Paola Crosetto Psicologa

Paola Crosetto Psicologa Sono una psicologa clinica e docente da più di 30 anni di scuola superiore. Sono ipoacusica da
bambina.

20/07/2025

Il ragazzo è seduto nelle prime file, avrà 16, 17 anni... ha ascoltato con grande attenzione tutto ciò che ho detto, prendendo persino appunti. Ho incrociato più volte il suo sguardo, mentre parlavo e mi ha dato più volte l'impressione di trattenersi, di essere sul punto di voler dire qualcosa. Alla fine, si è deciso ad alzare la mano.

"Professore, mi scusi, io sono d'accordo con lei quando dice che, se stiamo vivendo un pessimo periodo, se avvertiamo un malessere, è una buona idea parlarne con uno psicologo, ma alcuni miei amici dicono che i nostri nonni sono cresciuti e sopravvissuti benissimo senza. E che tutte queste storie, alla fine dei conti, non fanno altro che rammollirci".

"Grazie per essere intervenuto” - ho risposto “Tante persone la pensano come i tuoi amici, ed è esattamente questa forma di ignoranza che dobbiamo combattere.

Se un chirurgo operasse i suoi pazienti seguendo le procedure del XIII secolo, causerebbe la morte di tante persone e sarebbe radiato dall'albo alla velocità della luce.

Nel XXI secolo, operiamo con il laser, sperimentiamo protesi robotiche e nanotecnologie. Perché la salute, come ogni altro campo della scienza, della conoscenza e della tecnica, progredisce, evolve.

Quindi, non ha davvero nessun senso sostenere che i nostri antenati sono sopravvissuti senza parlare mai con uno psicologo: i nostri antenati vivevano meno di noi, i loro corpi soffrivano e si usuravano per malattie che noi, oggi, sconfiggiamo con una semplice pillola.

La psicologia esiste da poco più di un secolo, è vero, ma questo non è di certo un punto a suo sfavore, tutt'altro, ne testimonia l'avanguardia.

Per quanto riguarda invece l'essere rammolliti: se mi fa male un molare vado dal dentista, se temo di essere depresso o di avere una dipendenza, ne parlo con un professionista della salute mentale (psicologo, psicoterapeuta o psichiatra). Non si tratta di essere deboli, ma di avere cura di sé.

Cerchiamo di non dimenticarlo mai.

La fragilità è il nostro superpotere”.

18.7.2025

Nessuno si salva da solo.
Repetita Iuvant

16/07/2025

In Giappone si cambia rotta: le emozioni entrano ufficialmente tra i banchi di scuola. ✨

Per anni si è parlato degli effetti collaterali di un sistema scolastico ultra-competitivo: pressione costante, aspettative altissime, carichi di studio pesanti. Il risultato? Sempre più giovani affaticati mentalmente, schiacciati da un malessere silenzioso che spesso si trasforma in ansia, apatia o peggio.

Ora qualcosa si muove. Le scuole giapponesi stanno per introdurre una novità che potrebbe fare la differenza: percorsi di educazione emotiva pensati per aiutare gli studenti a riconoscere, gestire e dare un nome a ciò che provano. Rabbia, frustrazione, paura, ma anche gioia, sorpresa, soddisfazione. Emozioni che spesso vivono sotto traccia, ma che influenzano tutto: studio, relazioni, autostima, energia.

Alla base di questo cambiamento c’è il lavoro di un team di esperti dell’Università di Hiroshima, che ha sviluppato un programma testato con successo su centinaia di studenti. I risultati? Promettenti. Dove prima c’erano blocchi e chiusure, oggi emergono strumenti per affrontare il mondo interiore.

Un approccio che guarda al benessere mentale con la stessa serietà con cui si affrontano matematica o scienze. E che forse, finalmente, può ispirare anche altri Paesi — compreso il nostro.

Perché se c’è una cosa che la scuola dovrebbe insegnare, è anche come si sta dentro se stessi, non solo dentro un’aula. ❤️

16/03/2025
16/02/2025

Lucio Corsi
è la fragilità che inciampa nella bellezza
e si fa meraviglia.
È la rivincita degli esseri gentili
di chi ha mani leggere
e cuore senza corazza.

Non è ciò che voleva essere, no.
È qualcosa che trabocca
che esonda dai margini
di più, molto di più.

Lucio Corsi
è il sorriso sghembo delle cose storte
quelle che si rompono
e nella crepa trovano la forma perfetta.
È il canto delle piccole cose
quelle che nessuno guarda
eppure — silenziose —
reggono il mondo.

Lui voleva essere un duro
un robot senza tremori
uno spaccino in fuga
il Re di Porta Portese
la gallina dalle uova d’oro.

Ma ha trovato più verità
nell’essere nessuno.
Nell’essere se stesso
cintura bianca di Judo.

E ha capito che la vita
non si misura nei trionfi
ma nelle cadute:
Giù dagli alberi
giù nei vuoti dell’essere
dove il mondo è duro
dove chi è normale
ha troppo poco amore intorno
o troppo sole negli occhiali.

Lucio Corsi
è il coraggio senza spada
è una poesia che non chiede applausi.
Un accordo muto
ma che vibra, forte, nelle ossa.

E non è ciò che ci si aspetta:
è ciò che scompiglia.
Non è ciò che appare:
è ciò che resta.

I girasoli con gli occhiali
gli hanno detto piano:
“Stai attento alla luce”
perché è lì
tra lampo e ombra
che si nascondono le verità.

E lui lo sa
che le lune troppo lisce
sono solo fregature
che scappare è un cerchio
che ti riconsegna sempre
alla tua stessa paura.

E allora resta
dove il cielo si slaccia
e scivola nel mare
in quel margine sottile
umido, segreto
che non è un confine
ma un passaggio.

Un invito a perdersi
e poi, forse, un giorno
con tutta la calma
ritrovarsi.

Perché lui, alla fine
non è altro che Luce.
Non è altro che Lucio.

- Andrew Faber -

21/01/2025

Quando si ha un dolore dentro, si DEVE piangere. Tutte le lacrime del mondo. Senza pudore. Un pianto bambino. Senza freni. Un pianto liberatorio, non soffocato.
Un pianto che trascini fuori la rabbia, la delusione, lo scontento. Un pianto che dia acqua al dolore.
Non è perdente chi piange. Levatevelo dalla testa. Piangono i coraggiosi. Quelli che non hanno paura delle proprie emozioni. I sorrisi più veri, immensi, spontanei, nascono da chi ha pianto. Non è un'arma sorridere sempre. È farsi del male.
È tradire sé stessi. Che gli altri possano vedere anche il vostro dolore. Allora sì potrete davvero sorridere davvero.

{L. Cherubino}

27/12/2024
21/12/2024

Il cuore guarisce quando capisce,
non quando dimentica.
Ed io non dimentico perché dimenticare è fuggire dalla mia storia.
E allora io resto.
Resto accanto alla mia sofferenza.
Il tempo che serve per accettare un dolore,
una sconfitta, una delusione, un addio.
Il tempo che serve per farmi una carezza.
Perché ho imparato che alla fine non si muore.
No. Alla fine, si rinasce.
- Andrew Faber

“Il posto dove sto meglio emotivamente è proprio il mio studio” Giancarlo Marenco
24/11/2024

“Il posto dove sto meglio emotivamente è proprio il mio studio” Giancarlo Marenco

16/07/2024

Agli abbandoni, alle denigrazioni, alle prese in giro, agli atti sprezzanti, all’aridità affettiva, a tutte le brutture che ho incontrato lungo il cammino volto le spalle e sorrido, perché di “lacrime” ho già dato.
Penso spesso a tutti coloro che mi hanno dispensato e non perdono occasione di elargirmi male gratuito e sarebbe falso affermare che ho cancellato perché è impossibile.
Ma mi sono scelta e mi scelgo ogni giorno, nella mia complessità, nel mio cercare sempre il meglio, nel mio non uniformarmi, nella voglia di credere ancora nel buono nonostante la robaccia che mi è stata rifilata senza alcuna pietà.
“Non mi avrete mai” penso tra me e me.
Di lacrime mi sono consumata per poi tornare a seminare fiori sugli orrori.
A quelli come me, con le cicatrici e il cuore ammaccato ma con il sole dentro gli occhi dedico questo post, affinché, per quanto provati e logorati, scelgano sempre di amarsi nei giorni di sole come in quelli scuri.
Non mi avrete mai…💪❤️🦋✍️
Francesca Saccà Psicoterapeuta e Scrittrice

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