03/08/2025
ABBRACCI
“Ho saputo che gli abbracci stimolano la produzione di emoglobina. Fanno il sangue buono, portano ossigeno in giro. La psicoterapeuta americana Virginia Satir, quella che sosteneva che il mondo si può guarire solo se prima si guariscono le famiglie, diceva che per sopravvivere sono necessari quattro abbracci al giorno, otto per mantenersi in salute, dodici per crescere.
Gli abbracci favoriscono l’autostima (ma questo è ovvio) e sfavoriscono la depressione.
Gli abbracci aiutano, e non poco, la produzione di ossitocina.
Ossitocina. Non so se sia poetica, però è una bella parola. Ossitocina.
Ed è ancora più bella la sua formula chimica: C43H66N12O12S.
E' fatta di nove amminoacidi, la producono certe ghiandole che abbiamo sopra gli occhi, poi la neuroipofisi, che sta più o meno al centro della testa, la diffonde nel torrente circolatorio (a proposito di poesia), cioè nel sangue.
Più abbracciamo, più ossitocina produciamo e facciamo produrre.
E mandiamo in circolo in due corpi alla volta, il nostro e quello di chi abbracciamo.
L’ossitocina è l’ormone dell’amore. Ci rende più altruisti, generosi, empatici, più fiduciosi nei confronti del prossimo e più bravi a percepire le emozioni sul volto degli altri, ci fa più estroversi e più aperti a nuove idee.
Il professor Sebastian Korb della Scuola superiore di studi avanzati di Trieste, neuroscienziato, ha dimostrato che l’ossitocina facilita l’imitazione delle espressioni di pianto dei neonati. Anche nei maschi. Quindi i comportamenti di accudimento non sono poi così tipicamente femminili come in genere si crede. E tutta una questione di ossitocina.
L’ossitocina rende monogami. L’Università di Bonn, in Germania, ha dimostrato che i maschi eterosessuali che avevano assunto ossitocina tendevano a evitare le donne attraenti che non erano le loro compagne, mentre non cambiava il comportamento dei single.
Nella stessa università, un’altra ricerca ha dimostrato che l’ossitocina inibisce i centri della paura del cervello. L’ossitocina abbassa i freni inibitori sociali, l’ansia e lo stress”.
Pietro Negri Scaglione
La scultura è di Valerio Berruti