16/05/2024
Quando faccio terapia con gli adulti è “diverso” , loro sono consapevoli, vogliono essere lì , alzano il telefono per chiamare.. I bambini no, loro sono accondiscendenti , sanno che devono ve**re (“boh chissà dove , non l’ho mica capito, sarà qualcosa come la dottoressa che mi guarda la gola”) …
La prima volta che entrano a studio vedi i loro occhi a volte spaventati (“che cosa mi farà?”), oppositivi (“che vuole questa?), smarriti (“meglio se non apro bocca altrimenti chissà cosa potrei dire”)…
Una volta entró in studio un bambino, lancio il suo giubbotto a terra e si buttó sulla poltrona con le gambe sul bracciolo e mi disse:
- “A che ora finiamo?! Io non dico una parola”… imitai il suo comportamento e gli dissi:
- “neanch’io… ah che pacchia”… accennó un sorriso e da lì si apri un mondo ❤️
Poi i mesi passano, le terapie si concludono e li prepari che da lì a poco non sarà più necessario che continuino a ve**re, ed il quel momento senti risposte che ti fanno sorridere e che ti scaldano il cuore: “non sono assolutamente d’accordo”… “e se poi ti devo raccontare qualcosa come faccio?”… “e se poi non mi ricordo più che ho coraggio?”… “ne hai dette di cavolate ma tra tutte questa è la più grande” (ovviamente il bambino della poltrona) 🤣🤣🤣🤣