Psicoterapia Psicoanalitica Dott.ssa Marialba Albisinni

Psicoterapia Psicoanalitica Dott.ssa Marialba Albisinni https://www.psicoterapiaeconsulenza.com
Riconoscere chi siamo e dove siamo orientati ci dà solidità

Sedi dello studio:

PsicologoCIAMPINO
PSICOTERAPIA ONLINE
PsicologoSAN CESAREO
Psicoterapia
Psicoanalisi

Mi occupo anche di risorse umane e valutazione del profilo di personalità richiesto per le aziende. Certifico per la security manager
(integro se necessario con:
Emdr
Mindfulness)

24/09/2025

Sul vero sè

L’Io del bambino comincia ad esistere in quanto c’è un ambiente affettivo (caregiver o persona che si prende cura) che facilita dei processi di crescita grazie alla sintonia emotiva che si crea con questo piccolo essere, rispettando tempi emotivi, inclinazioni, e particolarità.

In tale concezione l’identità può seguire la realizzazione di una personalità più autentica, vicina ai bisogni più autentici (vero sé) oppure, in caso contrario, seguire un processo di sviluppo più mascherato, meno autentico e malsano (falso sé).

Il vero Sé tende a svilupparsi solo se l’ambiente fornisce facilitazioni "appropriate" di rispecchiamento empatico e ambiente sicuro dove poter crescere.

La psicopatologia è la conseguenza della costrizione, della corruzione nel movimento e dell’espressione del sé.

Il bambino all’inizio è non integrato ma grazie alle cure del caregiver e dell’ambiente emotivo relazionale facilitante, i processi di crescita hanno inizio, il bambino esiste e il suo sviluppo è teso gradualmente verso l’integrazione della sua identità in maniera naturale.

Winnicott, una figura di spicco nell'ambito della psicoanalisi, sottolinea che il processo evolutivo deve essere un percorso fluido e per intero, ogni interruzione, ogni salto nello sviluppo determina una distorsione, o un deragliamento verso il rischio di un falso sè che si adatta troppo alle richieste narcisistiche dei genitori.

La formazione dell'identità ha bisogno di adulti responsivi, di spazio, rispetto alla diversità, accoglienza delle partiolarità e un ambiente facilitante e sicuro che permetta di formarsi ed esprimersi nella sua unicità.

L'ambiente disturbante che non facilita i processi di crescita spinge per es. ad affrettarsi in un punto o il ritardare in un altro, o a costringere ad essere ciò che non si è; tutto ciò lascia comunque una cicatrice, ma il tutto avviene in una matrice di esperienze emotive relazionali.

Ecco perché è importante comprendere anche i bisogni del proprio figlio e rispettarli nei propri tempi, lo sguardo va nel suo mondo interno e ci serviamo dell'osservazione e del confronto, rispettando anche i silenzi e le scelte che decide per la sua crescita. Mettersi in ascolto per conoscerlo e fare in mofdo che lui stesso si conosca.

Tuttavia ciò non evitare le sue frustrazioni ma stare "accanto" ad affrontarle e soprattutto comprendere che hanno il diritto di avviarsi verso lo sviluppo di quel vero sè, sano e autentico di realizzazione personale.

Un compito difficilissimo, che per esempio, in questa epoca digitale, può essere facilitato non usandoli come oggetti da esposizione (nell'era di internet), non forzandoli a fare scelte lontane dalla loro inclinazione o dai loro interessi e desideri.
Quando li comprendiamo e riconosciamo la loro unicità, loro imparano a conoscersi attraverso i nostri occhi che ri-conoscono appunto chi sono, proteggendoli così da deragliamenti identitari e dal rischio di sviluppare patologie psichiche.

Dott.ssa Marialba Albisinni

10/09/2025

03/09/2025

È interessante comprendere meglio il sentimento di invidia, poiché se riconosciuto può essere trattato. Perché è importante parlare di tale sentimento? Perché spesso è radicato, persistente, distruttivo per sé e gli altri, perché spesso nasconde un disturbo dell'identita, forme dissociative e inconsapevolmente distruttive che non permettono di vivere srenamente. Mi affido ad una grande studiosa nell'ambito psicoanalitico, Melanie Klein

Alla base della critica "distruttiva" che spesso viene definita pungente e velenosa, sta l'atteggiamento invidioso e distruttivo nei confronti di qualcosa di buono che deve essere distrutto.
_Avete presente le persone che parlano male di tutti? ma lui o lei èovviamente, dice l'invidiato._

"Egli odiava tutte le opere buone e le imprese meritorie...........
E anche i versi di poeti famosi
Egli calunnia, e vomita veleno" (da Spenser in the fare queene).

La critica "costruttiva" invece, ha origini diverse, mira ad aiutare l'altra persona e a incoraggiare la sua opera.

Ma ahimè, l'invidia è fonte di grave infelicità per chi la vive.
La persona invidiata di solito non invidia poiché solitamente ha un buon carattere e un buon equilibrio mentale, si risparmia i tormenti dall'invidia, del risentimento e della persecuzione.

_La sua pachezza e il suo andare avanti nonostante le inevitabili vicende umane suscita appunto invidia._

La libertà dall'invidia infatti costituisce la base delle risorse interiori e dell'adattamento che si notano in quelle persone che, anche dopo gravi difficoltà e sofferenze psichiche, riacquistato la pace dello spirito.

Un atteggiamento di questo genere, porta a sentire invece, "gratitudine" per i piaceri del passato e gioia per quanto riguarda il presente e si manifesta nella serenità.

_Imparare a sentire gratitudine è fondamentale per generare relazioni amorevoli e guardare la vita con animo meno distruttivo._

_È importante riconoscere questo sentimento distruttivo, spesso negato, e imparare a mitigare l'angoscia e l'odio che ne emerge.
Solo con un buon lavoro con se stessi si può comprendere come le perdite e le inevitabili privazione della vita fan parte della ciclicità che ognuno di noi vive. La gratitudine aiuta a togliersi da tanta negatività_

Tutto ciò è sentito invece dalla persona invidiosa come qualcosa di irraggiungibile perché essa non può mai essere soddisfatta e quindi purtroppo la sua invidia va sempre più a consolidarsi,
macinando distruzione verso sé e distruggendo tutto ciò che è buono nell'altro.

Da invidia e gratitudine di Melanie Klein

03/09/2025

Dietro il disagio psichico, che può riguardare ognuno di noi,
non dimentichiamo che più delle volte si nascondono traumi relazionali continui e persistenti, purtroppo per lo più familiari,
umiliazioni continue, maltrattamenti, trascuratezza, violenza taciuta, il voler quella persona diversa da com'e, la non accettazione...
Ognuno di noi può reagire in maniera differente di fronte a modalità fortemente offensive che feriscono nel profondo.
La mente umana è fragile, va compresa e tutelata.

Tuttavia, la gentilezza e il rispetto aiuta ognuno di noi a connetterci più umanamente e questo se non è indole può essere disciplina, ed è alla portata di tutti coloro che scelgono di avvalersi di tali valori.

26/08/2025

Cos'è che ci fa star bene? È guardarci negli occhi ed interagire in maniera serena, senza troppe difese; questo può accadere se di fronte abbiamo una persona accogliente e non giudicante.

Tutti noi ne abbiamo bisogno per aprirci, per raccontarci e per sentirci parte di un mondo relazionale più umano. Non possiamo farcela se manca questo presupposto. Credo nella psicoterapia vis a vis ed è questa che continuerò a fare.

Lunedì si ricomincia a tempo pieno, con la stessa speranza e fiducia di contribuire a qualcosa di positivo, nel mio tempo e nel mio piccolo spazio. Non faccio miracoli ma sempre un gran lavoro di alleanza. È nel lavoro insieme che c'è il miglioramento, la possibilità di elaborare, e la consapevolezza di come ci si rafforza e cosa rende fragile ed in parte come accogliere la nostra fragilità. La singolare psiche umana va compresa prima di migliorarla.
Non aspettate che il disagio diventi cronico, sarà complicato....

Personalmente non ho possibilità di inserire nuove persone ma della vostra terapeuta o terapeuta non accontentatevi di uno schermo, o di prescrizioni, o di sole tecniche cercate relazione e professionalità e troverete quella giusta o giusto per voi.

La salute mentale è prioritaria nella nostra vita.
Ricordiamoci che la terapeuta o il terapeuta non può essere l'amica/o. Per lavorare bene è importante mantenere confini sani che aiutino a mantenere identità e chiarezza del ruolo professionale e soprattutto a tutelare chi richiede un percorso.
Ne ho sentite tante ormai... i pazienti si disorientato, il confine professionale ha un significato terapeutico. Quando parlo di relazione intendo all'interno del setting terapeutico, lo specifico perché potrebbe portare ad equivoci ed aspettative frustranti.
A presto!

15/08/2025

L'invidioso non gode di qualcosa se non del suo tormento senza pace. Non c' è mai un fondo, una sazietà, un appagamento definitivo per l'invidia. Nemmeno la morte dell'invidiato può placare la spinta invidiosa. Perché? Perché l'invidia non è mai invidia «di qualcosa» (di una proprietà o di una qualità particolare dell'invidiato), ma della sua vita, della vitalità della vita dell'altro. Quello che l'invidioso non sopporta è la manifestazione della vita differente dell'altro nella sua forza generativa.

(In collaborazione con Einaudi editore)

08/08/2025
02/08/2025

“Il bambino traumatizzato non è solo abusato: è trasformato in adulto.
Gli si chiede di proteggere chi lo ferisce, di essere comprensivo verso il carnefice. Questa richiesta lo spezza.
Diventa impossibile sapere chi si è, cosa si prova, dove comincia il dolore.”

“Chi è stato invaso, violato, manipolato nel corpo e nella mente, non può più sopportare alcuna intrusione.
Solo un’analisi che sa aspettare, accogliere, rispettare il silenzio, può curare.
Non si tratta di interpretare, ma di accompagnare.”

Sandor Ferenczi

09/12/2024

IL PESO DEL RANCORE
C’era una volta una formica che andava canticchiando, caricata con un enorme frutto di bosco, quando uno scarabeo le bloccò il cammino ridendo del suo carico e del suo lavoro.

Non era la prima volta che lo faceva.

La formica non gli diede peso, lo aggirò e continuò per la sua strada.

Qualche giorno dopo, lo scarabeo rimase intrappolato nella resina appiccicosa di un albero e chiese aiuto.

Alcuni animali, che erano stati vittime delle sue prese in giro e dei suoi modi maleducati, non si avvicinarono.

La formica, però, gli porse una lunga briciola d’erba e lo scarabeo riuscì a liberarsi dalla resina.

Grato, l’insetto le chiese perché lo avesse aiutato nonostante si fosse sempre preso gioco dei pesanti carichi che lei trasportava.

Allora la formica rispose:
«Posso trasportare fino a 20 volte il mio peso, ma c’è un carico troppo pesante per me, che non posso né voglio portare: il rancore.

Per questo cerco di non farlo mai restare sulla mia schiena, perché ho bisogno di essa per trasportare cose che sono molto importanti per la mia sopravvivenza».

Interessante, applicalo nella tua vita.

Crediti all’autore.

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Our Story

" Io non posso dirti come vivere in un modo diverso perché, se lo facessi, ancora una volta tu vivresti il disegno di un altro". Da Le lacrime di Nietzsche- Irvin Yalom

L’attenuazione del sintomo dipende molto da quanto vuoi liberartene...ci vuole pazienza per comprenderlo e trasformarlo in qualcosa di più funzionale e costruttivo. Dalla mia esperienza se non si scende a riconoscere l’emozione e l’esperienza che lo ha causato, il sintomo permane. Il lavoro emotivo è alla base del mio lavoro. L’importante svolta del lavoro terapeutico sta nel riconoscere le parti dissociate che divengono conflitto poi consapevolezza e in seguito mi viene da dire autodisciplina verso la tua libertà di essere e divenire... soprattutto sereno con te stesso. Il tutto avviene in una cornice di relazione terapeutica in cui si lavora delicatamente nel rispetto dei tuoi tempi e soprattutto in una “nuova esperienza relazionale emotivamente correttiva” di ciò che invece è stato.

La psicoterapia psicoanalitica (psicdinamica) è l’approccio a cui credo e aderisco in pieno. E’ un impegno relazionale da ambe le parti ma necessita di “costanza” e “continuità” . Ho provato altri luoghi ma la psicoanalisi è quella che da più risposte, è quella più completa e profonda ed è la disciplina in cui ho riposto la mia fiducia e buona parte della mia vita. E’ in continua crescita e validità sempre più scientifica>>. Marialba Albisinni