Pancheri Marina

Pancheri Marina Sono psicologa, mamma ed esperta nel campo dell'istruzione. Amo ascoltare,rendermi utile e contribuire al benessere delle persone e quindi della collettività.

Sono convinta che con i mezzi e gli strumenti giusti, i fini si possano realizzare da soli...
Da settembre 2013 ho attivato due servizi : uno dedicato al tutoraggio scolastico inteso come aiuto nel trovare la metodologia giusta di apprendimento ed individualizzare l' insegnamento. Il secondo servizio si prefigge di dare voce alle problematiche, ai dubbi, alle insicurezze e più in generale alle emo

zioni che si provano diventando ed essendo genitori. Sono specializzata nel sostegno alle neomamme per quanto riguarda tematiche quali: il sonno dei neonati, l'allattamento, l' alimentazione, la gestione del pianto e delle emozioni dei bambini in particolare nella fascia 0-3 anni.

22/11/2024

In occasione della giornata contro la violenza sulle donne ricordo che presso il mio studio potete trovare uno spazio di sostegno, ascolto e orientamento dedicato...in totale riservatezza e privacy...
Vi aspetto
Per informazioni e appuntamenti potete scrivermi in pv .
Grazie dell'attenzione 👠

06/11/2024

I bambini trascorrono fino a 6 ore al giorno utilizzando un device, immaginate che effetto può avere su un cervello in trasformazione. SI tratta di ore tolte a fare altro, quindi non è dannoso solo perché sono prese da un’attività molto limitante in termini di creatività, ma anche perché sono ore che vengono sottratte all’attività fisica, al disegno, alla lettura, cioè a tutte quelle attività che possono stimolare maggiormente la crescita del nostro cervello.

I genitori dovrebbero porre massima attenzione nel fornire questi strumenti, ma anche educare all’uso responsabile. Un altro aspetto negativo, spesso associato all’uso di device, è l'uso fino a tarda notte da parte di bambini e adolescenti, comportando una deprivazione del sonno. I giovani dormono molto meno di quanto dovrebbero; di conseguenza la mattina fanno fatica ad alzarsi e ad andare a scuola. Dormire poco è uno dei fattori principali di rischio delle malattie mentali, questo comporta che si aggiungono fattori di rischio a fattori di rischio e questo è un aspetto su cui forse i genitori pongono ancora troppa poca attenzione, anche se in buona fede probabilmente perché non ne sono consapevoli.

23/09/2024

CHE COSA SI E’ ROTTO?
Come si possono agire azioni gravissime, che hanno enormi conseguenze anche sul piano penale, senza sentire - almeno all'apparenza - alcun genere di angoscia o rimorso? Come si può tornare ad abitare la vita, viaggiare, uscire con gli amici, bere un aperitivo sapendo quel terribile segreto che nessuno sa, tranne te?

C’è qualcosa che si è interrotto, frantumato nella vita dei giovanissimi, qualcosa che non riusciamo più ad offrire, in quanto adulti, a chi oggi sta crescendo. Ai nostri figli garantiamo spesso vite in cui non manca nulla, ma alcuni di loro sembrano non aver interiorizzato il principio di realtà, la consapevolezza del proprio agire e le implicazioni che ne possono derivare sia sul piano personale che su quello sociale. E’ un vuoto che ha a che fare con l’etica e la morale, ma che ha anche a che fare con il senso e il significato che attribuiamo alla vita, nostra e degli altri.
Come si sviluppa il senso di responsabilità oggi? Perché in alcuni giovani dalle vite apparentemente perfette sembra non essersi formato? E quale responsabilità ci assumiamo noi genitori su questo tema?
Non sarà che aver voluto sempre e solo la felicità dei nostri figli, li ha lasciati completamente sguarniti e ignoranti della comprensione di tutto ciò che non produce felicità e benessere nel qui ed ora?

Sono davvero tante le domande che in questi giorni mi passano per la mente. Cerco di trovare strumenti e risposte usando le mie competenze e ciò che ho imparato sul campo, ma a volte io stesso, attingendo alle risorse della mia professione, rimango pieno di dubbi.

Da quest’anno una volta alla settimana parteciperò come consulente fisso della trasmissione Formato Famiglia, in onda tutti i giorni su Radio1 Rai e condotta da Diana Alessandrini. Domani, martedì 24 settembre 2024, alle 10.30 partiremo proprio da queste riflessioni e insieme agli ascoltatori cercheremo di accendere pensieri in grado di restituire al concetto di “responsabilità” quel ruolo e quella dignità che deve avere nel progetto educativo di noi adulti e nel progetto di vita dei nostri figli e figlie.
Se volete e potete condividete questo post con altri genitori.

23/09/2024

Alberto Pellai e Daniele Novara hanno lanciato un appello per vietare lo smartphone fino a 14 anni e i social fino a 16 anni. Focus Scuola ha raccolto le visioni di altri esperti influenti nel mondo della scuola.

23/09/2024

Paolo Crepet, la rivelazione da brividi sui genitori di Chiara Petrolini: "Loro hann...Altro...

23/09/2024

Le parole dello psichiatra sul caso della ragazza che ha sepolto due neonati in giardino

20/09/2024

MA DAVVERO E’ SBAGLIATO ATTENDERE I 14 ANNI PRIMA DI AVERE UNO SMARTPHONE? Rispondo a tutti coloro che hanno criticato la nostra petizione al governo
In questi giorni si è molto parlato della petizione - di cui io e Daniele Novara siamo primi firmatari -che chiede al governo di sostenere, per legge, la regolamentazione relativa all’ingresso dello smartphone nella vita dei minori e anche l’età minima necessaria per gestire un profilo social personale. Auspichiamo che lo smartphone venga posseduto non prima dei 14 anni e che non sia possibile avere un profilo social prima dei 16 anni. Le reazioni a questa proposta sono state enormi. Alcuni d’accordo, altri no. Il pensiero divergente è sempre importante, ma ciò che ho notato è che nessuno, quando dichiara la non validità di questa proposta (e spesso anche la non validità di chi l’ha fatta, ma questo è un altro argomento), parla mai di “addiction”. L’intero ambiente online è architettato per uncinare il fruitore a spendere sempre più tempo nell’online. Piattaforme social e di videogaming sono infarcite di artifici finalizzati a stimolare i circuiti dopaminergici dell’utilizzatore, ma questo non viene mai messo al centro delle riflessioni di chi continua a dire che la responsabilità è dei genitori e che bisognerebbe togliere lo smartphone o almeno farne ridurre l'uso agli adulti (cosa che condivido appieno) e non ai minori (cosa che invece non condivido per niente). Le leggi di stato sono spesso state promosse per tutelare soggetti fragili nei confronti di rischi che non sono in grado di gestire. Ci sono leggi che vietano la vendita di tabacco e alcol ai minori, che impediscono ad un minore di accedere ad una sala giochi, che non permettono ad un minore di assumere in autonomia sostanze ad azione psicotropa. Queste leggi sono fatte perché i minori sono particolarmente vulnerabili alla stimolazione dei circuiti dopaminergici e più inclini a sviluppare dipendenza. La dipendenza da smartphone non è la semplice conseguenza di una vita inadeguata e/o di una famiglia fragile. Spesso anche all’interno di vite adeguate e famiglie competenti le tecnologie ad uso personale dei minori fanno danni enormi. Moltissimi genitori competenti si rendono conto di questo. E chiederei a tutti i genitori di bambini di 9 e 10 anni che hanno dato ai loro figli il loro primo smartphone in età precoce, se la loro vita familiare e lo stile di vita dei loro bambini ha avuto beneficio da tale decisione educativa. Quanti sono oggi i genitori che se avessero saputo cosa sarebbe accaduto nella vita dei loro bambini dopo l’ingresso dello smartphone ad uso personale, rifarebbero la stessa scelta? C’è molta complessità da considerare quando si parla di questo tema. E nessuno ha mai detto che lo smartphone è la causa del malessere in età evolutiva. Ma non ho alcun problema ad affermare su base scientifica che lo smartphone rappresenta un “enorme” – e ribadisco “enorme” – fattore di rischio che contribuisce a determinare i quattro fattori che anche J. Haidt descrive in modo magistrale nel suo bellissimo libro “Generazione Ansiosa” (Rizzoli ed.) e intorno ai quali io e Barbara Tamborini avevamo già fornito ai genitori abbondanti evidenze nel nostro testo “Vietato ai minori di 14 anni” (De Agostini ed.). Quali sono questi quattro fattori? A) Deprivazione di sonno B) Deprivazione sociale C) Frammentazione dell’attenzione e riduzione delle competenze di apprendimento D) Addiction.
I vostri figli hanno manifestato almeno uno di questi quattro fenomeni dopo l’ingresso dello smartphone nelle loro vite? Secondo la narrazione corrente che si oppone alla nostra petizione il problema consisterebbe nel fatto che siete genitori fragili e iperconnessi. Secondo, invece, quanto affermato nella nostra petizione, il problema consiste nel fatto che – anche se siete genitori competenti e attenti ai bisogni educativi dei vostri figli – l’uncinamento dopaminergico prodotto dallo smartphone è così intenso da impedire a vostro figlio di farne buon uso. Perché il tema è proprio questo: non si può consegnare in mano ad un bambino qualcosa che è architettato per renderlo dipendente e dirgli che deve imparare a non esserlo. Da sempre tabacco, alcol, droghe, pornografia e gioco d’azzardo sono regolati da leggi di stato, per ciò che riguarda la fruizione da parte dei minori. Perché non dovrebbe accadere anche con lo smartphone? Ho ricevuto molti insulti, molto discredito professionale in tante affermazioni che ho sentito in questi giorni da molti colleghi. Se ho sbagliato ad avere, già da molti anni, la visione che la crescita di chi non ha compiuto 14 anni dovrebbe essere “smartphone free”, chiederò scusa al mondo. Ad oggi, però, la ricerca disponibile e le evidenze cliniche in età pediatrica, mi dicono di continuare ad avere questa visione e di condividerla con più adulti possibili. Se volete e potete condividete questo messaggio con altri genitori e lunedì partecipate all’evento online di cui trovate informazione nell’immagine abbinata a questo post.

Dipendenze affettive come riconoscerle Vi aspetto presso il mio studio di Cles.Per informazioni scrivetemi in privato
20/09/2024

Dipendenze affettive come riconoscerle
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