Donne fuori dal silenzio - Ciampino

Donne fuori dal silenzio - Ciampino Associazione di promozione sociale contro la violenza di genere

26/09/2025

L'associazione Donne Fuori dal Silenzio è presente alla manifestazione della Notte Bianca a Ciampino.
, Il nostro stand è posizionato in via IV Novembre angolo Piazza della Pace.
Venite a trovarci, vi aspettiamo.

CINZIA PINNAIl corpo di Cinzia Pinna, 33 anni, è stato ritrovato dopo 13 giorni nella tenuta di Emanuele Ragnedda, 41 an...
25/09/2025

CINZIA PINNA

Il corpo di Cinzia Pinna, 33 anni, è stato ritrovato dopo 13 giorni nella tenuta di Emanuele Ragnedda, 41 anni, imprenditore del vino ad Arzachena, il vino più costoso d'Italia. È stato lui stesso a confessare l’omicidio dopo un interrogatorio. Cinzia è stata colpita con brutalità e poi finita a colpi di pi***la.
Dopo averla brutalmente ammazzata e occultato il corpo di Cinzia, l'uomo ha continuato la sua vita di lusso.
Adesso, gli investigatori cercano il movente, come se questo fosse un attenuante.
Ma, il movente rende il femminicidio meno grave????😡

In questi giorni si parla PASCos'è???? PAS: sindrome di alienazione genitoriale.Allo stato attuale il DSM ( Manuale diag...
25/09/2025

In questi giorni si parla PAS

Cos'è???? PAS: sindrome di alienazione genitoriale.
Allo stato attuale il DSM ( Manuale diagnostico e statistico di disturbi mentali), non menziona la PAS a causa della sua non scientificità.
La società italiana di Psichiatria definisce la PAS "
priva di presupposti clinici, di validità e affidabilità."
È una teoria senza prove in grado di minacciare l'integrità del sistema penale e la sicurezza di bambini vittime di abusi.
È un costrutto privo di scientificità che, utilizzato in ambito giudiziario, genera "situazioni ad alto rischio per i minori e provoca un'evoluzione nei diritti umani dei bambini e delle madri che vogliono proteggerli".
I centri antiviolenza si sono espressi in modo critico in merito alla Pas, questa diagnosi potrebbe essere usata in modo strumentale dagli autori delle violenze che fanno leva sulle minacce di sottrarre i figli per tenere le donne sotto il loro controllo.

«Lei è Chiara, e per chi non lo ricordasse, il suo fidanzato l'ha massacrata di botte fino a sfondarle la testa.Lei è Ch...
24/09/2025

«Lei è Chiara, e per chi non lo ricordasse, il suo fidanzato l'ha massacrata di botte fino a sfondarle la testa.

Lei è Chiara oggi, e no, non è in stato vegetativo, come pensavano i medici, anzi scrive, capisce due lingue e risponde alle domande.

Chiara è viva, e se avesse la possibilità di stare in una struttura idonea per fare riabilitazione, magari un giorno, potrebbe tornare a casa.

Al suo carnefice in prigione è stata data la possibilità, di continuare a vivere, e perché Chiara che è la parte offesa non ha lo stesso diritto?

Chiara non è stata risarcita economicamente, almeno che venga risarcita con una terapia giusta e soprattutto, una struttura adeguata.

Spero che condividiate questo post della madre della ragazza, perché a Chiara è stato tolto tutto, eppure lei ha dimostrato che ha voglia di vivere, ridere e comunicare con le persone.

Chiara non ha picchiato, ucciso o altro.. eppure la stanno condannando all'ergastolo.... Per favore televisione, politici, medici, professionisti nella riabilitazione aiutatela».

© Danielle Conjarts. La mamma di Chiara

15/07/2025

Abbiamo ottenuto 676 follower, creato 15 post e ricevuto 405 reazioni negli ultimi 90 giorni! Grazie a tutti per il vostro costante sostegno🙏🤗🎉

"Mi chiamavo Monia Delpero.Avevo 19 anni. Una vita davanti.La sera del 13 dicembre 1989 ho salutato mia mamma e le ho de...
03/07/2025

"Mi chiamavo Monia Delpero.

Avevo 19 anni. Una vita davanti.
La sera del 13 dicembre 1989 ho salutato mia mamma e le ho detto: “Torno presto”.

Non sono più tornata.

Ad aspettarmi c’era il mio ex fidanzato. Avevamo avuto una storia breve, sei mesi. Ma per lui non era finita.
Mi ha chiesto un incontro. Dovevo restituirgli delle foto.
Mi fidavo. Avevamo la stessa età. Pensavo che bastasse essere gentili per non morire.

Mi ha strangolata con le sue mani.
Poi mi ha messa in un sacco della spazzatura e mi ha buttata sotto un ponte, a Manerbio, vicino a casa.
Il mio corpo è stato ritrovato tre giorni dopo.
Tre giorni in cui lui partecipava alle ricerche. Faceva finta di preoccuparsi. Di piangere.
Ma sapeva già dov’ero.

Ha confessato. È stato condannato.
10 anni e 8 mesi, ma in carcere ci è rimasto poco più di cinque.
Il giorno del mio funerale era già ai domiciliari.

In carcere ha avuto il tempo di laurearsi.
Poi è uscito, si è sposato, ha avuto due figli. Un maschio e una femmina.
Chissà se un giorno le dirà: “Stai attenta agli uomini come me”.

Non ha mai chiesto scusa.
Nemmeno i suoi genitori, che vivono a pochi chilometri dalla mia mamma.

Mia madre si chiama Gigliola Bono.
Da 36 anni combatte perché la nostra famiglia sia riconosciuta come vittima dello Stato, come lo sono le famiglie delle vittime di mafia o terrorismo.
Ma nel 1989 non c’erano leggi. E oggi che le leggi ci sono, dicono che è “troppo tardi”.
Che la norma non è retroattiva.
Che Monia può aspettare.
Che sua madre può pagare 15 mila euro di spese legali, e aspettare altri 13 mesi perché la Cassazione “ha rinviato d’ufficio”.
Ma io non posso aspettare.
Io non posso più vivere.
E mia madre, da quel giorno, non vive più la sua vita. Vive quella che il mio assassino ha scelto per lei.

Mi chiamavo Monia Delpero
e aspetto giustizia
da 36 anni".

Questo post fa parte di un progetto che si chiama “Era mia figlia” ed è coperto da copyright. Si può condividere riportando il nome dell’autore.
Irene Vella


Giovedì 26 giugno 2025 durante la trasmissione "Ore 14 Sera" in onda su Rai 2 è stata letta una lettera della mamma di G...
30/06/2025

Giovedì 26 giugno 2025 durante la trasmissione "Ore 14 Sera" in onda su Rai 2 è stata letta una lettera della mamma di Giulia Tramontano: "Ti chiedo scusa perché ancora una volta non hanno dato valore alla tua memoria". La donna nella missiva parla di una famiglia distrutta che dopo due anni non riesce ad accettare l'assenza della figlia: "Ti chiedo scusa perché noi non possiamo darti la giustizia che meriti. (...) Ma cara Giulia questo non è compito nostro: noi possiamo soltanto assistere da spettatori. Possiamo piangere ma null'altro. (...) Tutti ti hanno amata dalla tua scomparsa. La tua bontà d'animo traspare da ogni foto e da ogni nostro racconto. Sarai per sempre la nostra guida e la nostra luce. Sarai sempre un esempio d'amore che hai dimostrato a tutti. (...) Ai giudici e alla giustizia lascio il loro compito: quello di dare la giusta pena . (...) Ricordando a tutti loro che una figlia che ti viene strappata è un pezzo di vita che non torna più. Confido carissima figlia che alla fine ti onoreranno con la giusta sentenza, così che tu possa riposare in pace con il tuo piccolo Thiago".

26/06/2025

Confermata la sentenza di primo grado per aver ucciso la fidanzata Giulia Tramontano con 37 cortellate il 27 maggio 2023. Ancora quindi ergastolo per Impagnatiello ma cade l’aggravante della premeditazione restando invece l’altra aggravante: la crudeltà contro la fidanzata, incinta di sette mes...

La scorsa settimana, abbiamo ottenuto più di 100 reazioni sui nostri post. Grazie a tutti per il sostegno!
12/06/2025

La scorsa settimana, abbiamo ottenuto più di 100 reazioni sui nostri post. Grazie a tutti per il sostegno!

“Mi chiamo Franca Viola. Con il mio "no" a un uomo ho sovvertito secoli di inciviltà e cambiato anche il diritto. E’ il ...
11/06/2025

“Mi chiamo Franca Viola.
Con il mio "no" a un uomo ho sovvertito secoli di inciviltà e cambiato anche il diritto. E’ il giorno di Santo Stefano del 1965 ad Alcamo, in Sicilia.

Avevo appena 17 anni, ero a casa con la mamma e il fratellino. Fino quando Filippo Melodia, mafioso e mio ex, irruppe con altri 13. Presero a pugni e calci me e mia madre, e mi rapirono insieme al piccolo. Fui calpestata, umiliata, legata e ripetutamente violentata, per giorni. Quando il 2 gennaio fui liberata dalla polizia, quel mafioso sorrise. Cadrà ogni accusa, si disse, perchè tu mi sposerai. Perchè nessuna donna può rifiutare un "matrimonio riparatore" tantomeno dopo aver perduto l'onore.

Invece l'onore lo aveva perso lui. Io dissi di no e fui la prima. "Io non sono proprietà di nessuno" gridai e queste mie parole passarono alla storia.
A testa altissima, uscii per strada, mi presentai al processo, mi innamorai di un altro e lo sposai. Quell'uomo di carta che pretendeva di esserne il padrone, fu condannato a 11 anni e rinchiuso.

Quando mi chiesero il perchè della mia scelta, risposi che nessuno può costringermi ad amare una persona che non amo, e che non rispetto, e l'onore lo perde chi fa certe cose, e non chi le subisce". Adesso ho 76 anni, e continuo a camminare a testa altissima. Forse, nemmeno mi resi conto pienamente di quanto con quel mio "no" abbia cambiato la storia di tutte.”

Franca Viola

Un posto per tornare libere. A Grottaferrata nasce la casa Giulia Cecchettin per donne vittime di violenza (e i loro fig...
08/06/2025

Un posto per tornare libere.
A Grottaferrata nasce la casa Giulia Cecchettin per donne vittime di violenza (e i loro figli).

A pochi passi da Roma, un bene confiscato alla Banda della Magliana risorge come casa di semi-autonomia.
Ristrutturata con il sostegno di "Una Nessuna Centomila", offrirà a madri e figli un percorso di ricostruzione e libertà.
Carla Centioni, Presidente di Ponte Donna che la gestirà: “I corpi delle donne continuano a essere violati. La libertà femminile fa ancora paura”.

Una casa abbandonata torna ad aprire le porte. Un bene confiscato alla criminalità organizzata si trasforma in uno spazio di cura e autodeterminazione dedicato a Giulia Cecchettin. Accade a Grottaferrata, dove l’associazione Ponte Donna, in collaborazione con il Comune e grazie al sostegno della Fondazione Una Nessuna Centomila, ha riconvertito una villetta appartenuta alla Banda della Magliana in una casa di semi-autonomia per donne vittime di violenza.

Il 2 giugno a Grottaferrata Gino Cecchettin e' stato ospite della rassegna “Basta…! Un anno di riflessioni contro la vio...
04/06/2025

Il 2 giugno a Grottaferrata Gino Cecchettin e' stato ospite della rassegna “Basta…! Un anno di riflessioni contro la violenza di genere" a cui la nostra Associazione ha partecipato con grande interesse.
Con questo evento si e' entrati in un dramma, si e' entrati in una ferita toccando con mano il dolore ma dove si e' avuta anche la possibilita', attraverso quel dolore, di poter trasformare quella negativita' in servizio.

Che dire di questo padre che racconta il suo dolore "inaccettabile" con la consapevolezza di chi sa che se si fosse lasciato rodere dalla rabbia e dal rancore avrebbe rovinato la sua vita e quella dei suoi figli?
Che dire di un padre che continua a far vivere Giulia attraverso i suoi racconti ... che chiama Filippo l'assassino di suo figlia, sapendo che odiarlo non farebbe diminuire il suo dolore?
Per la nostra associazione incontrarlo è stato davvero un onore in quanto abbiamo potuto ascoltare una persona che ha trasformato il dolore più disumano in un atto di profondo amore civile, una voce che ha saputo rompere il silenzio, che ha saputo farsi ascoltare portando alla luce con dignità e forza la necessità urgente di un cambiamento culturale. Infatti il suo libro "Cara Giulia" è molto più di una lettera, è una testimonianza potente, un atto d’amore capace di trasformarsi in impegno civile, un invito forte a rivedere le nostre responsabilità individuali e collettive”.cosi come ha affermato il Sindaco di Grottaferrata anticipando il senso ed il valore dell’intervento, ma anche del libro di Gino Cecchettin.

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