06/12/2025
MI HA CHIAMATO MEDIASET
…ebbene sì, ci ho messo un po’ di giorni ad elaborare la perplessità...
Racconto questo episodio agli amici con il sottotitolo:
“Ho perso l’occasione della mia vita”...
Rido, ma è un riso di quelli che fai salutando con la mano mentre dici addio al mondo che conoscevi.
Io salpo. Voi che fate?
Nel weekend mi ha cercata una dipendente di Mediaset perché mi aveva intercettata tramite il blog Il Bosco Femmina.
Ha faticato un po’ a trovarmi e a trovare rete perché in effetti ero in giro per pinete con i daini, senza orologi né regole, raccogliendo qua e là pigne e legnetti per la stufa... (e componendo il video che avete visto qualche giorno fa).
La conversazione ha avuto luogo mentre ero accanto alla mia auto in un parcheggio vuoto a denudarmi in dicembre per cambiarmi d’abito prima di una presentazione di un libro… daini allo stato brado ancora a poche decine di metri da me.
Il contenuto della chiamata non è stato meno surreale della scena stessa…
La donna al telefono, dalla voce più o meno una mia coetanea, cercava disperatamente di inquadrarmi ma facevamo fatica a capirci…
Lei non era interessata all’opera che porto avanti scrivendo attraverso decine di pubblicazioni e riconoscimenti da quando ero bambina piccola. Anzi, appena ho citato il blog ha fatto un suono come quando si beve una cosa cattiva.
No, no, voleva capire se vivo in un bosco o no!
Cosa non facile, visto che io le rispondevo con la vita vera: ho vissuto nel deserto, ho vissuto in un bosco, ora vivo in campagna… e a breve vado a vivere un capitolo in Sardegna grazie a un gatto…
La sento che le gira la testa.
Lei: “Ma allora lei vive in un posto normale?”
Io: “Guardi, il posto dove vivo è tutto tranne che normale…” ma mi rendo conto che sarebbe difficile spiegare e per lei capire.
Lei: “Dopo la storia della famiglia nel bosco stiamo cercando persone che abbiano fatto scelte di vita simili e che vivano in un bosco.”
Io: “Beh, io le ho fatte da decenni…”
Lei: “Ma lei ha il bagno in casa o fuori?”
Io: “Beh, è freddo, ci allevo i ragni, ma è in casa.”
Lei: “Eh, ma se ha l’acqua calda, il bagno in casa, lei ha tutti i confort…”
È una milanese D.O.C. che, a sua detta, non ha mai vissuto “nella natura”.
Me lo dice per spiegarmi il suo crescente nervosismo nella fatica di inquadrarmi.
Quindi mi immagino la sua immagine di “tutti i confort” – attici, fienili ristrutturati con pareti a vetro, masserie da rivista di architettura…
Penso ai luoghi in cui vivo per scelta da almeno 30 anni – splendidi ma autentici, bucolici, selvaggi a volte – e mi viene da ridere. Ma mi dibatto come un pesce fuor d’acqua davanti all’evidenza che lei non riesce a capire…
E con questo “tutti i confort”, che mi ripete spesso, quasi delusa per il fatto che non vivo esattamente come “la famiglia nel bosco” di turno, continua:
“Noi stiamo cercando persone che vivano come la famiglia nel bosco da invitare in studio.”
Io: “Mah, guardi, io non verrei mai in studio per parlare di dove vivo e non condividerei mai a nessuno se non ai miei amici la mia intimità” – e, dentro di me, aggiungo: “Soprattutto dopo tutto quello che ho fatto e prodotto nella vita, dovrei ve**re in studio per parlare del mio nido?”
La mia gatta avrebbe soffiato come un serpente.
Lei: “Ah, volevo invitarla, ma se a Lei non interessa…”
Io: “A me interessa sì, il problema è che ho il bagno in casa!
E poi non vengo in TV a parlare di casa mia.”
C’era da scompisciarsi.
Il walzer continua per interi minuti…
Mentre io mi trovo in mutande nel parcheggio tra il bosco e il mare, la tipa non si arrende:
“Ma lei rientra in una realtà neorurale o no?”
Il mio diavoletto interiore vorrebbe urlare: ma io che ne so? Invece rispondo:
“Mah, io vivo in mezzo al nulla in campagna… con un boschetto davanti.”
“Eh, ma se mi dice che ha l’acqua calda e il bagno allora chi non vorrebbe vivere in campagna con tutti i confort?”
Mi verrebbe da risponderle: beh, Lei per esempio…
Invece rispondo ormai quasi ubriaca:
“Mah, ho una cucina economica di cent’anni pagata poche decine di euro, e sono appena stata nel bosco a raccogliere legnetti e pigne..”
“Mi perdoni ma io non ho mai vissuto queste cose… non capisco… Ma lei si può definire “neorurale”?”
Niente, ragazzi, io lì mi sono arresa…
Però che barzelletta sta diventando il crollo di quell’epoca lì… a me viene da ridere, spesso, anche da sola per la strada. Non resisto.
Risultato: tutto ciò che è incollato al mondo che abbiamo conosciuto finora sta andando in tilt. Non solo la borsa, la chiesa, la sanità, tutto e se diciamo tutto vuol dire tutto…
Adesso, dopo aver creato dei traumi ad alcuni tra i pochi bambini che stavano ancora bene e ancora vivevano secondo natura, ci faranno su degli show e lanceranno una tendenza.
Così facendo, renderanno tutto patinato, glamour, annacquato; quindi, rovinato.
Disinfetteranno la realtà per l’ennesima volta per venderla confezionata.
Antenne, palchi e corna alzate amici, orecchie ritte.
Via il guinzaglio.
Se saprete discernere, riuscirete finalmente ad infilarvi tra le maglie sempre più rade del vecchio mondo che crolla e a cavalcare liberi per i boschi.
Ma davvero.
Neorurali o no.
Dio mio, sto ancora ridendo…
© Sonia Serravalli
(Libri nelle librerie online)
info@soniaserravalli.com
Blog IL BOSCO FEMMINA
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