16/11/2024
Iniziamo a dar forma a questa pagina, con una prima riflessione…
Chi è il medico di famiglia? Domanda da un milione di euro.
Era una figura mitologica, presente nelle vite di tutti. Il consigliere, l’amico, il confidente. Romantico, decisamente romantico. Ricordo il mio pediatra (il mitico dottor Vittorio RIZZO), che passava frequentemente a casa nostra, nel tardo pomeriggio, e si intratteneva, caffè alla mano, con i miei genitori, indugiando in chiacchiere. E si parlava del più e del meno. Sentivo i miei genitori che si confidavano con lui ed ottenevano la sua opinione…
Poi le riforme, la crisi, il crollo della sanità, la monetizzazione di tutto. L’accesso alle cure è diventato difficile, se non impossibile.
Il futuro si prospetta nebuloso, con l’idea di esternalizzare le prestazioni al di fuori dell’ospedale, ormai saturo, e portare la medicina sul territorio.
E il medico di famiglia? È diventato, nella maggior parte dei casi, un fornitore di beni e servizi. Un supermarket, dove rifornirsi di farmaci ed ottenere prestazioni, preferibilmente aggratisse e possibilmente del tutto inutili. Solo perché ammiocuggino ha fatto il tal esame od il talaltro esame e non si sa mai.
Il dottor Google ha, poi, peggiorato il tutto. La sanità fai da te impera e, sempre più spesso, il paziente arriva in studio con la soluzione dei suoi problemi già pronta. Basta solo prescrivere quello che chiede...
Io credo, invece, che il medico di famiglia sia elemento fondamentale nella gestione della salute dei cittadini. È il primo elemento di un circuito che inizia e finisce nello suo studio. Spesso è il primo a rendersi conto di un problema, ipotizzando la diagnosi ed impostando terapia.
Per come la vedo io, il paziente deve rappresentare un problema e si deve, insieme, trovare una soluzione. Anche perché, in medicina, le strade per giungere ad una conclusione sono, a volte, assai arzigogolate.
Gli specialisti, se necessario, vanno coinvolti ma, alla fine, spetta al medico di famiglia gestire il “dopo”. I controlli, la terapia, la quotidianità del paziente.
È necessaria la collaborazione di tutti. Ognuno di noi, operatori del settore, dovrebbe avere al centro della propria azione la salute ed il benessere del paziente. Per questo, per esempio, lo specialista (pubblico o privato) dovrebbe predisporre le impegnative per eventuali esami successivi. Ciò per evitare al paziente (specie se anziano o gravemente malato) di fare in continuazione la spola tra il medico di famiglia, lo specialista, il CUP ed i reparti dove dovrà sottoporsi agli esami richiesti. Ma questo è un altro discorso, e ne riparleremo.
Ma più di tutto, è necessaria la fiducia. Che deve essere reciproca, perché il paziente deve fidarsi del proprio medico (senza necessariamente andare a chiedere pareri altrui.. a volte non esattamente disinteressati) tanto quanto il medico deve fidarsi del paziente (che effettui le terapie e gli esami richiesti..).
Difficile. La fiducia si costruisce ogni giorno. E si basa, anche, sul rispetto reciproco. Anche di questo, però, ne riparleremo...
Buon fine settimana a tutti.