18/01/2024
I primi manifesti che ho attaccato sono stati quelli della mia mamma, Micaela D’Andrea.
È stato per me un onore compiere quell’atto, come lo è stato per me prendermi cura di lei in vita.
I primi manifesti che ho attaccato mi hanno insegnato il rispetto e l’amore che si può mettere in un gesto così “semplice”.
C’era vento quella sera, il mio metodo goffo, perché appunto era la prima volta, faceva ridere l’operaio che con premura è venuto per insegnarmi il giro da fare per concludere questa operazione il più velocemente possibile.
Io e il mio compagno che, con amore non mi lascia mai sola, tendenzialmente andiamo a fare “il giro” la sera mentre durante il giorno svolgiamo altre mansioni e quindi abbiamo il supporto di un altro operaio: siamo una squadra.
Il vento non ci fa più paura da quando abbaiamo superato anche giorni di pioggia e di tutti i manifesti che abbiamo attaccato, ognuno ci ha raccontato una storia.
Si crea un legame con la famiglia di cui ti occupi, e anche lì, il famoso “giro”, lo fai con amore.
Spennello, spennello, posiziono, spennello più delicatamente, controllo gli angoli, controllo se è dritto.
Per non parlare di quando si devono staccare i manifesti precedentemente affissi: persone giovani, persone anziane, persone che conoscevi bene, che non avevi mai visto. È un ultimo saluto anche quello e con rispetto e amore, li stacchiamo e li portiamo sul nostro mezzo per poi smaltirli nel modo più corretto possibile.
Altri pezzi di storia che si legano a te inconsapevolmente.
Pensiamo di prenderci cura dei familiari anche in questo modo e sicuramente sarà così, ma sono anche le persone a cui dobbiamo dire addio che ci accompagnano in questo, nelle cose semplici e quotidiane della vita; basta ascoltarle e cercarle… li le troveremo.
Con questo post volevo fare un omaggio a tutte le persone a noi care che sono venute a mancare;
a noi che rimaniamo qui con il dolore e che cerchiamo ogni giorno di essere persone migliori nonostante il vuoto,
alle persone che fanno questi mestieri particolari, come il mio, perché non è mai così semplice e a chiunque si unisce a noi con il cuore.
A quattro anni dalla scomparsa di mio nonno, Maurizio D’Andrea, spero di rendere questa agenzia non solo un luogo dove si dice addio, ma anche un luogo dove si trova comprensione e amore in qualcuno che inizialmente ci è sconosciuto, ma che non lo sarà più.
Emanuela