mi chiamo Tommaso, nato a Verona verso il crepuscolo dei favolosi anni ’80, precisamente il 27 Aprile 1989
La mia voglia di approfondire la sfera della psicomotricità è stata innanzitutto una conseguenza dei miei primi approcci al mondo del lavoro in qualità di laureato in Scienze delle attività motorie e sportive, titolo conseguito presso l’Università degli studi di Verona, ( per ottenere il qu
ale occorre affrontare un percorso che comprende varie attività di tirocinio con bambini e non solo, presso enti e scuole oltre ad esami scritti ed orali in materie quali psicologia, pedagogia, biomeccanica del movimento, anatomia e fisiologia)
Tre anni di anni studi, tirocini ed esami mi avevano dato una serie di competenze quasi prettamente tecniche: esercizi di potenziamento muscolare, esercizi per migliorare la coordinazione, test per mi l’andamento delle prestazioni degli atleti e così via. Nel frattempo sono arrivate varie attività e lavori che mi hanno permesso di fare mia quell’ esperienza maturata sul campo tipica di tutte le professioni, in qualità di allenatore/educatore presso la scuola calcio dell’ ASD Calcio Caldiero Terme,scuola calcio certificata Chievo Verona, precedentemente come tirocinante presso la scuola calcio dell’Hellas Verona e dall’insegnamento nel precedente anno scolastico presso un’altra scuola materna. Ma sentivo che mancava qualcosa: una sfumatura, un taglio professionale che mi permettesse di lavorare con bambini ma anche con ragazzi ed adulti, affinando quell’empatia che spesso nel mondo del Sport si tende a dimenticare in sacrificio della prestazione sportiva; senza tener poi conto che spesso si tende a valutare la prestazione sportiva immediata, ignorando completamente il fatto che ognuno di noi acquisisce abilità e competenze con modalità e tempistiche personali, quindi variabili da individuo a individuo secondo un percorso di sviluppo personalizzato. Nei casi quindi di un lento sviluppo psicomotorio, magari immaturo per l’età, disturbi del linguaggio, difficoltà a relazionarsi con i pari o con gli adulti ovvero manifestazioni di aggressività o eccessiva timidezza (inibizione), come potevo essere d’ aiuto? Che strumenti avrei dovuto acquisire per dare quell’aiuto in più che ancora non potevo dare per mancanza momentanea di competenze? Molti intendono l’apprendimento della pratica sportiva come la semplice acquisizione ed il consolidamento di nuovi schemi motori. Ma lo sport non è solo questo, la vita non è solo questo, dato che lo sport inteso come tale è per me una magnifica metafora di vita, poiché ti fa affrontare nuovi ostacoli, ti insegna a sapere quando reagire, ti educa. Anche quando si verifica un fallimento nella nostra vita sociale ci stimola a reagire e ad affrontare meglio la vita. Volevo quindi raggiungere un equilibrio, intraprendere un percorso di maturazione non solo professionale ma anche personale che mi permettesse di coniugare, sì l’insegnamento del gesto sportivo e di nuovi schemi motori, ma attraverso il miglioramento delle condizioni di accessibilità e fruibilità dello sport inteso come risorsa per chi lo pratica. Ho iniziato dunque ad informarmi, a ricercare, a provare a capire quale percorso intraprendere per migliorarmi non solo dal punto di vista professionale ma anche umano. Ed è così che sono venuto a conoscenza della psicomotricità, parola e disciplina fino a quel momento per me molto nebulosa e dai contorni poco chiari, ma che sembrava rispondere alla mie esigenze e alla mia sete di miglioramento e di crescita personale.