Lorena Rosetti Studio di Psicologia

Lorena Rosetti Studio di Psicologia Psicologa, Psicoterapeuta, Professional Counselor, Life Coach

NESSUNO TI DEVE NIENTE Nessuno “deve” amarti, nessuno “deve” aiutarti, nessuno “deve” sostenerti, nessuno “deve”aspettar...
23/12/2024

NESSUNO TI DEVE NIENTE

Nessuno “deve” amarti, nessuno “deve” aiutarti, nessuno “deve” sostenerti, nessuno “deve”aspettarti.

Nessuno deve.

Deve… è una parola sporca.

Tu devi, questo è pretendere.

Tu devi, questa è violenza.

Non si può ottenere amore, attenzione, rispetto e riconoscimento attraverso la violenza.

Rimani aperto, silenzioso e ricettivo.
Allora tutto ciò che ti arriva è un regalo, una grazia.

Allora tutto ciò che ti arriva è amore.

Sii vuoto, l'esistenza troverà un modo per riempire quel vuoto, con i suoi tempi, con i suoi ritmi, basta affidarsi ed avere fiducia e le cose arrivano.

Questa è una delle leggi fondamentali.

Esiste davvero la legge dell'attrazione e dell'abbondanza e funziona per davvero, ma funziona solo quando metti da parte il tuo ego e poni la massima fiducia nell'essere vuoto e in silenzio nel qui ed ora.

Roberto Potocniak

Ogni volta che ti imbatti in una persona gentileti trovi davanti a uno sforzo strabiliante,un impegno immane,hai davanti...
18/11/2024

Ogni volta che ti imbatti in una persona gentile
ti trovi davanti a uno sforzo strabiliante,
un impegno immane,
hai davanti una persona che lavora su di sé
continuamente,
un operaio del cuore
che fa i turni di notte a nome di tutti

sei davanti a una persona che non si sfugge mai,
che riesce a mettere cura
anche nella sua distrazione,
che ha imparato a provocare silenzio
quando le viene offerta
una provocazione

ricorda che hai di fronte
una storia piena di storie,
passeggiate lunghissime tra le campagne di paesi
che nemmeno sappiamo pronunciare,
hai davanti a te, una persona
che non teme la solitudine,
che ha imparato a stare da sola
a farsi isola
a farsi sole

che ha fatto della sua pausa
un'ancora di salvezza
che ha fatto della sua salvezza
un'ancora per gli altri

ti trovi davanti
a chi ha conosciuto la disperazione di persona
ma non si è disperata,
che si è disparata da tutti, dispersa ovunque,
dipesa da nessuno, dispensa del mondo

ogni volta che ti imbatti in una persona gentile
ringrazia la vita
brinda all'universo
inchinati al sole
inventa una domenica
organizza una festa

ti trovi davanti a un'opera d'arte
estremamente fragile
come la tela di un dipinto,
decisamente immortale
come un dipinto.

- Gio Evan

Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuoree cerca di amare le domande, che sono simili a stanze chiuse a...
07/08/2024

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore
e cerca di amare le domande,
che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date
poiché non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta.

Rainer Maria Rilke

- Dove stiamo andando?- Stiamo cercando un po' di felicità.- Ma sei scema? E dove si trova la felicità?- Nei posti belli...
04/08/2024

- Dove stiamo andando?
- Stiamo cercando un po' di felicità.
- Ma sei scema? E dove si trova la felicità?
- Nei posti belli, nelle tovaglie di fiandra, nei vini buoni, nelle persone gentili.

-La pazza gioia-

31/03/2024

La luce nasce dal corpo a corpo che il giorno ha con la notte. Nasce dalla ferita che la notte infligge alla resistenza del giorno che non si arrende, non cede, che attende proprio la ferita per partorire la luce. Non esiste luce senza la tenacia del giorno di avere la meglio sulla notte, senza il desiderio del giorno di lasciare prova del proprio coraggio, senza il giorno che, infiacchito dalla lotta, nel momento in cui sembra più vulnerabile, sprigiona la luce. Auguriamo a tutti giorni capaci di generare luce e notti che sanno indietreggiare davanti al suo splendore. Auguriamo a questo mondo di essere illuminato nelle zone in cui fa ancora più buio, perché non può esistere rinascita per metà, risurrezione che si accontenti di giungere solo per pochi.
Sandra Calabrese

In foto, Claudio Parmiggiani, "Luce, Luce, Luce", 1968

SCUOLA AL VIA. GLI INSEGNANTI SONO LA LUCE.(La Stampa, 11 settembre 2023)La riapertura delle scuole appartiene ad un rit...
13/09/2023

SCUOLA AL VIA. GLI INSEGNANTI SONO LA LUCE.
(La Stampa, 11 settembre 2023)

La riapertura delle scuole appartiene ad un rituale sociale di cui tendiamo ad ignorare l'importanza assimilandolo a un fenomeno della natura come fosse il ciclo inesorabile delle stagioni.

A rafforzare questa assimilazione è la dimensione della Scuola come un dispositivo burocratico sempre più lontano dalla vita vera. Le norme grigie che strutturano il tempo scolastico (calendari,
riunioni, programmi, valutazioni, ecc.) favoriscono la sua rappresentazione come una istituzione condannata a una ripetizione senza sorpresa.
Un peso al collo o una condanna nel vissuto di molti studenti. Una incombenza necessaria in quello di molti insegnanti. Il processo di istituzionalizzazione della Scuola tende infatti a consumare anche i migliori.
È quella che ho definito altrove l'anima grigia dei dossier, il
feticismo del numero, l'assillo della quantificazione.

Il suo prodotto è sotto gli occhi di tutti. Dal lato degli allievi e degli insegnanti troviamo egualmente apatia, delusione, noia, frustrazione. A conferma che il sapere scolastico è un
sapere separato dal mondo reale, un cumulo di informazioni astratte, fine a se stesse, una passione triste. Questa riduzione del sapere a un sapere morto scoraggia l'entusiasmo dell'apprendimento e ribadisce la sua separazione dalla vita. A cosa serve apprendere, studiare, sapere se poi l'impatto con la vita ne rivelerebbe fatalmente l'inutilità? La formazione scolastica sarebbe allora una perdita di tempo, un ritardare inutilmente l'inizio dell'attività lavorativa, come sostengono anche noti imprenditori del nostro paese?

Dovremmo sempre, oggi più che mai, contro discorsi simili, ricordare la centralità della scuola non tanto come luogo di accumulo di informazioni, ma come luogo insostituibile di formazione.

L'esperienza della Scuola non è solo esperienza di una routine mortifera, ma anche della luce del sapere: il sapere non è un libro morto, ma un libro vivo, non è una passione triste ma una passione
erotica. Ma questa luce deve essere testimoniata da chi insegna. Il che dovrebbe significare che non c'è separazione tra gli effetti educativi di una formazione e quelli cognitivi di una istruzione, che
educazione e istruzione, nella pratica didattica, sono due facce della stessa medaglia.

Mentre il discorso cinico contemporaneo sostiene che la vera vita sia fuori dalla Scuola, che essa non
abbia alcun rapporto con il sapere, il lavoro dell'insegnante dovrebbe essere quello di mantenere il sapere strettamente legato alla vita. Perché, come ricordava Wittgenstein, sono i limiti del mio
linguaggio a significare i limiti del mio mondo. Dunque più il
desiderio di sapere si irrobustisce, acquista forza, energia, slancio, più l'apertura del nostro mondo si allarga. Tuttavia, garantire questa testimonianza non è una impresa facile. Come si resiste all'usura della ripetizione che inevitabilmente ogni insegnamento scolastico porta con sé? Come si fronteggia il processo di
istituzionalizzazione in modo tale che il sapere trasmesso resti un sapere vivo e non morto?

Problema reso ancora più complicato dal fatto che le nuove generazioni tendono ad allontanarsi
dalla pratica della lettura e dallo sforzo che comporta uno studio sistematico. La distrazione non è
solo una qualità psicologica sempre più diffusa tra gli allievi, ma una tendenza più generale che
esprime una cifra di fondo del nostro tempo. Distrarsi è l'effetto di una erosione del desiderio che
impedisce di restare prossimi alla cosa. In certi casi la distrazione può essere una difesa da un sapere
che viene proposto senza alcun desiderio. In quel caso è una legittima difesa. Ma non può distrarsi
chi suona un brano musicale o chi studia un libro di matematica. Non può distrarsi chi spiega le strutture grammaticali di una lingua o la deriva dei continenti.

L'esperienza della luce richiede sempre dedizione, cura, attenzione. È quella che molti hanno avuto la fortuna di incontrare nei
propri maestri. Diversamente, la distrazione svia da ogni possibile cura. Significa passare da una cosa all'altra svuotandole in egual misura di valore. È la dimensione anti-epistemica della curiosità senza spessore che oggi spopola sui social. Ma la distrazione non deve essere vista semplicemente come un atteggiamento soggettivo colpevolmente svagato, ma come l'effetto dell'inclinazione iperattiva di fondo del nostro tempo. Consumare le informazioni senza dedicare tempo alla riflessione,
distruggere la possibilità dell'esperienza attraverso il moltiplicarsi delle impressioni. Ecco la testimonianza difficile a cui sono tenuti i nostri insegnanti. Dare prova di una concentrazione che non sia una forma ottusa del rigore, ma una cura. Essere concentrati sulla propria pratica è, del resto, la sola salvezza possibile per non cadere in una ripetizione scolastica del sapere che stroncherebbe anche gli spiriti più nobili. È la solitudine inevitabile che accompagna ogni insegnante: restare concentrati sul proprio lavoro, restare prossimi alla cosa, non lasciarsi distrarre dai rumori del mondo.

Massimo Recalcati

29/07/2023

"K*m" è una parola forte e antica. Rinvia alle tante dimensioni del curare e del prendersi cura. È l’esortazione che Gesù rivolge in aramaico alla fanciulla che ha appena risanato. “Alzati, fanciulla!”, le dice. “Talithà, kum!”. Gesto che restituisce alla vita, invito a ritornare nel mondo, parola che dischiude orizzonti. Il sottotitolo, “Curare, educare, governare”, allarga il campo della riflessione. Ogni giorno, in ogni istante ci prendiamo cura dell’altro, incontriamo un altro che si prende cura di noi. Un amico, un familiare, uno straniero, un paziente. Tra le mura di casa, nello spazio della città. Ma quel sottotitolo, “Curare, educare, governare”, allude anche alla difficoltà, all’ambiguità del curare e del prendersi cura. Quei tre verbi vengono pronunciati da Sigmund Freud nell'autunno della sua vita, in un passo famoso di "Analisi terminabile e interminabile". Il padre della psicoanalisi li usa per indicare i tre mestieri impossibili che da sempre accompagnano l’uomo. Come fare il bene dell’altro senza sostituirsi a lui? Come accogliere quel gesto senza che esso si traduca in ordine, ingiunzione, comandamento? Come evitare che la strada che indichiamo o che ci viene indicata sia segnata una volta per tutte, marchiata dal gesto di chi l’ha inaugurata anziché dall’impronta singolare di chi la percorrerà? Curare, educare, governare, ci dice Freud, sono i tre possibili che ogni giorno rischiano di precipitare nell'impossibile. E i tre impossibili che ogni giorno siamo chiamati a rendere ancora una volta possibili.

Questa la riflessione che, nel 2016, presentava l'edizione zero del K*M Festival. Dal 2016, K*m!Festival si è svolto ogni anno, presso la Mole Vanvitelliana di Ancona.

SC

Penso 99 volte e non trovo niente.Smetto di pensare, nuoto nel silenzio e la verità mi arriva.Albert Einstein
29/07/2023

Penso 99 volte e non trovo niente.
Smetto di pensare, nuoto nel silenzio e la verità mi arriva.

Albert Einstein

18/07/2023

Non c’è niente al mondo che possa eguagliare, in bellezza ed emozione, il sorriso di un bambino. Tanto più che ne dispensa in lungo e in largo senza mai risparmiarsi, quasi come fosse una creatura magica inviata in missione sulla terra per elargire sorrisi ed allegria senza chiedere nulla in cambio. Non è un caso, peraltro, che i bimbi sorridano mediamente almeno trecento volte al giorno, vale a dire il triplo rispetto ad un adulto.
Web

🎶♥️

lolló

11/07/2023

«Spesso la nostra unica verità è quella narrativa, sono le storie che ci raccontiamo a vicenda e raccontiamo a noi stessi».

Nasceva oggi, novant'anni fa, Oliver Sacks.

26/06/2023

Il bambino simmetrico non capisce che alcuni adulti possono esercitare una certa autorità su di lui, perché è stato cresciuto...

26/06/2023

La parola poetica è un taglio verticale. Come quello che Fontana imprime sulla tela. Un taglio netto che apre alla possibilità di una nuova percezione delle cose. È quello che accade anche nell’esperienza dell’analisi: la parola dello psicoanalista non è una parola di consolazione ma un taglio che apre, un colpo, un urto. Non è la parola della comunicazione e del dialogo, ma la parola che, come accade con quella poetica, apre ad un'altra visione delle cose.

www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/mio-padre-scriveva-i-decori-funebri-cosi-io-combatto-la-morte-con-le-parole-862574.html?fbclid=IwAR1c5hydjtpDngD4UfNAZg_Rm8aPAVL4dYRBpvXiBUtyOVF2VHzMNNZkrIY

Lucrezia Lerro intervista Massimo Recalcati per affaritaliani.it

Buona lettura!

Foto di Annapaola Martin
SC

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Lorena Rosetti

Faccio ciò che faccio perchè amo profondamente la mia professione, perchè ho conosciuto la potenza del realizzare ciò che veramente è importante per me e ho deciso di contribuire a far sì che anche per altri possa essere lo stesso.