20/11/2024
💖 Babaji chiama a essere veri discepoli, non ombre che svaniscono.
Autodefinirsi spirituali è moda.
Collane decorative, abiti esotici, qualche corso qua e là, e ci si sente già "sul cammino".
Ma cosa rimane di questa spiritualità quando arriva il momento di metterla in pratica, di dimostrare con i fatti ciò che si professa? Troppo spesso, svanisce come fa un’ombra alla luce.
Essere spirituali non significa decorare un altare e salutare con “Kriya Babaji Namah Aum.”
La spiritualità autentica si misura nelle azioni concrete: nel proprio vivere.
Le nostre scelte parlano per noi: sono lo specchio di cosa abbiamo dentro e del rispetto per il legame con il Guru.
Babaji non cerca né adoratori passivi, né attori di una spiritualità fatta di vezzi.
Quando ci si sente chiamati in prima persona, la spiritualità di tanti si rivela effimera: si scioglie come neve al sole, lasciando emergere ciò che c'è veramente sotto — l’indifferenza, il vuoto, e l’incapacità di amare davvero.
Dov’è il rispetto per il Guru, il Maestro che guida?
Dove sono le azioni che testimoniano il valore di questo legame sacro?
La via del Kriya non è fatta di apparenze, ma di “azione consapevole” e amore autentico.
Non bastano foto sull’altare o mantra recitati senza cuore. Babaji ci chiama all’Amore. Non ci sono scorciatoie, né alternative.
Alla fine, la scelta è semplice: onorare il proprio Maestro o seguire l’Ego.
Se davvero si ama il proprio Guru, allora bisogna dimostrarlo.
Non con le apparenze, ma con azioni concrete.
Onorare il nostro Maestro o smettere di fingere: la scelta è solo nostra.
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