Centro olistico "Essenzial-mente"

Centro olistico "Essenzial-mente" l centro olistico "Essenzial-Mente", nasce da un'idea del titolare, il dr. Gianluigi Castelli, per u Pratica ecografia ostetrica e ginecologica.

Il centro olistico "Essenzial-Mente", nasce da un'idea del fondatore, il dr. Gianluigi Castelli, per unire la medicina classica e la medicina naturale, che possano mettere al centro, il 'benessere dell'uomo'! Lo scopo centrale del centro 'Essenzial-Mente' è considerare ogni aspetto che
può influenzare la salute della persona e la consapevolezza che ogni persona è
unica, e come tale la necessità di interve**re attraverso piani paralleli, ma con un'unica finalità: un reale e totalizzante stato di benessere. Tre sono le vie d'accesso che portano a questa meta: il corpo, la mente e lo spirito. Il nostro logo: "due alberi uniti" rappresentano le due medicine unite che formano un tutt'uno, con lo scopo di occuparsi del benessere dell'individuo nella sua completezza! Il dottor Gianluigi Castelli, specialista in Ostetricia e Ginecologia, omeopatia ed omotossicologia, ha competenze specifiche in Endocrinologia
ginecologica (come ad esempio policistosi ovarica, disturbi del ciclo e menopausa). Il dottor Castelli è responsabile medico-scientifico del centro olistico 'Essenzial-mente' , e oltre alla sue specifiche mansioni, collabora con diverse figure professionali, tra cui la naturopata Maria Letizia Pulli, l'osteopata dr Marco Metti, è il consulente Ayurvedico Walter Dietinger, che coordina le attività del centro. La competenza principale di Walter Dietinger e la nutrizione Ayurvedica, e collabora in prima persona con il titolare e responsabile medico scientifico, dr. Castelli. L'Ayurveda attribuisce una fondamentale importanza alla nutrizione per la cura e il mantenimento della salute e offre una profonda e vasta conoscenza sull'alimentazione più adatta alle varie costituzioni individuali, tenendo conto del ritmo delle stagioni e dei vari stili di vita. Il cibo secondo l’Ayurveda influenza il corpo e la mente, la combinazione di una corretta dieta e di altri interventi mirati e personalizzati in base alla situazione psico-fisica della persona possono aiutare a riportare l'equilibrio. L'altra collaboratrice del centro e la Dr.ssa Pulli, naturopata ed iridologa, ha frequentato l'Istituto di Medicina Psicosomatica di Milano in Naturopatia-
Iridologia con discussione tesi finale "Il cammino della conoscenza. Malattia e consapevolezza". Master in Fiori di Bach presso Bach Center (Inghilterra). Corso sostegno ai malati terminali e alla loro famiglia presso (Bhaktivedanta -Pisa). Corso Chiave di lettura costituzionale presso Istituto Medicina Bioentegrata. Corso massaggio pediatrico presso l'ospedale di Padova. Ha studiato con medici chirurghi omeopati nel settore psicomportamentale - prevenzione- alimentazione delle patologie e tutt'oggi continua nelle ricerche di approfondimento. Il centro si avvale della collaborazione del dottor Marco Metti. Il dr. Metti ha frequentato l’International College of Osteopathic Medicine di Milano e l'Accademia Italiana di Medicina Osteopatica di Saronno
conseguendo il Diploma di Osteopatia (D.O.) e il Diploma in Scienze Osteopatiche presso l’Universitè Europèenne di Bruxelles, dove in oltre, ha conseguito il Master in Scienze Osteopatiche. Ha conseguito il Doctor of Philosophy (Ph.D.) in Osteopathy (USA) e successivamente il Doctor In Chiropractic (D.C.). Si è laureato in Scienze Motorie presso l’università di Medicina e Chirurgia di Milano. Negli anni di formazione ha investito la maggior parte del suo tempo seguendo i migliori professionisti del settore, apprendendo ed analizzando i principi e le tecniche della Medicina Manuale e tutt'oggi continua a investire parte del suo tempo alla ricerca e all'approfondimento. Il dottor Metti collabora in prima persona col dr Castelli, in particolare per interventi sul pavimento pelvico, con miglioramento della sintomatologia dolorosa in casi di dismenorrea, così come nei casi di lombalgie dovute ad
esiti di interventi di isterectomia. Il trattamento osteopatico è molto utile durante la gravidanza stessa integrando e completando l'approccio medico convenzionale.

È efficace nei dolori lombo-pelvici, come modalità di preparazione al travaglio e al parto, per inibire l'ipertono uterino e l'iperemesi, per stimolare le contrazioni nel post-termine, per i disturbi vescico-perineali puerperali, per gli esiti cicatriziali"".

LE CELLULE  "T". Affinché il sistema immunitario si “ricordi” dei patogeni introdottisi nel corpo e quindi il soggetto a...
04/11/2020

LE CELLULE "T".

Affinché il sistema immunitario si “ricordi” dei patogeni introdottisi nel corpo e quindi il soggetto acquisisca l’immunità alla malattia, alcune cellule T, quelle del sistema immunitario, si sviluppano in cellule di memoria subito dopo essere entrate in contatto con lo stesso patogeno.

Fino ad ora si credeva che il numero delle cellule che si trasformano in cellule di memoria dipendesse molto strettamente dall’entità della risposta immunitaria ma un nuovo studio, condotto da ricercatori dell’Università tecnica di Monaco (TUM), mette in dubbio questa convinzione.

Tutto accade quando un patogeno, come un virus, si introduce all’interno del corpo.

Quando viene individuato dalle cellule del sistema immunitario, queste ultime lo raccolgono e lo trasportano ai linfonodi.

Qui porgono i frammenti del virus, conosciuti come antigeni, alle cellule T conosciute come CD8+.

Queste sono le cellule che sono in grado di riconoscere gli antigeni e quindi il patogeno.

Accade che solo pochissimi recettori delle cellule T corrispondono ad un antigene virale.

Queste poche cellule T antigene cominciano dunque a dividersi molto velocemente sviluppandosi in cellule T effettrici.

Queste ultime uccidono le cellule infettate da virus e muoiono quando l’infezione è stata eliminata.

Alcune di queste cellule effettrici, comunque, si trasformano in cellule T della memoria, ossia cellule che persistono nell’organismo anche dopo l’infezione.

In questo modo si può combattere l’invasore più efficacemente più velocemente qualora si ripresenti.

“L’opinione scientifica prevalente afferma che le cellule T attivate diventano prima cellule effettrici e solo successivamente si sviluppano gradualmente in cellule di memoria”, spiega Veit Buchholz, esperto in microbiologia dell’Istituto di microbiologia medica, immunologia e igiene della TUM.

“A nostro avviso, tuttavia, non è così!

Significherebbe che più cellule effettrici si formano dopo il contatto con l’agente patogeno, più numerose diventerebbero le cellule della memoria”.

Come spiega Simon Grassmann, primo autore dello studio, gli esperimenti che lui e colleghi hanno svolto mostrano che alcune famiglie di cellule T tendono a formare un quantitativo molto più alto di cellule T di memoria:
“Tuttavia, queste famiglie di cellule T dominanti a lungo termine hanno contribuito solo poco alla grandezza della risposta immunitaria iniziale, che era dominata da cellule effettrici derivate da altre famiglie di cellule T a vita più breve”.

Ciò significa che lo sviluppo delle cellule effettrici e di quelle di memoria avviene in una fase precedente rispetto a quanto creduto in precedenza.

Si tratta di un’informazione che potrebbe essere di utilità per lo sviluppo dei vaccini proprio perché, per una risposta immunitaria efficiente tramite la vaccinazione, il corpo umano deve produrre quante più cellule di memoria possibile, come spiega Buchholz.

I farmaci per gastrite e reflusso sono nuovamente sotto accusa. Ma anche in questo caso è l’uso prolungato (due anni) a ...
06/10/2020

I farmaci per gastrite e reflusso sono nuovamente sotto accusa. Ma anche in questo caso è l’uso prolungato (due anni) a ve**re giudicato rischioso. Chi segue terapie di due o più anni ha un aumento di rischio di diabete 2. Lo studio su Gut.

L’ uso regolare e prolungato, per esempio almeno due volte a settimana per due anni, degli inibitori di p***a protonica è associato a un aumento del rischio di diabete 2.

I farmaci per la gastrite, l’acidità di stomaco, il reflusso e l’ulcera duodenale non hanno pace.

Dopo essere stati associati, sempre quando vengono assunti per periodi lunghi, a un aumento delle probabilità di fratture ossee, di malattia cronica renale, di infezioni intestinali e di tumore esofageo, ora si scopre che la loro azione sul microbioma intestinale può mandare in tilt il controllo della glicemia.

Più a lungo vengono utilizzati più aumenta il rischio. Chi segue terapie prolungate con gli inibitori di p***a protonica dovrebbe eseguire controlli periodici del glucosio nel sangue.

Questo è un consiglio del Dr. Gianluigi Castelli del Centro Olistico Essenzialmente di Chivasso.

Quando il non poter avere figli non è sostenuto da un’apparente ragione clinica in seguito a un’indagine approfondita si...
30/09/2020

Quando il non poter avere figli non è sostenuto da un’apparente ragione clinica in seguito a un’indagine approfondita si parla di idiopatica. In questo articolo, attraverso l'analisi della letteratura scientifica vediamo come cambia il vaginale in presenza di questa condizione.

La disbiosi del microbiota urogenitale sembrerebbe spiegare, almeno in parte, l’infertilità idiopatica. Vediamo i motivi.

Vorrei parlare di fungo molto comune, ma con caratteristiche molto interessanti.Ci tenevo ad aggiungere che io e il dr. ...
26/09/2020

Vorrei parlare di fungo molto comune, ma con caratteristiche molto interessanti.

Ci tenevo ad aggiungere che io e il dr. Gianluigi Castelli siamo appassionati della micoterapia, e studiosi.

Il dr. Gianluigi Castelli ha fatto diversi corsi sui funghi curativi, e io lo affianco nel suo lavoro come consulente nutrizionale nel nostro centro, e devo dire che anch'io ho una discreta conoscenza dei funghi curativi.

Pleurotus ostreatus

Il fungo Pleurotus

Si trova anche al supermercato ed è dotato di azioni biologiche sorprendenti. In primis, abbatte la colesterolemia e potenzia il sistema immunitario.

Lo chiamano anche “gelone”, “orecchione” o “fungo ostrica”: nella nomenclatura micologica è “Pleurotus ostreatus”. L’avrete visto sicuramente sui banchi ortofrutticoli: è un fungo facile da coltivare.

Pleurotus è presente nei trattati di micoterapia. Vediamo perché:

1 – L’effetto contro il colesterolo alto è l’azione terapeutica più importante di questo fungo: si nota una riduzione del colesterolo "cattivo" LDL e VLDL. I dati sperimentali dicono che una dieta contenente il 5-10% di Pleurotus contrasta l’aterosclerosi anche a livello coronarico contribuendo alla prevenzione dell’infarto.

Questa importante azione è dovuta anche alla presenza di elevate quantità di lovastatina, una sostanza in commercio come farmaco contro le ipercolesterolemie.

Tra gli alimenti, la lovastatina è presente anche nel riso rosso fermentato. Pleurotus agisce riducendo l’assorbimento e la biosintesi epatica di colesterolo.

2 – Aiuta il sistema immunitario a tenere sotto controllo la crescita tumorale.

In particolare, il fungo contiene una proteina (ostreolisina) specializzata nell’uccidere le cellule neoplastiche. Per ora, comunque, mancano le prove cliniche d’efficacia sull’uomo.

3 – E’ dotato di una notevole azione antiossidante. E secondo alcune ricerche aiuta il fegato a proteggersi dalle sostanze tossiche dovute a una dieta scorretta (epatoprotettivo).

4 – Sono emerse interessanti proprietà antinfiammatorie, paragonabili a quelle di farmaci come il diclofenac.

Inoltre, inibisce l’aggregazione piastrinicasuggerendo un potenziale utilizzo nelle malattie cardiovascolari allo scopo di preve**re la formazione di trombi.

Tossicità?

Consumato come alimento Pleorotus non comporta tossicità ed effetti collaterali.

Etimologia

Il nome Pleorotus è composto dalle parole greche “pleuron” (“di fianco”) e “otos” (“orecchio”): dunque, “orecchio al fianco”.

Questo perché il fungo cresce su ceppaie e su tronchi vivi di alberi come gelsi e pioppi, formando le caratteristiche orecchiette.

Ostreatus deriva invece dal latino “ostrea”, l’ostrica, e in effetti il suo cappello ricorda questo mollusco.

Fungo-medicina per molte popolazioni

Sappiamo che il Pleurotusentra a far parte delle culture medicinali di svariate tradizioni.

Veniva usato a scopo terapeutico in Europa, in sud America, in Africa e in Cina dove è chiamato “ping gu”, ovvero “fungo piatto”.

Come integratore

In commercio sono presenti anche integratori di Pleurotus sotto forma di polveri ed estratti che offrono il vantaggio della standardizzazione.

Si propongono per la ricchezza dei principi nutrizionali (proteine, ferro, fibre) ma anche come formula anti-aging (antiossidante) e per trattare l’ipercolesterolemia.

Ma attenzione, sempre sotto controllo medico.

PERICOLI NASCOSTI DEL GLUTINEPoichè mi occupo di nutrizione, vorrei condividere con voi quanto ho appresso dai miei stud...
24/09/2020

PERICOLI NASCOSTI DEL GLUTINE

Poichè mi occupo di nutrizione, vorrei condividere con voi quanto ho appresso dai miei studi e dalla pratica.
Molte persone associano la sensibilità al glutine a problemi digestivi noti come celiachia e sindrome da colon irritabile.

Ma il glutine non ha effetti negativi solo sull’apparato digerente, infiamma anche altre regioni del corpo, come il cervello, le articolazioni e la pelle.

E’ stato studiato da molti ricercatori, incluso il Dr Kenneth Fine, PhD, che l’81% della popolazione ha una qualche intolleranza al glutine-fa-ingrassare.

Questo significa che il corpo produce anticorpi contro il glutine o contro le sue componenti come la proteina gliadina e le sue forme.

Molti ricercatori e nutrizionisti credono che eliminare il glutine dalla propria dieta faccia bene a tutti...

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10220196079665345&id=1027489641

IBSQuello stretto legame fra cervello e intestino che incide sul benessere mentaleRicercatori della McMaster University ...
01/09/2020

IBS

Quello stretto legame fra cervello e intestino che incide sul benessere mentale

Ricercatori della McMaster University somministrano probiotico a gruppo di pazienti con Ibs (Irritable Bowel Syndrome): miglioramento nei punteggi legati alla depressione

Intestino e cervello hanno molti più legami di quanto possiamo pensare. Recenti ricerche sul cosiddetto gut-brain axis aprono nuove frontiere della medicina interna e della gastroenterologia. E non è un caso che vengano pubblicati studi che prendono in esame questo asse: uno degli ultimi è stato realizzato da ricercatori della McMaster University e pubblicato sulla rivista scientifica Gastroenterology .

Gli studiosi hanno somministrato un probiotico a un gruppo di pazienti che mostravano i sintomi della sindrome da intestino irritabile (IBS): dopo sei settimane sono andati a vedere gli effetti avuti sulla depressione. Inoltre tramite la risonanza magnetica funzionale hanno notato anche un cambiamento nell’attivazione di diverse aree cerebrali.



L’IBS E IL SISTEMA NERVOSO CENTRALE

«L’aspetto più importante della ricerca è l’analisi della co-associazione dell’IBS, in termini specifici la comorbilità, con disturbi come l’ansia e depressione - spiega Roberto De Giorgio, professore di medicina interna a Bologna e gastroenterologo - Si pensa che l’attivazione del gut-brain axis possa portare a modifiche del sistema nervoso centrale con lo sviluppo di questi disturbi».

I ricercatori hanno somministrato ai pazienti un probiotico a base di bifidobatteri, conoscendo la loro maggior capacità di ridurre i sintomi dell’IBS. Questa sindrome è clinicamente caratterizzata da dolore addominale, gonfiore e alterazioni dell’alvo e colpisce il 15% della popolazione, con un rapporto di tre a uno tra donne e uomini.


L’obiettivo dei ricercatori era però capire come il probiotico incidesse sull’asse intestino-cervello, andando a misurare il livello di depressione nel gruppo a cui era stato somministrato, rispetto al gruppo di controllo. Il risultato ha mostrato un valore più basso del punteggio legato alla gravità del disturbo nei pazienti trattati con i bifidobatteri.

L’ASSE INTESTINO-CERVELLO

«La ricerca evidenzia che la modulazione del lume intestinale provocato dai bifidobatteri è in grado di modificare alcune aree del sistema nervoso centrale - prosegue De Giorgio - Questa è una conferma dell’importante ruolo dell’asse intestino-cervello per la genesi di alcuni sintomi delle malattie, ma anche nel controllo del nostro benessere in condizioni fisiologiche».

Si parla di una rete neuronale molto complessa che, se si ammala, va incontro a importanti alterazioni, come quelle presenti nella sindrome dell’intestino irritabile. L’asse trova un punto di snodo nel cervello all’interno dell’intestino, dotato di un numero di neuroni pari a quelli che abbiamo nel midollo spinale e responsabile di varie attività. Il cervello intestinale regola diverse funzioni come motilità e assorbimento, ma anche le relazioni con il microbiota che gioca in questo studio un ruolo centrale.

«La somministrazione del probiotico non porta a una modifica diretta della flora intestinale, ma probabilmente modula il comportamento dei germi all’interno dell’intestino - continua De Giorgio - Noi sappiamo ormai che molte malattie hanno un forte legame con l’alterazione della composizione o dell’attività del microbiota: ora è importante capire come poterlo regolare per aiutare a combatterle»

RICERCHE PASSATE E FUTURE

Lo studio offre molto spunti, ma non è una novità assoluta. Già qualche anno fa alcuni ricercatori avevano preso in esame la relazione tra un mix di probiotici e l’influenza su alcune aree del sistema nervoso centrale. Ma questa ricerca era stata realizzata su donne sane e non su individui con la sindrome da intestino irritabile.

FARMACI E ALIMENTI                            Fin dall’inizio della civiltà umana un profondo legame reciproco che ha in...
28/08/2020

FARMACI E ALIMENTI

Fin dall’inizio della civiltà umana un profondo legame reciproco che ha influito sullo sviluppo stesso della civiltà.

I rapporti tra cibo e farmaci sono di mutua interdipendenza: spesso nei cibi sono contenute sostanze con azione farmacologia o tossica, presenti fin dall’inizio o sviluppatesi durante la preparazione dei diversi alimenti oppure aggiunti per migliorare la qualità, e, d’altra parte,il cibo può influenzare in modo consistente l'attività di diversi farmaci.

Inoltre l’uomo da sempre ha cercato di manipolare, attraverso le tecnologie di coltivazione, la fonte di alimenti con proprietà farmacologiche o medicamentose utili cercando di accrescere il loro contenuto oppure, nel caso della presenza di sostanze tossiche, diminuendone la produzione.

Ultimamente questo processo è stato facilitato ed abbreviato dalla introduzione in agraria delle biotecnologie.

Le biotecnologie hanno permesso di rendere più veloci i lunghi tempi di selezione genetica, permettendo di modificare direttamente e con sicurezza il genoma delle piante.

Piante modificate geneticamente con l’inserzione di geni che codificano per enzimi e altri fattori sono talvolta utilizzate addirittura come officine farmaceutiche per produrre farmaci, per esempio vaccini, non presenti naturalmente nelle piante

Nel valutare i rapporti tra cibo e farmaci è necessario considerare che la composizione del cibo in diversi alimenti e la sua manipolazione, dalla cottura alla preservazione, è stata il frutto di una lunga sperimentazione, durata secoli, che ha ottimizzato nelle varie culture l'alimentazione a seconda della materia prima disponibile, della composizione genetica degli individui da nutrire e delle esigenze ambientali e di lavoro.

Nei tempi recenti la globalizzazione delle culture ha portato ad uno scambio anche di natura alimentare tra le popolazioni che non tiene più conto di questi elementi essenziali ma si basa soprattutto su fattori economici.

Inoltre la tecnologia di preparazione e conservazione dei cibi ha subito delle innovazioni importanti permettendo di sostituire la preparazione artigianale domestica,e quindi “personalizzata”, con una preparazione industriale che prevede l’uso di additivi che spesso hanno attività farmaco-tossicologica e che introducono un ulteriore fattore di complicazione nei rapporti tra cibo e farmaci.

I rapporti tra farmaci e cibo si sono fatti,quindi, sempre più complessi e difficili da codificare in schemi e ricette.

Se per attività farmaco-terapeutica di una sostanza si intende anche la sua capacità di preve**re l’insorgere di malattie o di aumentare lo stato di salute di una popolazione o di un individuo, ecco che si apre un ulteriore campo di rapporti tra cibo e farmaci intendendo il cibo come un macro farmaco.

Ultimamente anche questo aspetto, che ha assunto il nome di nutraceutica,è stato molto studiato, applicando raffinate indagini di laboratorio ed epidemiologiche, così da arrivare a suggerire l’uso di particolari diete sia per la prevenzione di malattie cardiovascolari, tumorali, degenerative o metaboliche, sia per coadiuvare l'attività terapeutica di alcuni farmaci.

Nel cibo possiamo identificare dei macronutrienti, lipidi, carboidrati, proteine, e dei micronutrienti, per esempio minerali, vitamine, antiossidanti, e tutti questi componenti possono interagire con i farmaci.

Inoltre, l’eventuale attività terapeutica del cibo in alcuni casi può essere dovuta non a specifiche sostanze contenute nei cibi a dosi farmacologicamente attive (per es teobromina, teofillina, caffeina) ma ad una proporzione particolare tra macro e micronutrienti del cibo che può stimolare particolari funzioni metaboliche e così essere utile nella prevenzione di alcune patologie

Perché sta avendo molto successo il termine “nutraceutica”?

Esso è stato coniato dal De Felice combinando il termine “natura” con quello di “farmaco” evocando quindi l’idea di farmaco naturale, (sostanza che cura perchéha le proprietà di un farmaco, ma che non fa male, seguendo l’assurda convinzione che ciò che è naturale non può far male, come se ogni sostanza naturale, dalla cicuta alle tossine vegetali, fosse sempre innocua).

Il nome è spesso utilizzato, anche in modo non proprio, dalle industrie e associazioni salutiste per favorire il consumo di prodotti che loro ritengono utili per la salute.

Inoltre c’è imprecisione legislativa, in Italia e in Europa, su come classificare questi prodotti che occupano una posizione intermedia tra farmaci e alimenti e quali prodotti possano o'debbano essere identificati come nutraceutici.

Interazioni tra cibo e farmaci.

Le interazioni tra cibo e farmaci sono piuttosto complesse e possono avve**re sia attraverso modificazioni delle varie tappe della cinetica dei farmaci nell’organismo sia modificando le interazioni dei farmaci con i loro bersagli.

Farmacocinetica.

Le interazioni maggiori tra alimenti e farmaci riguardano la farmacocinetica in quanto il cibo può modificare la concentrazione di farmaci assunti ed il loro permanere nell’organismo.

Questo avviene interagendo con diversi processi che regolano il destino del farmaco all’interno dell’organismo, quali: l’assorbimento, il la biotrasformazione, l’escrezione e il trasporto nei tessuti.

L’assorbimento.

Se un farmaco è assunto per via orale è abbastanza evidente che l'attività del sistema digerente possa avere un effetto sull’assorbimento del farmaco.

Il Contenuto lipidico, proteico, zuccherino o in fibre dei cibi ingeriti può condizionare in modo positivo o negativo la mobilità intestinale, influire sulla circolazione sanguigna dell'intestino e sulla secrezione di ormoni, fattori, enzimi e sostanze che modificano la capacità di assorbimento; il cibo può influenzare il pH intestinale e, quindi, favorire o'diminuire per via fisico-chimica l’assorbimento di molecole, inoltre nel cibo sono presenti alcune componenti, per es le fibre, che possono interagire con i farmaci sequestrando o rendendoli meno assorbibili.

In genere la presenza di cibo diminuisce l'assorbimento di farmaci.

Per esempio il cibo impedisce quasi completamente l'assorbimento di un farmaco importante contro l’osteoporosi che è l’Alendronato, o'diminuisce in modo consistente anche l’assorbimento di ACE inibitori o delle cefalosporine.

Una dieta ricca di Calcio e molti antiacidi minerali possono diminuire l'assorbimento di ciprofloxacina o di tetraciclina; una dieta ricca di fibre o di cereali riducono l’assorbimento degli antidepressivi triciclici, dei diuretici o della digitale.

Ma la presenza di cibo nello stomaco può anche aumentare l’assorbimento come nel caso delle cefuroxime e delle statine.

Biotrasformazione.

E’ un campo oggi in grande evoluzione.

Un farmaco una volta assorbito dalle cellule intestinali, ma spesso anche durante l’assorbimento stesso, può essere metabolizzato, ciò è modificato chimicamente da diversi sistemi enzimatici che ne possono modificare completamente la sua attività farmacologia.

Questo processo avviene già nelle cellule intestinali ma, soprattutto, nel fegato.

P.S.

Un mio lavoro che frutto delle mie ricerche di studio

⁣Come fanno i fiori a chiudersi tra giorno e notte? Ci sono fiori che al tramonto si chiudono e altri che invece si schi...
26/08/2020

⁣Come fanno i fiori a chiudersi tra giorno e notte?

Ci sono fiori che al tramonto si chiudono e altri che invece si schiudono. Un processo che accade anche in altre ore del giorno, secondo le specie.

A determinare questo comportamento è il loro modo di reagire ai cambiamenti di temperatura e di luce.

I fiori però non hanno muscoli che possano determinare il movimento delle loro corolle: a generarlo sono le cellule alla base dei petali, le quali rispondono a recettori in grado di misurare l’intensità della luce.

Le cellule variano di spessore e causano un cambiamento di pressione nell’acqua al loro interno, fino a spingere i petali ad aprirsi o chiudersi.

L'importante funzione della TIROIDE!
25/08/2020

L'importante funzione della TIROIDE!

PROSTATA, LA PROSPETTIVA AYURVEDICAIn ogni individuo di sesso maschile, la prostata si trova alla base della vescica. Qu...
24/08/2020

PROSTATA, LA PROSPETTIVA AYURVEDICA

In ogni individuo di sesso maschile, la prostata si trova alla base della vescica. Questa ghiandola circonda l’uretra all’altezza del collo della vescica.

Nella maggior parte degli individui, si verifica un lento ingrossamento della prostata con l’avanzare dell’età, e ciò crea molti problemi.

Si tratta di un disturbo di Vata.

UN APPROCCIO OTTIMALE PER LA SALUTE DELLA PROSTATA

La salute della prostata è diventato nel corso degli anni un serio problema per l’uomo di mezza età. Da recenti statistiche è emerso che il 50% degli uomini americani sopra i sessant’anni e il 90% sopra i settanta soffrono di problemi alla prostata. Il cancro alla prostata è la seconda causa di morte nell’uomo, circa l’ottanta percento dei casi avvengono verso i 65 anni.

La prostata è uno dei principali problemi di salute nell’uomo anziano. Questo disturbo inizia però molto prima, durante la vita giovanile.

La buona notizia è che seguendo una dieta e una routine appropriate e assumendo supplementi naturali a base d’erbe possiamo aiutare la prostata a mantenersi in salute e a funzionare correttamente.

LA PROSPETTIVA AYURVEDICA

Sono molte le ragioni che causano lo sviluppo dei problemi prostatici.

Una di queste è l’abuso del Shukra Dhatu (organi sessuali).

Un’altra è la mancanza di un’adeguata fluidità nel corpo dovuta al non idratarsi sufficientemente durante il giorno.

L’abitudine a trattenere i bisogni urinari può causare nel tempo una maggiore concentrazione nelle urine e quindi irritare la prostata.

Anche bere molti alcolici o caffeina contribuisce ad aumentare i rischi. L’alcool, per esempio, crea un anormale incremento della produzione urinaria che aggrava i Dosha Pitta e Vata.

Anche il lavoro può essere causa di problemi alla prostata.

Se il lavoro costringe a lunghi periodi di sedentarietà senza opportune interruzioni, ciò può creare problemi al tessuto riproduttivo. Non fare alcun esercizio o seguire una dieta che crea impurità (ama) nel corpo sono cause di problemi alla prostata.

Se la dieta non contempla spezie che purificano giornalmente l’urina (curcuma, cumino, fi*****io), questo causa tossine che a lungo andare creano squilibri o infezioni.

Uno dei principali fattori che include quelli già visti è “ama” Ama trattiene le impurità quando la digestione è pesante e il cibo non è digerito completamente. Un aumento di tossine (ama) è prodotto da una dieta povera, uno stile di vita non appropriato, e il nutrirsi irregolarmente nella giornata.

Il Dosha Vata aumenta con l’età avanzata. L’ultima parte della vita è conosciuta come “Vata Kala” (il periodo di Vata) in Ayurveda.

Siccome Vata è irregolare, secco, in movimento, può causare maggiori irregolarità digestive.

Questo contribuisce ad aumentare la diffusione di “ama” verso i tessuti.

Se un individuo ha uno squilibrio in “Shleshaka Kapha” (il subdosha di Kapha che governa la lubrificazione delle giunture, i fluidi nel corpo e bilancia la pelle) e “ama” viene accumulato nei fluidi del corpo a causa di errori alimentari, quando Shleshaka Kapha e ama si mescolano con le urine, creano una maggiore irritazione e inoltre appesantiscono il sistema immunitario.

Protezione per la prostata. Bilanciare sinergicamente con supporti nutrizionali.

Troviamo due principali piante che vengono in aiuto per la prevenzione dei problemi alla prostata:Guggul (Balsamodendron mukul).

L'uso di Guggul con la Triphala (formula importante nella tradizione ayurvedica, contro "Ama") hauno specifico effetto per ripulire il sangue e il tessuto adiposo da ama e mantenere la normale misura della ghiandola prostatica supportando il bilanciamento cellulare.

Goduchi (Tinospora cordifolia) e Punarnava (Boerhaavia diffusa) sono piante che supportano e bilanciano il salutare flusso delle urine e riducono le irritazioni. Shilajit mantiene la purezza nelle urine. Goduchi e Curcuma aumentano l’immunità nel tratto genito-urinario.

Fra le piante che supportano il tessuto riproduttivo (Shukra Dhatu) e mantengono la produzione di testosterone troviamo Sida cordifolia e Shilajit.

Il totale impatto di questi supplementi nutrizionali previene i disturbi alla prostata e supporta le naturali difese del corpo nel mantenere in salute e incrementare le funzione in questa area.

Ogni persona attraversa tre fasi nella propria vita, chiamate in Ayurveda “kalas”.

Ognuna di queste viene associata ad uno dei tre Dosha che governano tutte le attività della mente e del corpo. Nel periodo dalla nascita alla giovinezza domina il dosha Kapha, nel periodo adulto domina il dosha Pitta, mentre nella maturità ed oltre entriamo nella fase Vata.

L’ingrossamento della prostata avviene nel passaggio dalla fase Pitta alla fase Vata che solitamente accade fra i 50 e i 60 anni.

La secchezza fluttuante qualità di Vata causa la fluttuante produzione di testosterone e questo causa l’aumento della ghiandola prostatica ed altri disturbi alla prostata.

Le infezioni batteriche sono maggiori in questo periodo della vita e comunque quando Vata è in squilibrio.

Poiché l’aumento della prostata è causato dallo squilibrio di Vata è importante evitare i cibi che aggravano Vata.

Quindi è preferibile evitare cibi secchi, freddi, amari, astringenti.

Preferire invece cibi che pacificano Vata, dolci, acidi, salati, tiepidi. Le proteine sono inoltre molto importanti per la salute della prostata, come latte, tofu e derivati della soia.

Alcune spezie come il cumino incrementano l’assorbimento e l’assimilazione favorendo la digestione e l’eliminazione di “ama”.

La curcuma è conosciuta come anti-infiammatorio, aiuta a ridurre i dolori addominali e modulare il sistema immunitario; è considerata la spezia antiossidante per eccellenza con effetti importanti nella riduzione del colesterolo.

Ogni comportamento che aggrava Vata andrebbe evitato: stress, coricarsi dopo le 22.00, condurre una vita agitata.

Iniziare il giorno con un massaggio d’olio (abhyanga) è uno dei più facili e piacevoli modi per bilanciare Vata, quindi usare l’olio specifico antivata, Vata padma.

La sedentarietà causa disturbi alla prostata. Se possibile fare una piccola passeggiata ogni paio d’ore. Se non è possibile si possono eliminare gli squilibri bevendo più acqua e mangiando molti vegetali.

Le piante ayurvediche Guggul (Commiphora mukul)insieme alla Triphala aiutano il bilanciamento della prostata, curcuma e liquirizia contribuiscono ad aumentare le difese immunitarie.

In aggiunta, Shilajit, Punarnava, Bala mantengono bilanciato il flusso del testosterone e delle urine. Infatti, mantenere una dieta adeguata, un adeguato stile di vita, e assumere delle piante che aiutano il mantenimento delle funzioni prostatiche sono la chiave per mantenere un ottimale secrezione endocrina.

SINTOMI
Nella fase iniziale, il soggetto si alza durante la notte per urinare frequentemente. Egli non riesce a svuotare completamente la vescica. Infatti, a causa di questo ingrossamento della prostata, parte dell’urina resta nella vescica.

In seguito si verifica una vera e propria ostruzione della minzione e il soggetto tende a sforzarsi per urinare.

Tipo Vata: insieme ai fastidi urinari sono presenti anche mal di testa, stitichezza e debolezza.

Tipo Pitta: a causa dell’infiammazione della prostata, si registrano episodi di febbre e colorazione rossastra (ematuria) o giallastra delle urine.

Tipo Kapha: si possono verificare sintomi associati come la presenza di edema sui piedi a testimonianza della ritenzione idrica.

Tipo Vata: si consiglia una dieta strettamente anti-vata (utilizzare Churna vata, e Tè Vata).

Nello stadio inziale si consiglia l’impiego di erbe che abbiano azione raschiante sul sistema urinario come gokshura (Tribulus), punarnava, orchis macula, lactuta scariola, leptadenia reticolata, farmelia periata, hygrographis spinosa, guggul e shilajit. Da 1 a 3 gr di tre di queste erbe combinate in eguale misura va somministrata per 1 mese.

La fomentazione in vasca ha degli effetti positivi. Si consiglia una purga depurativa di decotto di dashmoola alternata ad una purga di olio.

Tra le erbe occidentali si segnalano la mirra ed il crespino in dose di 1gr per due volte al giorno per 15 giorni.

Tipo Pitta: si consiglia una dieta anti-pitta (utilizzare Churna pitta, e Tè pitta). Oppure 2 gr al giorno di un diuretico rinfrescante come il coriandolo o punarnava per 15 giorni. Come erbe occidentali sono efficaci l’altea (malva) e l’orzo.

Tipo Kapha: si consiglia una dieta anti-kapha (utilizzare Churna kapha, e Tè kapha). Vanno somministrate, accanto allo shilajit e al guggul, spezie come la curcuma e, tra le erbe occidentali, ricordiamo le bacche di ginepro, la cannella e lo zenzero.

Uno dei prodotti più interessanti, anche per quest’utilizzo (ipertrofia prostatica), e senz’altro, il mitico Shilajit.

DIECI MODI PER MANTENERE LA PROSTATA IN EFFICIENZA
1. Bere molta acqua (tiepida o a temperatura ambiente) durante la giornata aiuta a diluire il flusso delle urine.
2. Ogni volta che urinate, prendere il tempo necessario per svuotare completamente la vescica. Poiché l’uretra è normalmente stretta, quando c’è un allargamento della prostata il canale urinario si restringe ulteriormente. Se siete in collera tutto il flusso delle urine non può essere drenato sufficientemente dalla vescica.
3. Evitare di bere alcolici e caffeina. Queste sostanze creano un anormale produzione delle urine e irritano la vescica.
4. Se avete un lavoro che vi obbliga alla sedentarietà prendevi delle piccole pause per muovervi.
5. Durante la stagione invernale, mantenete coperte le estremità. Se la temperatura corporea cala questo causerà una ritenzione idrica che aggraverà la prostata.
6. Assicuratevi che le funzioni intestinali si regolari. La stitichezza crea ostruzione in Apana Vata e creerà una pressione sulla prostata aumentando ama nel sangue. Prendete mele, uva, prugne, fibre per colazione.
7. Un massaggio giornaliero pacifica Apana Vata e particolarmente il massaggio alle estremità è un’efficace prevenzione, magari con l’olio medicato antiVata, Padma Vata oil.
8. Se avete un sonno agitato verificatene le cause.
9. Mangiate cibi che agiscono sui tre dosha includendo noci e mandorle. Evitare i cibi che aggravano uno dei dosha: troppo secchi, troppo grassi, troppo caldo o troppo freddi, troppo speziati.
10. Includete nella vostra dieta frutta e succhi di frutta, ciò purificherà le urine.

Indirizzo

Viale Cavour 11
Chivasso
10034

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 12:00
Mercoledì 08:00 - 17:00
Venerdì 15:00 - 18:30

Sito Web

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