Dottor Mauro Testa Psicoterapeuta - Psicanalista

Dottor Mauro Testa Psicoterapeuta - Psicanalista Psicoterapia ad indirizzo analitico

06/09/2025

Le terapie nei gruppi monosintomatici (ad esempio gruppi di soggetti anoressici, tosicodipendenti, alcolisti, socialdipendenti ecc.) permettono alla persona di poter passare dall’identificazione alla malattia nel contesto sociale (io sono anoressica, io sono tossicodipendente, io sono alcolista, io sono dipendente dai social media) che produce una identificazione soggetta immaginaria, al noi siamo all’interno del contesto gruppale

È un primo passaggio per uscire dall’isolamento del sintomo alla produzione di una prima relazione con l’Altro, che, soprattutto nella costellazione dei nuovi sintomi contemporanei, è assente

Nel momento successivo il terapeuta che guida il gruppo estrarrà dal noi gruppale la particolarità del sintomo soggettivo, con l’estrazione del soggetto che produrrà una metafora significante rispetto al sintomo di cui soffre

05/09/2025
17/07/2025

L’importanza della modalità relazionale tra i genitori nel percorso educativo dei figli

Nel percorso educativo dei figli racchiude un’importanza fondamentale la modalità relazionale che i genitori hanno quando si tratta di sottolineare la loro responsabilità

Non è necessario essere d’accordo su come educare i figli, l’importante è che esso diventi un momento di confronto tra la madre e il padre; spesso si assiste invece a contrapposizioni manifestate di fronte ai figli, i genitori sembrano più preoccupati di esprimere le loro tensioni di coppia nel momento meno opportuno

È molto difficile, ma sarebbe corretto per il genitore che non è d’accordo su come l’altro sta educando il figlio rimanere in silenzio quando c’è una discussione in corso e riprendere il discorso in un momento successivo; se c’è una cosa in cui i figli sono particolarmente bravi e quello di scorgere una crepa, una situazione di tensione tra la coppia ed usarla a proprio beneficio

Silenzio opportuno e discussione successiva, riuscendo, se si può, a mantenere un tono calmo e cercando di comprendere anche le motivazioni dell’altro, che, spesso, sono incomprensibili perché in quel momento il vissuto emotivo negativo della coppia si manifesta aldilà di quello che è l’obiettivo che i genitori dovrebbero sempre avere: essere in grado di costruire un percorso educativo corretto ed opportuno per i propri figli rispettando la loro peculiarità di personalità

02/07/2025

“Una strada, un piccolo percorso che ho fatto tante volte che mi portava nel suo studio e su quella poltrona, vestita come capitava, ma con il desiderio di mettere a n**o la mia anima, un’anima ferita da tanti traumi che la vita mi aveva fatto vivere.

Avevo paura di farlo, ma quando ho iniziato la mia analisi non potevo più farne a meno; il mercoledì, il mio giorno in cui facevo analisi, è diventato il giorno più bello della mia settimana il giorno in cui mi ritrovavo, in cui mi sentivo me stessa, un soggetto protagonista della sua storia“

Un piccolo stralcio di un dialogo analitico, una delle tante storie di vita che ho sentito durante la mia attività, un’attività unica che mi ha permesso di entrare a contatto con la parte più intima di tante persone, con i loro traumi, le loro paure e, soprattutto, con la sofferenza ed il dolore che sono necessari per poter lasciare ciò che paradossalmente è rappresentativo di qualcosa che non è il soggetto, ma di un meccanismo compulsivo che non si riesce a frenare e che non permetta al soggetto di affermarsi

L’analisi e una rinascita, quella del Soggetto, con le sue peculiarità ed unicità, che fino ad allora è rimasto imbrigliato nel meccanismo involontario della coazione a ripetere

25/06/2025

Raccontare la propria vita sorprendendoci di fronte al nostro racconto e prendere coscienza che rispetto alle cose che ci accadono, seguendo il percorso involontario dai nostri meccanismi inconsci, non siamo semplici spettatori, ma protagonisti attivi anche rispetto a quello che a prima vista può sembrare dannoso per noi

Il meccanismo di coazione a ripetere, alla cui base ci sono nuclei dinamici inconsci, agisce sui nostri comportamenti senza che noi riusciamo ad opporvisi per cui, molte volte, quello che agli occhi degli altri è sicuramente nocivo per la persona è, per la stessa, inconsapevolmente inevitabile e, nonostante il dolore che ne consegue, non riesce a fermarsi e continua nella ripetizione

Durante un’analisi questi nuclei dinamici vengono portati alla luce, resi consapevoli dal soggetto che, elaborandoli spesso anche con grande dolore, riesce a scioglierli e a eliminare il meccanismo di coazione inconscio alla ripetizione

11/06/2025

Come poter riconoscere, quando ci si è incastrati all’interno, una relazione tossica?

Bisogna riconoscere che a causa del “godimento” inconscio che ne contraddistingue l’incastro patologico essa risulta essere difficilmente individuabile e i soggetti che ne sono protagonisti appunto “godono” nell’esservi all’interno

Il godimento è un aldilà del principio di piacere e rappresenta un vero e proprio motore della spinta pulsionale, che ha sempre una meta e brama nel realizzarla, anche a scapito della propria tranquillità e felicità

Ma cosa vuol dire? Che siamo noi stessi a ricercare una relazione tossica e rimanerne incastrati?

Ebbene si! Può sembrare assurdo, ma tutti gli sforzi umani nel cercare il piacere si scontrano con la spinta pulsionale e nel godimento che a poco interessa se il soggetto soffra

Ed è proprio per questo che è difficile disincastrare i soggetti in gioco e fargli riconoscere le vere sfaccettature della relazione tossica: ma, come mi piace ripetere in questi casi, ricordiamoci che un altro tipo di relazione è sempre possibile

05/06/2025

Gli aspetti caratteristici di una relazione tossica

Sempre più spesso si sente parlare di relazione tossica, mi permetto di sottolineare che ci sono degli aspetti che sono ricorrenti quando ci troviamo di fronte ad essa

Ad esempio una profonda sofferenza nella relazione che è facilmente osservabile dall’esterno, ma che non è così percepita da chi si trova a viverla

La relazione tossica non permette ad uno dei due o ad ambedue di vivere la propria soggettività, che viene sottomessa in nome di un cosiddetto amore, ma che in realtà è solo ed esclusivamente possesso, desiderio di subordinazione e incapacità relazionale

Spesso le reazioni tossiche sfociano in comportamenti verbali o fisici violenti, che vengono giustificati sia da chi li commette, ma, purtroppo, in molti casi anche da chi li subisce; è questo il vero problema che ci si trova ad affrontare quando, come specialisti, incontriamo persone che vivono una relazione tossica, cioè quello di far prendere coscienza al soggetto che esistono, e quindi possono essere vissute, relazioni diverse da quelle

03/05/2025
11/04/2025

La vita di una coppia viene sigillata dalla nascita del figlio, la sua nascita costituiva la ragione e la progettualità di una coppia, la presenza di un figlio diventava la ragione ultima di due genitori che altrimenti si sarebbero separati

Se il figlio diventa la sola ragione per cui stare insieme, invece di essere la progettualità di coppia rischia di diventare un piccolo idolo per il quale decidere di sacrificare la propria felicità, sicuramente non una bella posizione per nessuno e la famiglia si trasforma in una trappola asfissiante, dove nessuno è libero davvero di amare

Se la vita della famiglia è il frutto di una obbligazione morale o legale viene meno il senso della sua esistenza, che è quello di trasmettere al figlio il sentimento della vita; spesso, invece, il figlio diventa il campo di battaglia dei risentimenti e dei conflitti della coppia

Quando si va in crisi di coppia cosa fare allora con i figli? Si può restare genitori se si riesce ad elaborare il lutto della separazione, cioè perdersi come coppia per esistere come genitori: la responsabilità illimitata per la cura dei figli non bisogna confonderla con il sacrificio del diritto ad amare nel nome dei figli

17/03/2025

Domani, martedì 18 marzo alle ore 17:00, presso la sala consiliare di Ciampino, in Via IV Novembre, nell’abito dei “Colloqui sulla contemporaneità” organizzati dalla Pro Loco di Ciampino, terrò una conferenza dal titolo “Le nuove dipendenze”

Parlerò delle più classiche dipendenze quali la tossicodipendenza, la dipendenza da alcol, l’azzardopatia, per poi andare sulla dipendenza affettiva e le nuove forme di sociopatia che stanno investendo la nostra società

Spero possiate essere presenti

28/02/2025

Gli adolescenti di oggi sono molto diversi dagli adolescenti del passato, con una società che invece di promuovere il limite nelle esperienze, sembra incentivare un senza limite delle esperienze e questo nell’adolescenza, che rappresentando il tempo dell’assunzione soggettiva del proprio desiderio e della propria responsabilità, ha come effetto un suo prolungamento in un tempo indefinito

Il conflitto che oggi vive l’adolescente non è quello di un’opposizione al sistema che impone un limite ai comportamenti, ma nasce proprio dall’assenza del limite stesso

I sintomi non servono più per denunciare, per chiedere amore o riconoscimento da parte dell’Altro, ma per aderire al sistema e farne parte trovando un modello a cui aderire: per questo motivo nel lavoro terapeutico con gli adolescenti è necessario che il sintomo ritorni a dire qualcosa, che sia indirizzato all’Altro, che, come affermiamo noi, “torni nel discorso”

Nel caso quindi della nuova clinica del vuoto l’adolescente ha già trovato nel sintomo la soluzione al suo conflitto, esso non rappresenta un problema: per questo bisogna che l’adolescente faccia una domanda di cura, per incontrare ciò che desidera, aldilà di ciò che trova già pronto e confezionato

05/02/2025

Nella relazione terapeutica con un adolescente è fondamentale che il terapeuta non cada nella tentazione di triangolare con il godimento dei genitori

Voglio dire che quando i genitori si rivolgono a un terapeuta e come se gli chiedessero di aggiustare un giocattolino e di farlo per far capire al proprio figlio come vorrebbero che che lui diventasse

Un abile terapeuta sfugge a questo tentativo di triangolazione e costruisce come unico obiettivo terapeutico quello di rendere la soggettività all’adolescente, spesso rischiando il drop out, cioè l’uscita prematura dalla terapia dell’adolescente stesso perché i genitori non riescono a controllare ciò che avviene nel percorso terapeutico del figlio

L’obiettivo terapeutico nella cura di un adolescente è sempre riconducibile a quello del raggiungimento della soggettività individuale, obiettivo spesso incomprensibile da parte dei genitori, almeno nelle prime fasi della terapia dei loro figli

Suggerisco ai genitori di non demordere se vedono che i risultati non sono quelli che loro sperano, perché ciò che vedranno alla fine della terapia non sarà un giocattolo aggiustato, ma una persona che ha preso coscienza della propria individualità e della propria peculiarità

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