28/03/2024
È morto a 90 anni Daniel Kahneman, lo psicologo che vinse nel 2002 il premio Nobel per l’economia per i suoi studi sui processi decisionali, che sono diventati dei capisaldi anche in ambito economico.
Il suo maggior contributo è stata la teoria del prospetto (prospect theory), in opposizione alla teoria dell’utilità attesa di von Neumann e Morgenstern.
La teoria dell’utilità attesa, alla base dei modelli economici classici, sostiene che l’essere umano, quando deve prendere una decisione, si comporta in maniera razionale, è guidato dal principio di utilità e cerca di massimizzare il risultato.
Kahneman, invece, ha mostrato insieme ad Amos Tversky come l’essere umano nelle sue scelte non sia guidato dal principio di utilità, ma dal principio di valore: tende a valutare le perdite e i guadagni in modo diverso, dando più peso alle prime, e le sue decisioni dipendono da come gli viene presentato il risultato (ad esempio, se viene descritto come una perdita o un guadagno).
Le nostre decisioni, infatti, sono determinate da credenze soggettive e influenzate da bias cognitivi che Kahneman ha illustrato nel suo famoso libro “Pensieri lenti e veloci”, che è diventato un classico della psicologia.
Addio quindi a Kahneman, lo psicologo che è diventato uno degli economisti più influenti al mondo e che ha contribuito a gettare luce sul funzionamento di quel grande mistero che è la mente umana.
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