Francesco Maria Malatesta - psicologo e psicoterapeuta

Francesco Maria Malatesta  - psicologo e psicoterapeuta PSICOLOGO-PSICOTERAPEUTA
Ricevo in studio, a distanza o a domicilio. Primo colloquio gratuito.

27/01/2025

🕯️ Il 27 gennaio celebriamo la Giornata della Memoria, istituita per commemorare la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz nel 1945 e onorare le vittime dell’Olocausto.

📖 Questa ricorrenza ci spinge a riflettere non solo sulle pagine più buie della nostra storia, ma anche sulle guerre e sulle ingiustizie che ancora oggi ci circondano.

👩‍🏫 Promossa dal Consiglio d’Europa, la Giornata della Memoria educa fin dalle giovani generazioni ai valori della comprensione, della tolleranza e del dialogo tra nazioni, culture e religioni.

🙏 Ricordare è un dovere collettivo, per costruire un presente e un futuro fondati su rispetto, pace e dignità per tutti.

16/01/2025

La salute del sonno rappresenta un aspetto cruciale per il benessere di ogni lavoratore, ma in un contesto professionale sempre più caratterizzato da sedentarietà e stress, i rischi di insonnia e riposo insufficiente risultano in forte aumento. Uno studio decennale – sostenuto dal National Institute on Aging e condotto da un team interdisciplinare (psicologi, psichiatri ed esperti di invecchiamento e medicina) di università come la Florida del Sud, la Penn State University, la University of Pittsburgh e l’Arizona State University – ha messo in luce quanto i ritmi lavorativi moderni influiscano sulla qualità del sonno, con effetti potenzialmente duraturi.

“Chi fa un lavoro sedentario e stressante dorme peggio, i danni permangono anche per 10 anni.”

Questo dato, frutto di un’analisi protratta per un decennio e pubblicato sul Journal of Occupational Health Psychology, mette in guardia dalle conseguenze di un’attività lavorativa passata quasi interamente seduti, spesso davanti a uno schermo, e dalla pressione costante che ne deriva.
La ricerca, che ha coinvolto oltre mille dipendenti, evidenzia che una percentuale significativa di lavoratori sedentari sviluppa sintomi di insonnia. Parallelamente, orari di lavoro irregolari o turni notturni innalzano il bisogno di “recupero del sonno”, come pisolini o dormite extra nei weekend. Secondo i ricercatori, l’effetto combinato di stress prolungato e sedentarietà “blocca” le persone in abitudini di riposo frammentate, con rischi che persistono nel tempo.

“Dormire male danneggia anche la produttività.”
Un sonno di scarsa qualità incide in modo rilevante sulla concentrazione e la prontezza di riflessi, alimentando ulteriore stress. Lo studio sottolinea che le aziende dovrebbero considerare la salute del sonno come una priorità: postazioni dinamiche, pause attive e una pianificazione più flessibile degli orari di lavoro possono fare la differenza in termini di benessere e resa professionale. Per ridurre l’impatto negativo, i ricercatori suggeriscono di introdurre piccole attività fisiche nell’arco della giornata, evitare eccessivi straordinari e stabilire una fascia oraria regolare per il riposo. Adottare soluzioni come brevi pause di stretching o camminate programmate all’interno della routine lavorativa può contribuire a un migliore equilibrio tra attività professionale e benessere notturno, prevenendo danni che, come sottolineano gli esperti, possono protrarsi anche per un decennio.

Per approfondire 👇🏻
https://www.repubblica.it/salute/2025/01/08/news/chi_fa_un_lavoro_sedentario_e_stressante_dorme_peggio-423926499/

29/10/2024

In una recente ricerca è stato intervistato un campione di mille professionisti e professioniste italiani sul tema del benessere mentale nei luoghi di lavoro, che ad oggi, resta uno dei più grandi tabù.

Lo studio svela come chi vive una condizione di disagio psichico preferisca non dichiararlo apertamente al capo o ai colleghi, perché teme che possa subìre delle ripercussioni negative sul proprio ruolo o sulla propria carriera. Sono ancora molti gli italiani (44%) che non parlano di benessere mentale in azienda, una media che supera quella globale che si aggira invece intorno al 32%. Eppure il tema del benessere mentale nei luoghi di lavoro ha un peso cruciale, non solo, per la qualità della vita dei singoli, ma anche, per le imprese, perché il professionista, che vive una situazione di disagio psichico, non riesce a lavorare bene.

Proprio in occasione del convegno La Psicologia W*P per il benessere di persone e organizzazioni, che si è tenuto il 24 ottobre scorso, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) ha promosso una serie di iniziative per potenziare la psicologia del lavoro sulla scia della pubblicazione dei Quaderni di utilità professionale e la partecipazione del CNOP alla campagna EU-OSHA-INAIL “Ambienti di lavoro sani e sicuri. Salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale”, che vede impegnato il Consiglio nella promozione di pratiche e politiche a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici.

Quasi un lavoratore su due, infatti, afferma di trovarsi in una situazione di grave disagio psichico. La metà ritiene che il motivo principale sia il clima interno difficile, a seguire, i carichi di lavoro eccessivi, e infine, le attività ripetitive e poco stimolanti. Il benessere mentale nei luoghi di lavoro è anche una questione di genere, dal momento che colpisce maggiormente le donne, una tendenza destinata ad aumentare con l'età. Secondo lo studio l’ascolto gioca un ruolo chiave. Nel nostro paese – rivela lo studio - non esiste, o esiste di rado, una figura dedicata al benessere mentale in azienda, il Mental Healt First Aider.

Per approfondire: https://www.ilsole24ore.com/art/salute-mentale-parlarne-lavoro-e-i-piu-grandi-tabu-si-tema-la-carriera-AGwKquQ

10/09/2024
10/08/2024

Dalla mente inizia la prevenzione. Secondo l’OMS un adeguato livello di benessere psicologico “consente agli individui di realizzarsi, di superare le tensioni quotidiane, di fronteggiare efficacemente le crisi, di lavorare in maniera produttiva e soddisfacente, di essere parte attiva della comunità, producendo effetti diretti sulla salute e documentati a livello sociale ed economico”.

Un disagio psicologico vissuto nell’infanzia e nell’adolescenza, se non superato si traduce nel 50% dei casi in problemi di salute fisica, nel 30% in problemi di adattamento alla vita e nel 20% in disturbi psichici (Cuijpiers et al. 2011). Questo spiega perché ogni euro speso per interventi psicologici di gruppo nella scuola per problemi di ansia e umore produce ben 30 euro di risparmi (Khan et al. 2015), ed anche perché migliorare le risorse psicologiche e la resilienza nei ragazzi riduce del 70% i costi economici legati alle situazioni di disagio psicologico (Thielen et al 2016).
Un disturbo psicologico in età adulta aumenta dal 20 all’80% (a seconda della malattia) il rischio di una malattia fisica (Scott et al. 2016).

Se davvero si volesse guardare all’economia, bisognerebbe avere il coraggio di vedere i dati: anche brevi interventi psicologici nelle cure primarie, in aiuto ai medici di famiglia, sono in grado di risolvere tre situazioni su dieci, che aumentano a sette su dieci nel caso di interventi più lunghi. Ad un anno dall’intervento si registra un risparmio medio di un quarto delle spese sanitarie complessive.

Il bonus psicologico ha confermato questi dati: solo considerando le giornate di lavoro recuperate dopo il trattamento in un anno l’investimento pubblico di 25 milioni ha prodotto 312 milioni di risparmi con un rapporto costi benefici di 1 a 12.

Per approfondire 👇🏻
https://www.repubblica.it/italia/2024/08/09/news/david_lazzari_psicologia_benessere_risparmi_sanita-423439660/?ref=RHLF-BG-P17-S1-T1

07/06/2024

L’INPS ha reso noto il numero di domande per il bonus psicologico 2024 effettuate dal 18 marzo al 31 maggio: sono state 400.505, un numero che conferma ulteriormente la ricerca attiva di un aiuto da parte degli italiani.

Ora l’istituto procederà con l’elaborazione delle graduatorie in base all’Isee dei richiedenti, dando priorità a quelli più bassi, e in caso di parità di valore sarà considerato l’ordine cronologico della presentazione delle domande.

È finita la pandemia, sono passati quasi due anni dal primo bonus, ma le domande sono sempre tante, ancora più di allora, nonostante molta gente abbia rinunciato in partenza, pensando di non poter accedere al contributo a causa dei fondi limitati.

Si tratta di numeri considerevoli che dimostrano la grande richiesta di sostegno al benessere psicologico da parte dei cittadini e che devono spingere le istituzioni a favorire ulteriori stanziamenti pubblici per la prevenzione e la cura nel campo della salute psicologica.

Questa infatti è solo la punta dell’iceberg del disagio psicologico per il quale il bonus rimane ancora incredibilmente l’unica risposta pubblica, con risorse tra l’altro inadeguate per rispondere alle migliaia di richieste. Oltre al bonus, gli italiani aspettano lo psicologo scolastico e quello di base.

Per approfondire 👇🏻
https://www.quotidianosanita.it/cronache/articolo.php?articolo_id=122684

17/05/2024

Oggi 17 maggio è la Giornata Internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, un’importante occasione per ribadire la necessità di combattere contro le discriminazioni, il bullismo e la violenza fisica e verbale.

L’odio e l’intolleranza provocano danni profondissimi nel benessere psicologico di chi li subisce. La diversità non è un qualcosa da combattere, ma è ricchezza, un valore aggiunto per la collettività.

10/05/2024

Non c'è nulla di cui vergognarsi se, quando capiamo che qualcosa non va come vorremmo nella nostra vita,  scegliamo di s...
09/01/2024

Non c'è nulla di cui vergognarsi se, quando capiamo che qualcosa non va come vorremmo nella nostra vita, scegliamo di seguire un percorso psicoterapico...significa solo che abbiamo deciso di prenderci cura di noi stessi.

Ve ne avevamo già parlato quest’estate: il noto cestita NBA Ricky Rubio aveva deciso di prendersi una pausa dalla sua carriera professionistica per dedicarsi al suo benessere mentale.

Questa storia, negli ultimi giorni, ha avuto un ulteriore sviluppo: l’atleta ha pubblicato sui suoi social una lettera in cui ha annunciato ufficialmente il ritiro dalla carriera di giocatore NBA.

Queste sono alcune delle sue parole: “Un giorno, quando mi sentirò pronto, mi piacerebbe condividere con voi la mia esperienza in modo da supportare chiunque affronti situazioni simili… Sono felice di dire che sto molto meglio e che sto migliorando giorno dopo giorno”.

Non ci deve essere nessuna vergogna nel parlare dei percorsi psicoterapici. Storie come questa, cioè quelle dei cosiddetti “vincenti” che parlano apertamente dei propri problemi e riconoscono i propri limiti, sono un importante assist nella lotta ai tabù.

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Chieti
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