11/09/2025
L'America è in preda a una vera e propria "frenesia dei macronutrienti", un'ossessione per l'assunzione di proteine che ha raggiunto livelli senza precedenti. A frenare gli entusiasmi, però, è Eric Topol, medico cardiologo, uno dei 10 ricercatori più citati al mondo, che da tempo è impegnato in un’efficace attività di divulgazione scientifico attraverso il suo seguitissimo podcast Ground Truths. Prendendo spunto da alcuni podcast e articoli molto popolari usciti di recente in Usa che, analizzando il fenomeno, arrivavano a concludere che, comunque, un elevato apporto proteico difficilmente possa nuocere alla salute, a meno di problemi renali specifici, Topol sottolinea come, al contrario, i dati disponibili offrano una prospettiva ben diversa sull'efficacia e la sicurezza di tale tendenza.
La rete e gli influencer
“L'ultima indagine annuale del 2024 dell'International food information council ha rivelato che ben il 71% degli americani desidera aumentare l'assunzione di proteine, una percentuale in forte crescita rispetto al 52% del 2022”, sottolinea Topol. “Le ricerche su Google sul tema alto contenuto proteico hanno raggiunto il loro picco nel 2025. Non sorprende, dato che i social media pullulano di promotori di proteine, con decine di video tutorial su TikTok che suggeriscono di assumere 200 grammi di proteine al giorno. Un sondaggio ha mostrato che il 40% degli atleti non professionisti che assumono integratori proteici ricava le proprie informazioni proprio dai social media”.
La richiesta per un maggiore apporto proteico, secondo il cardiologo americano, si basa sull'idea che le persone non ne assumano abbastanza, rispetto ai 0,8 g/kg/die raccomandati dalla National academy of medicine e dall'Organizzazione mondiale della sanità. Eppure, i dati più recenti dell'Usda (United States department of agriculture) indicano che oltre il 55% degli uomini e il 35% delle donne supera già questa raccomandazione federale.
Benefici inesistenti o non provati
“Nonostante l'enorme spinta, non ci sono dati a sostegno di un apporto proteico superiore a 1,6 g/kg/die”, dice Topol. “Per gli adulti over 50 le prove sono contrastanti. Studi randomizzati non mostrano alcun beneficio aggiuntivo dell'assunzione di proteine rispetto al solo allenamento di resistenza per migliorare la massa magra. Nonostante ciò, in Europa si raccomanda alle persone sopra i 65 anni di aumentare l'assunzione di proteine a circa 1,2 g/kg/die, sebbene persistano molte incertezze. Anche l'idea che un maggiore apporto proteico favorisca la sazietà e la perdita di peso è tutt'altro che chiara, con alcuni studi che mostrano come un elevato apporto proteico possa portare a un maggiore consumo calorico complessivo”.
Topol ribadisce un principio fondamentale, spesso ignorato, ovvero che l'organismo non ha modo di immagazzinare le proteine extra. “Si possono digerire tonnellate di proteine, ma la domanda chiave è: quante se ne possono usare? E non abbiamo un modo per immagazzinare amminoacidi extra. L'azoto in eccesso dagli amminoacidi viene semplicemente rimosso e escreto sotto forma di urea. L'allenamento di resistenza è il principale motore per lo sviluppo della massa muscolare e della forza, non un elevato apporto proteico in sé. Diversi esperti concordano sul fatto che superare 1,5-2 volte la dose giornaliera raccomandata non porta a benefici aggiuntivi significativi, poiché l'effetto delle proteine sull'aumento della massa muscolare raggiunge una sorta di plateau”.
I rischi nascosti
L'assunzione abituale o cronica di elevate quantità di proteine, specialmente di origine animale, è stata associata a un aumento del rischio di diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e una maggiore mortalità per tutte le cause in numerosi studi osservazionali. “Uno studio prospettico su quasi 44 mila donne svedesi ha evidenziato un'associazione tra dieta ricca di proteine e rischio cardiovascolare elevato”, dice Topol. “In un altro studio su oltre 2.400 uomini, si è riscontrato un aumento dell'insufficienza cardiaca in coloro che seguivano una dieta ricca di proteine, in particolare se derivate principalmente da animali. È noto da tempo che un elevato apporto proteico è pericoloso per le persone con malattie renali, condizione che affligge 1 adulto su 7, con la stragrande maggioranza che non ne è consapevole. Studi su modelli animali hanno costantemente rilevato che le diete a basso contenuto proteico sono associate a una maggiore longevità e a un invecchiamento sano".
Quali sono i meccanismi alla base del rischio? “La ricerca suggerisce che un elevato contenuto proteico attiva il sistema mTor (mammalian Target of rapamycin, ndr), nei macrofagi, promuovendo la progressione dell'aterosclerosi. L'amminoacido essenziale leucina è stato identificato come il principale responsabile di questo processo, causando aterosclerosi tramite l'attivazione di mTOR. Questa scoperta è cruciale, poiché la leucina è uno dei tre amminoacidi essenziali a catena ramificata ampiamente utilizzato come integratore da atleti e persone che si allenano e a cui vengono attribuite proprietà anti-invecchiamento. Ciò è paradossale, poiché l'attivazione potente di mTOR è l'esatto contrario dell'effetto della rapamicina, un farmaco che molti influencer della longevità assumono per bloccare mTOR. La leucina, abbondante in prodotti animali come carne, uova e latticini, ma presente anche in verdure, fagioli, semi e frutta secca, può quindi essere considerata pro-infiammatoria e potenzialmente dannosa se assunta in eccesso, soprattutto tramite integratori”.
Altri studi hanno mostrato che un metabolita dell'istidina, altro amminoacido essenziale, prodotto dai batteri del microbioma intestinale, può indurre direttamente l'aterosclerosi attraverso lo stesso meccanismo pro-infiammatorio di attivazione di mTor della leucina.
Così conclude Topol: “L'ossessione per l'aumento dell'assunzione di proteine è infondata. L'85% della popolazione statunitense consuma già più della dose giornaliera raccomandata di 0,8 g/kg/die e quasi il 25% ne consuma il doppio. Le evidenze scientifiche non supportano un apporto proteico molto elevato, certamente non superiore a 1,6 g/kg/die, il doppio della dose raccomandata. Non esistono dati di alta qualità da studi randomizzati che possano supportare l’indicazione di circa 3 volte la dose raccomandata, come promosso da qualcuno. Sebbene sia chiaramente una moda del momento e una notevole fonte di reddito per aziende e individui che promuovono tali prodotti, questa tendenza non è comprovata scientificamente. L'allenamento di resistenza è il vero motore per lo sviluppo di massa muscolare e forza, non certo un'elevata assunzione di proteine”.