazione diversa dal …
Perchè in quel periodo gli studi sul colesterolo andavano alla grande".
Per altri sette anni continuò a lavorare su questo progetto, e ogni esperimento mostrava sempre qualcosa di nuovo: le sue pubblicazioni presentavano prove a sostegno della connessione tra l'OMOCISTEINA e la malattia vascolare.
Lo ricordo: quella che fa più morti l'anno nel mondo!
Nel 1976 il Preside del suo dipartimento andò in pensione.
E fu l’inizio della fine.
Per quanto godesse di una forte reputazione, apprese che i suoi “datori di lavoro” (gli anziani di ) volevano prendere le distanze da chi aveva minato il ruolo del colesterolo nelle malattie cardiache.
Né Harvard né il Massachusetts General Hospital volevano essere associati alla “teoria” che contraddiceva l'opinione comune che il colesterolo fosse l’unica causa delle malattie cardiache.
Così, Kilmer venne trasferito a lavorare da solo in un seminterrato e successivamente lasciò Harvard nel 1979.
Ma perché tanta ostilità verso uno scienziato che stava cercando le cause della malattia killer mondiale numero uno???
Per caso le ipotesi sulla OMOCISTEINA davano fastidio a qualcuno?
Il “suggerimento” che gli costò l'ostracismo dei colleghi e il posto di lavoro è che alla base dell'arteriosclerosi ci potesse essere una carenza di alcune vitamine del gruppo B (B6, B12 e B9) e il ruolo del colesterolo e dei grassi fosse secondario.
Era forse troppo da sopportare per l'establishment?
Le sue teorie potrebbero aver messo a rischio l’importante business farmaceutico delle statine?
Nel 1990 il Dott. Mair Stampfer rilanciò l’interesse per la teoria di McCully dopo aver analizzato e studiato i livelli di omocisteina in 15.000 medici americani.
Provando che l’OMOCISTEINA era una causa indipendente di rischio cardiaco, e che i soggetti con livelli più alti mostravano un grado di rischio TRE VOLTE MAGGIORE.
Si dovrà comunque attendere il 1995 PER DIMOSTRARE che alti livelli di OMOCISTEINA erano direttamente legati a rischio di stenosi alle carotidi.
Mostrando che la maggioranza dei soggetti con iper-omocisteinemia aveva bassi livelli vitamina B6, acido folico e vitamina B12.
Il ruolo dell'omocisteina nelle malattie cardiache è OGGI ben accettato, da coloro che studiano... da coloro che tengono alla salute dei loro pazienti...
Lo leggerai meglio nei prossimi post.
Cosa possiamo imparare dal dottor McCully?
Che nessuno è profeta in patria…
Ma cos'e' l'omocisteina e come possiamo dosarla?
E come possiamo COMBATTERLA?.. Continua nella parte 3 - DOMANI SERA.
Perchè la tua curiosità, il tuo DNA e la tua SALUTE valgono!

NOTA BENE: A questo link trovi l'intervista al Dott. McCully https://www.facebook.com/watch/?v=962452814106157

14/10/2024
14/10/2024

N-ACETILCISTEINA, GLUTATIONE E DINTORNI.
Caro Diario,
Riprendo a vergare le tue pagine dopo tanto tempo.
Posso quasi dire che mi è mancato solcare queste pagine con la penna e sentire che posso affidarti pensieri, riflessioni e dubbi...
È così terapeutica la 😃
Stasera voglio affidarti l'incomprensibile apprensione esposta da più pazienti riguardo a consigli gratuiti presenti nei miei post.
Ma anche dalle domande poste dai farmacisti quando leggono le mie prescrizioni.
I dubbi sono nati sui misteriosi e “temibili” effetti della n-acetil cisteina (o ) da 600 mg (il generico del "Fluimucil" da banco) prescritto due o tre volte al giorno, anche ad ogni pasto.
Al di la dell’effetto mucolitico (per cui lo uso nelle infezioni intestinali in cui temo, sospetto o mi aspetto il temibile “biofilm”) credo che pochi comprendano la grande utilità di un prodotto così economico e quasi PRIVO DI EFFETTI COLLATERALI.
A questi utenti avrei voluto far ascoltare i colleghi DELLA UCLA (University of California) che hanno dimostrato che il NAC è in grado di abbassare i livelli di “danno ossidativo” sul DNA ... che si è dimostrato un chelante dei metalli pesanti ... che lavora come blando ansiolitico con effetto sul sistema cerebrale GABAergico (su cui aghiscono le benzodiazepine).
Ma poi ho pensato che la risposta migliore sarebbe stata parlare del suo ruolo nella produzione di GLUTATIONE.
Il NAC (N-acetilcisteina) infatti è utilizzato dall’organismo per ricavarne Cisteina.
Quindi l’integrazione di NAC è utile per la sintesi del - il più potente ed importante fra gli antiossidanti prodotti dall’organismo.
Che è un “disattivatore di radicali liberi”.
Il glutatione partecipa direttamente alla neutralizzazione dei radicali liberi, dei composti reattivi dell’ossigeno, e mantiene gli antiossidanti interni - come la vitamina C ed E - nella loro forma ridotta (cioè attiva).
E rispetto alla vitamina C, è più efficace nel migliorare l’utilizzo e la biodisponibilità del ferro, e nel neutralizzare gli effetti tossici di alcuni agenti esogeni come i nitriti, nitrati, clorati, derivati del benzolo, derivati del toluolo, anilina eccetera.
Il glutatione inoltre detossifica da molti xenobiotici.
Che sono?
Xenobiotico si definisce una sostanza chimica che è estranea al sistema biologico (vaccini, farmaci, antibiotici, contaminanti ambientali, additivi chimici eccetera).
L’organismo umano si difende dalla formazione dei radicali liberi attraverso il Glutatione.
Mi rendo conto che è meno "fashion" e coccoloso del gastroprotettore, ma Il Glutatione - quasi “sconosciuto” alla medicina ufficiale - è ultraconsigliabile per le sue ottime proprietà IN SVARIATE MALATTIE.
1) aiuta il nostro fegato a disintossicarsi ed a preve**re possibili danni causati dall’eccessivo consumo di alcool.
2) In alcuni studi fatti sugli animali è stata dimostrata una certa azione antitumorale.
3) migliora l’utilizzo degli aminoacidi cisteina e cistina, ed inibisce in tutto o in parte i dannosi effetti collaterali dovuti ad un’esposizione ad alte dosi di radiazioni, chemioterapia e raggi X.
4) Ha un ruolo anti-invecchiamento DUPLICE, perchè elimina i radicali liberi che si formano dalla perossidazione dei lipidi e che hanno un impatto negativo su DNA ed RNA determinando distorsioni cellulari e disfunzioni biochimiche.
5) Impedisce inoltre che i radicali liberi si leghino alle proteine del corpo, evitando l’indurimento e il restringimento del collagene (quindi rughe, mancanza di elasticità nelle arterie, ecc.) e per questo motivo mantiene sano e “giovane” il sistema circolatorio.
6) Quanto al sistema immunitario è strettamente legato all’attività fagocitica di specifiche cellule polmonari e protegge dagli eventuali effetti dannosi del fumo, insieme ad altri antiossidanti come vitamina C, E, Selenio, Beta Carotene e Cisteina.
7) Aiuta a bloccare il diffondersi del virus HIV (American Journal of Clinical Nutrition).
8 ) L’eccessivo consumo di alcool può essere neutralizzato dal Glutatione che aiuta il fegato a depurarsi.
E siccome L’integrazione con Glutatione per via orale pone svariate difficoltà, quale miglior modo che l'economica NAC (IN COMPRESSE!!!) per produrlo?
Avrei anche voluto parlare dell'effetto mucolitico del NAC, delle proprietà chelanti sui metalli pesanti (anche NICHEL) ... Ma a quest'ora è giunto il momento di meritarmi un pò di riposo (dopo 10 ore di ambulatorio).
Per fortuna sarà tutto spiegato nel corso che inizieremo insieme alla .ssa Livia Emma - dietista ... e manca davvero poco al completamento dell'aula😉
Caro diario, grazie per raccogliere i miei pensieri e le info sul corso, qui 👇
https://live.macrolibrarsi.it/corso-emma-prinzi-2024/?pn=7692
Ti riaprirò domani, spero.
Ti chiudo e ti ripongo.
Ti riaprirò presto, spero.
Perché anche la mia salute vale 🙂

08/02/2024

In Multiple sclerosis (MS) it is important to preserve the residual physiological functions of subjects. The aim of the present study was to investigate the influence of nanotechnological device treatment combined with home-based training program (TP) on lactate level, hand grip strength and cervica...

08/02/2024

In multiple sclerosis patients (MS), symptoms such as fatigue, lack of physical energy, spasticity, motor coordination disorders, tremors, dizziness and postural instability are most common. Cattaneo et al. (2007) studied the effects of stability training on MS patients, describing its efficacy in r...

22/01/2024

Pagina di gratuita divulgazione medica e scientifica, gestita da un "medico delle panze" siculo :)

15/01/2024

VITAMINA D3: CAUSA DI DANNI RENALI O CURA DELLA TUBERCOLOSI?.
Caro Diario,
Riprendo a vergare le tue pagine dopo tanto tempo.
Posso quasi dire che mi è mancato solcare queste pagine con la penna e sentire che posso affidarti pensieri, riflessioni e dubbi...
È così terapeutica la 😃
Stasera scrivo per la lunga e permanente tendenza della "medicina moderna" (con la m minuscola) di generare AMNESIA rispetto agli effetti dei farmaci (effetti riconosciuti in letteratura, sottoposti a tantissimi studi, a cui ci richiama il 13mo articolo del codice deontologico medico).
Al contempo, si preoccupa il pubblico, i pazienti, rispetto alle vitamine.
DESCRITTE TUTTE COME PERICOLOSE E FONTE DI DANNI.
A cominciare dalla "pericolosissima" D3, la più pericolosa di tutte; che a detta dello "scieziatoh-di-famigliah" (ma anche per gli specialisti) distrugge fegato e reni e genera visioni e apparizioni: sorci verdi, elefanti rosa e dischi volanti, sopratutto.
Negli anni '30 si sapeva che l'olio di fegato di merluzzo, la luce solare e la fototerapia erano trattamenti efficaci per diverse malattie.
Il sole e la fototerapia furono usati per curare la tubercolosi negli anni 1890-1930.
Infatti, il premio Nobel per la medicina fu assegnato al dottor Neils Ryberg Finsen nel 1903 [1] per aver curato centinaia di casi di tubercolosi di lunga data con raggi di luce rifratti da una lampada ad arco elettrico; e questo metodo di trattamento divenne lo standard di cura per il trattamento della tubercolosi fino alla scoperta degli antibiotici negli anni '40.
Inoltre, nello stesso periodo di tempo è stato riportato che sia il che la miglioravano notevolmente con l'esposizione al sole [2,3]
A causa del legame tra la luce solare e la formazione di vitamina D, i medici di quell’epoca iniziarono a curare le malattie anche con la sola vitamina D, riscontrando molto successo.
Negli anni '30 e '40 furono pubblicati rapporti che descrivevano l'uso efficace della vitamina D nel trattamento della psoriasi, dell'asma, dell'artrite reumatoide, del rachitismo, e della tubercolosi [4,5,6]
Era stato dimostrato che dosi comprese tra 60.000 e 300.000 UI controllavano l'asma, da 150.000 a 600.000 UI al giorno miglioravano i segni e i sintomi dell'artrite reumatoide e da 100.000 a 150.000 UI al giorno per 2 o 3 mesi guarivano completamente molti casi di lunga data di infezioni da tubercolosi [7].
Non è chiaro il motivo per cui furono scelte dosi giornaliere così elevate di vitamina D: erano notevolmente elevate rispetto agli standard odierni.
Le stime della quantità di vitamina D prodotta nella pelle dall’esposizione al sole erano sconosciute a quel tempo e non sarebbero state effettuate fino agli anni ’70-’80.
Quando furono effettuate queste stime - da 10.000 a 25.000 UI al giorno [8,9], divenne evidente che le dosi giornaliere di vitamina D selezionate dai medici negli anni '30 e '40 erano un ordine di grandezza superiore a quello che il corpo effettivamente produce dall’esposizione al sole.
Sfortunatamente, negli anni '30 e '40 emersero presto rapporti che descrivevano complicazioni dovute all'ipercalcemia indotta dalla vitamina D dopo l'assunzione giornaliera prolungata di queste dosi giornaliere sovrafisiologiche di vitamina D.
All’epoca si pensava che l’ipercalcemia indotta dalla vitamina D portasse alla morte di numerosi pazienti e, di conseguenza, l’uso della vitamina D a queste dosi elevate per il trattamento delle malattie cadde in disgrazia.
Ancora oggi.
In quanti se la fanno sotto spaventati dagli effetti collaterali?
Tuttavia, non è chiaro dalla letteratura quante persone potrebbero essere effettivamente morte a causa della tossicità della vitamina D, poiché ci sono stati anche rapporti notevoli che descrivono pazienti che si sono ripresi senza complicazioni a lungo termine dopo aver ingerito massicce quantità di vitamina D per lunghi periodi di tempo.
Uno di questi rapporti fu pubblicato nel 1948, descrivendo in dettaglio i pazienti che si ripresero senza problemi dopo aver assunto da 150.000 a 600.000 UI al giorno per un periodo da 2 a 18 mesi per l'artrite reumatoide [10].
Inoltre, con il ciclo di trattamento relativamente breve per la tubercolosi, molti pazienti sono stati in grado di ingerire in sicurezza da 100.000 a 150.000 UI/die per diversi mesi e ottenere guarigioni complete senza sviluppare complicazioni legate all’ipercalcemia o interrompere la terapia [7].
Sfortunatamente, invece di ridurre la dose di vitamina D per vedere se esistesse un intervallo di dosaggio più basso che sarebbe comunque clinicamente efficace ma senza causare ipercalcemia nel trattamento di pazienti affetti da queste malattie, la vitamina D è stata etichettata come tossica e l’uso di queste dosi elevate le dosi per il trattamento della malattia furono interrotte.
Nel 1999, è stato pubblicato un articolo di revisione completo sull’integrazione di vitamina D, sui livelli ematici di 25OHD e sulla sicurezza, e ha scoperto che la tossicità da ipercalcemia sembrava comportare l’assunzione di dosi giornaliere di vitamina D superiori a 40.000 UI/giorno [11].
Sarebbe comunque troppo lungo scrivere qui la storia DIMENTICATA degli effetti della VITAmina D3 su tantissime malattie, e chissà che non decida di scriverci un libro.
Caro diario, grazie per raccogliere i miei pensieri e le info su ciò di cui parleremo con la .ssa livia emma - dietista questo Venerdi, su
Ti riaprirò domani, spero.
Ti chiudo e ti ripongo.
Ti riaprirò presto, spero.
Perché anche la mia salute vale 🙂
LINK di approfondimento:
[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Niels_Ryberg_Finsen
[2] https://publications.aap.org/pediatrics/article-abstract/112/2/e132/63266/Vitamin-D-Cod-Liver-Oil-Sunlight-and-Rickets-A
[3] https://www.cabdirect.org/cabdirect/abstract/19361404052
[4] https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0021870734901301
[5] https://www.cabdirect.org/cabdirect/abstract/19361405597
[6] https://jamanetwork.com/journals/jama/article-abstract/307296
[7] https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0960076018306228
[8] https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0140673677925533
[9] https://academic.oup.com/jcem/article/96/7/1911/2833671
[10] https://academic.oup.com/jcem/article-abstract/8/11/895/2720291
[11] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0002916522043763

08/12/2023

LA CARENZA STAGIONALE DI VITAMINA D3 ..... POTREBBE SPIEGARE L'INFLUENZA STAGIONALE?
Come probabilmente sai, la D viene prodotto dai raggi solari, di una certa inclinazione (colpiscono la pelle in un certo periodo dell'anno) che trasformano il 7-DEIDROCOLESTEROLO (impossibile se assumi le ) in pre-pro-VITAmina D.
Ovviamente, vivendo in Italia (o paese "do Sole e do mare") ti aspetti che NON VI SIA MAI CARENZA, giusto?
Ne sanno di più in , paese soleggiato come L'italia, che PRESENTA UNA VASTA CARENZA di VITAmina D soprattutto nelle persone anziane (come l'Italia) che hanno presentato manifestazioni cliniche più gravi dopo l'esposizione "AL-COVIDDI" (come l'Italia).
Molti si chiederanno: vasta carenza perché?
Non siamo il paese del sole e del mare ?
Forse perchè le persone girano vestite sotto il sole?
Forse stanno chiuse a casa?
Forse perchè sopra i tropici l'inclinazione dei raggi solari produce vitamina D solo se esponi adeguate quantità di pelle in certi periodi dell'anno senza CREMA SOLARE?
Forse perchè assumere una statina IMPEDISCE LA PRODUZIONE DI 7-deidrocolesterolo?
Forse perchè la pelle degli anziani ha una capacità ridotta di produzione di VITAmina D?
Chi lo sa ..... sta di fatto che è una carenza GENERALIZZATA, registrata un pò in tutto il mondo, tranne ai tropici.
Ma che c'entra l'IRAN, ti chiederai?
E che c'entra la VITAmina D?
Andiamo per gradi.
Recentemente diversi ricercatori hanno menzionato l'impatto della VITAmina D sulla prevenzione delle INFEZIONI VIRALI in generale.
Il suggerimento è in gran parte basato sull'impatto del VALORE della VITAmina D sulla INFLUENZA STAGIONALE.
È interessante notare che L'ULTIMA RECENTE P(L)ANDEMIA è iniziata durante l'inverno (2019/2020).
Nel 1981 era stata suggerita l'ipotesi vi fosse uno “stimolo stagionale” per spiegare le epidemie di "influenza A" intorno al solstizio d'inverno (LINK 1).
La biologia, la fisiologia e l'epidemiologia della vitamina D INFATTI indicano che la vitamina D è un probabile candidato per lo "stimolo stagionale" poiché i livelli ematici di 25(OH)D sono più bassi alla fine dell'inverno (LINK 2).
Una conferma?
In una coorte britannica di 6789 partecipanti, Berry e collaboratori hanno riportato l'associazione tra la carenza di VITAmina D e le infezioni stagionali, affermando che "la prevalenza delle infezioni respiratorie ha avuto un forte andamento stagionale nella direzione opposta al pattern per concentrazioni di 25(OH)D".
Dimostrando un'associazione lineare tra lo stato della vitamina D, le infezioni stagionali e la funzione polmonare. (LINK 3)
Una ulteriore conferma è una meta-analisi di studi randomizzati mostra che il miglioramento dello stato della vitamina D nei bambini e negli adulti è associato a un ridotto rischio di infezioni del tratto respiratorio superiore o inferiore (LINK 4).
Non stupisce quindi ciò che è stato misurato in IRAN dal Prof. Holick, massima autorità mondiale sulla VITAmina D.
Dal 1' Marzo 2020, su 611 pazienti del Sina Hospital COVID-19 (affiliato all'Università di Scienze Mediche di Teheran) hanno valutati i livelli di VITAmina D dei pazienti in ingresso.
In totale, il 67,2% dei pazienti aveva un livello di 25(OH)D inferiore a 30 ng/mL - livello al di sotto del quale parliamo di insufficienza di VITAmina D come raccomandato dalla Endocrine Society (quindi anche in Italia).
Dopo l'aggiustamento per i fattori confondenti, è stata riscontrata un'associazione significativa tra la sufficienza di vitamina D e la riduzione della gravità clinica (LINK 5).
La significativa riduzione della PCR - noto marker infiammatorio - insieme all'aumento della percentuale di linfociti suggerisce che un valore "sufficiente" di VITAmina D può modulare la risposta immunitaria riducendo il rischio di tempesta citochinica in risposta a quest'infezione virale.
La gravità degli esiti clinici da COVIDDI-19 e la mortalità sono QUINDI STATE RIDOTTE nei pazienti che avevano un livello "sufficiente" di VITAmina D.
Così, è MAI STATA considerata la POSSIBILITA' di usare ALTRI approcci terapeutici per preve**re, diminuire o alleviare i sintomi dell'influenza ?
Qualunque sia l'opinione degli amici, dei parenti, dei curanti O DEI POLITICI ('tacciloro) è stato LARGAMENTE DIMOSTRATO che la VITAmina D ha attività immunomodulatoria, come già ampiamente scritto in questa pagina.
Non a caso, in Inghilterra il Public Health England (PHE) - il Servizio Sanitario Inglese - raccomanda a tutti gli adulti di integrare con vitamina D e di continuare a farlo per tutto l'inverno.
Come IN ALTRI PAESI DEL NORD EUROPE, dove la MANCANZA DI SOLE spinge i Ministeri della salute a RINFORZARE I CIBI con vitamina D o indica la sua assunzione per EVITARE DI AFFOLLARE OSPEDALI E PRONTI SOCCORSI.
Mentre in Italia si "disconosce" l'uso della VITAmina D, anzi VIENE CRITICATO IL SUO USO e viene OSTACOLATO, CONTRASTATO o BOCCIATO (su come si comporta il nostro Ministero meglio stendere un velo pietoso).
Una carenza o insufficienza di VITAmina D può essere facilmente misconosciuta e un esame del sangue prescritto dal proprio curante può confermare i tuoi livelli.
Peccato che i MAGNIFICI CURANTI che avevano fatto della Sanità Italiana un fiore all'occhiello dell'Europa, non sono messi nelle condizioni giuste: l'istruzione del Ministerio è che la VITAMINA D fa ve**re i calcoli renali, intossica il fegato, fa apparire sorci verdi, elefanti rosa e dischi volanti..... e se i Curanti prescrivono ESAMI o INTEGRAZIONE arrivano le multe pecuniarie.
Ovvio che questo li DEMOTIVA ..... quando non li spaventa.
Indipendentemente da ciò il PHE (Sistema Sanitario Inglese) consiglia alle persone di assumere un integratore di vitamina D ogni giorno durante l'autunno e l'inverno, se non stai già integrando, ricorda che:
1) L'INTEGRAZIONE più fisiologica E' GIORNALIERA
2) L'integrazione considerata OK da AIFA in Italia è di 2000 UI al giorno (per me è il minimo...)
3) Quella considerata SICURA da EFSA (Ente Europeo della Sicurezza dei Farmaci) è di 4000 UI al giorno
4) Trovi OTTIMI ed ECONOMICI integratori di VITAmina D3 in farmacia, parafarmacia, erboristeria e Amazon.
Per tutto ciò che non ho detto o scritto ti rimando ai vari LINK alla fine del post.
Continua a seguire QUESTA pagina, approfondisci l'argomento (articoli gratuiti, tradotti in Italiano se usi Google Chrome) e condividi liberaMente ciò che pubblico, perchè è pubblica utilità.
E perchè LA TUA SALUTE VALE!
.
LINK DI APPROFONDIMENTO
LINK 1
https://www.cambridge.org/core/journals/epidemiology-and-infection/article/role-of-season-in-the-epidemiology-of-influenza/618AD6FF75DBD12ECBA7A084DE5E4D9E.
LINK 2
https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0118108
LINK 3
https://doi.org/10.1017/S0007114511001991
LINK 4
https://www.bmj.com/content/356/bmj.i6583
LINK 5
https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0239799

07/12/2023

VITAMINA D
SOSPETTIAMO CHE LE "RACCOMANDAZIONI" (SOTTOSOGLIA) DEL MINISTERO SIANO TROPPO BASSE PER PROTEGGERE IL CUORE.
È DIMOSTRATO che BASSI LIVELLI DI VITAMINA D sono associati a un MAGGIOR RISCHIO di avere un EVENTO CARDIOVASCOLARE, come un infarto o un ictus.
Cosí il trattamento con vitamina D viene studiato come possibile terapia di prevenzione
Due RECENTISSIMI STUDI - presentati alle Scientific Sessions 2023 dell'American Heart Association a Filadelfia il 12 e 13 novembre - hanno scoperto che LE ATTUALI RACCOMANDAZIONI sul dosaggio non aiutano PER NULLA i pazienti a raggiungere livelli ottimali di vitamina D.
Nulla di sorprendente.
Ma sospettano che gli studi che esaminavano l’efficacia, nel preve**re eventi cardiovascolari, del trattamento con vitamina D non utilizzavano dosi adeguatamente sufficienti.
Portando a risultati imprecisi.
E di conseguenza qual Ministero e Società scientifiche varie ('tacciloro!) RACCOMANDA l'uso di prescrizione e dosaggio della VITAMina D3 ???
i ricercatori hanno scoperto che per raggiungere certi livelli (40 ng/dL) spesso è necessario dare ai pazienti MOLTO PIU' DELLA (micragnosa) DOSE DIETETICA GIORNALIERA raccomandata dagli Stati Uniti (600-800 UI).
Dei partecipanti, quasi il 90% ha richiesto un aggiustamento continuo dei dosaggi, con il 51% che ha avuto bisogno di dosi tra 5.000 e 8.000 UI e il 14,6% di oltre 10.000 UI o più per raggiungere i 40 ng/ml.
Inoltre, è stato necessario del tempo per arrivare all’obiettivo: meno del 65% ci ha messo tre mesi e il 25% sei mesi.
LO RIPETO: IN ALCUNI CASI I PAZIENTI necessitavano pIù DI 10.000 UI.
E non è morto nessuno.
Nessuno ha visto i dischi volanti, o gli elefanti rosa o i sorcvi verdi.
Nessuno ha sviluppato calcoli renali.
Nessun rene o fegato si è guastato.
Nessuno è morto
Intervistati, i ricercatori americani affermano:

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